Voto: 
7.9 / 10
Autore: 
Filippo Morini
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Nicolas Joseph Ronca - voce, basso
- Andrea Pisano - voce, chitarra , trillo
- Edoardo Vogrig - chitarra, effetti
- Federico Borelli - batteria

Tracklist: 

1. Vitello Veloce
2. Miniver
3. H7-25
4. Eveline
5. Supersonic convenience
6. And I Saw Your Show

Fuh

Extinct

Extinct viene registrato in un momento musicalmente movimentato e fortunato per i Fuh, e rappresenta a conti fatti la loro prima raccolta di registrazioni “home-made” (letteralmente, visto che viene registrato, con ottimi risultati, nella loro sala prove), preceduta da un primo demo chiamato God Eats Us in The Morning, da uno split con i Fuliggine, e da un album completo, int/ext.
Parlavo di momento fortunato per la band, che si ritrova a suonare ad Italia Wave (ex Arezzo Wave), Traffic Festival, aprire diverse date del Requiem tour dei Verdena, e a spendere serate con diverse band nostrane e non, registrando nel mezzo di tutto questo le 6 canzoni che compongono questo promo.
Anzitutto partiamo dall’artwork: splendido, colorato, fumettoso, ed inquietante come vignette post nucleari disegnate ascoltando Hard Core messicano. Tonalità monocromatiche di giallo e rosso incorniciano dinosauri e mostri volatili che sembrano usciti dai diari dei navigatori del 1400, tutti virati in un invecchiante color seppia.

Parlando della musica invece, non si può non notare sopra ogni altra cosa l’influenza pesante di un gruppo come gli At The Drive-In, o comunque band dalla stessa attitudine rancida e melodica, che impregna più o meno volontariamente il grattugiare chitarristico dei Fuh.
Riff che insistono su di una o massimo due note, batteria che mescola tecnica ad istinto in modo totalmente congeniale alla direzione stilistica scelta, basso presente e atto ad irrobustire e talvolta a costruire interamente il sostegno melodico di base, quando le sei corde si sbudellano a vicenda in dissonanze noise e cancerogene per le orecchie dell’ascoltatore meno preparato.
Una voce sicura (anche se forse dal volume un po’ troppo basso rispetto agli strumenti, ma sicuramente è una scelta) si arrampica su per gli imprevedibili sentieri melodici battuti, riuscendo nella maggior parte dei casi ad incastrarsi efficacemente con i pochi e strettissimi spiragli lasciati dalle protagoniste assolute, che risultano sempre essere le chitarre e i vari effetti analogici e non che filtrano il magma sonoro da esse generato.

Oltre alla rabbia c’è anche spazio per tempi inusuali e lunghi intermezzi strumentali, caratteristiche che condite con la tendenza a sporcare ogni cosa con distorsioni leggere ma praticamente sempre presenti e con arpeggi e fraseggi che sembrano dimenticare ogni lezione di armonia, vanno a costituire e vere e proprie secchiate di acido e tempeste di polvere rugginosa.
Ma dietro a tutto ciò cammina la sezione ritmica, che non dimentica mai di illuminare la via e instradare il tutto verso direzioni imprevedibili ma con grande sicurezza, dimostrandosi fondamentale in più di un occasione.
Anche il cantato porge il suo irrinunciabile aiuto a favore di una maggior “orecchiabilità” dei pezzi, riuscendo a plasmare una sorta di struttura benché talvolta totalmente asimmetrica e costellata di spigoli e intermezzi lunghi ed allucinati.

Sicuramente i Fuh tra i gruppi indipendenti (nel senso più casereccio del termine) più interessanti che mi è capitato di sentire ultimamente, dalle sonorità dense ma mai troppo confusionarie, dalla melodia ben nascosta ma presente, dalla personalità esplosiva anche considerando le assonanze musicali con il famoso gruppo di El Paso già citato, sicuramente capaci di scrivere qualcosa di originale e soprattutto profondo rispetto a ciò che si ascolta tra le pagine “indie” di myspace.
Oltretutto al registrazione è di qualità assolutamente buona considerato il fatto che è stato fatto tutto dalla band, ed unico difetto da correggere, a mio parere, sarebbe la scarsa diversificazione delle singole canzoni, che essendo discretamente lunghe, alla lunga si somigliano in diversi passaggi.
Ma è solo un accorgimento.
Meglio attendere la registrazione del disco vero e proprio per giudicare con maggior sicurezza, anche se per ora il risultato è assolutamente più che buono.

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