Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Cristobal - Voce
- Ciccio - Chitarra
- Morgan - Chitarra
- Stefano - Batteria
- Giampaolo - Basso

Tracklist: 

1. Veritas
2. Happy Carnage
3. Bulyt - Tagh
4. Storm vs Void
5. Waiting

Gardens of Grief

Storm

I Gardens Of Grief, giovane band proveniente da Formia si presenta al pubblico italiano con la prima fatica intitolata Storm. Si tratta di un demo death metal miscelato a parti brutal e grind, dalla struttura molto massiccia anche se non sempre incisiva date le visibili penurie compositive del gruppo, ma la prova presentataci comunque dai ragazzi è molto coraggiosa.
Il lavoro si apre con la breve introduzione Veritas che si fa da parte con l'ingresso della seconda Happy Carnage, una canzone dal sound marcio ma possente, sporco al punto giusto e molto graffiante nonostante i riff che la compongono non presentino nulla di così esaltante. Alcune parti strumentali sembrano forzate e gli arrangiamenti risentono un pò della poca esperienza compositiva del gruppo. Da segnalare la buona prova del singer Cristobal capace di adattare la sua voce alla struttura musicale sottostante passando da uno scream tagliente a vere e proprie urla che distruggono l'apparato acustico dell'ascoltatore, e ne è una prova anche la successiva traccia Bulyt-Tagh dove però l'insieme strumentale ancora non riesce ad esplodere emotivamente, rimanendo davvero poco incisivo e a tratti scialbo.

Alcuni riff sono privi di carica o male adattati ritmicamente nonostante qualche piccola perla ogni tanto riesca a far rivalutare l'andamento del demo che prosegue con la quarta e banale Storm Vs Void, massiccia ma priva di buoni contenuti. E' infatti evidente il come la band formiana alterni a riff davvero degni di nota altre parti meno studiate e parecchio ingenue.
Il lavoro si conclude infine con la buona Waiting, aperta da una chitarra pacata che poi esplode nel corso della canzone creando suoni violenti e laceranti nonostante rimanga poco digeribile il distacco tra l'intro e la parte restante della canzone che chiude il demo ripresentandoci il decisivo riff d'apertura che si dimostra azzeccato anche come chiusura.

Questo Storm si concretizza quindi come una prova coraggiosa ma difficilmente digeribile per come i ragazzi abbiano tentato di potenziarla immettendo in essa troppa confusione e poco ingegno compositivo in una musica che ai giorni nostri avrebbe bisogno solamente di tanta originalità registica. Un tale lavoro rimane in ogni caso apprezzabile per il coraggio e la voglia di suonare della band, ma servirebbe più classe e più fantasia per migliorare una musica come questa, soprattutto a livello underground. In bocca al lupo.

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