Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Genere: 
Etichetta: 
Domino Records
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Alex Kapranos - vocals, guitar
- Nick McCarthy - vocals, guitar, keyboards
- Robert Hardy - vocals, bass
- Paul Thomson - drums

Tracklist: 

1. The Fallen
2. Do You Want To
3. This Boy
4. I'm Your Villain
5. Evil And A Heathen
6. You're The Reason I'm Leaving
7. Well, That Was Easy
8. Eleanor, Put Your Boots Back On
9. What You Meant
10. Walk Away
11. You Could Have It So Much Better
12. Fade Together
13. Outsiders

Franz Ferdinand

You Could Have It So Much Better

Secondo album. In genere il passo più delicato per una band perché rappresenta l’attimo di passaggio tra l’esordio, di solito innovativo e genuino, ed il terzo passo che costituisce la consacrazione o la caduta definitiva. Se aggiungiamo che il lavoro omonimo dei Franz Ferdinand ha visto un’eco diffondersi con la forza di un ciclone, allora ecco che le aspettative non promettono alcuna discesa.

Ma le idee non mancano e dopo non molto più di un anno arriva l’atteso You Could Have It So Much Better, che cerca tendenzialmente di ricalcare il sound della band (This Boy ne è solo un esempio anche se con in più un pizzico di sapienza nella costruzione delle melodie) pur apportando delle piccole variazioni ai temi ormai giù superconosciuti: si fantastica grazie al sapore di drink energetico dal gusto Blur durante l’ascolto di Do You Want, mentre Walk Away, ballad solo a metà, ci presenta quattro artisti maturi, cresciuti musicalmente che si sentono a proprio agio nel proporre dei riff partoriti dal cervello e scritti con coscienza, tralasciando in parte il getto che aveva spinto verso la luce la precedente creazione.Ma per fortuna ci sono brani come You’re The Reason I’m Leaving che ci ricordano con quanta facilità i Nostri possono sfornare un pezzo con un refrain a prova di attack, giro su una giostra che non presenta alcun bottone di “stop”. Di risposta c’è Fade Togeher che sembra un pezzo di una band più anziana di cinque anni o più, e cosa dire della beatlesiana Eleanor Put Your Boosts On con il suo tempo trascinante?

Ma cosa ne è stato dei cambi di tempo a cui ci avevano abituati con Take Me Out? La risposta è tutta in Well That Was Easy con la sua cavalcata sferzante pronta a cambiare rotta grazie ad un bridge dolce ma cattivo. E mentre alcuni pezzi ci riportano con i piedi a terra (Evil And A Heathen che a parte il flanger non dice nulla e la title-track che stranamente resta sotto il livello medio dei restanti 12 luccichii, quasi come per dire “se comprate l’album potrete apprezzare per intero i veri Franz Ferdinand!”), il nostro palato è pronto ad assaggiare sapori di pietanze tipicamente inglesi: What You Meant fa risalire il punteggio del quartetto lasciando ad I’m Your Villain il compito di proporre qualcosa di sorprendentemente complesso ed intricato, sapiente ricostruzione alternative che mescola romanticismo alla schizofrenia controllata e permette al materiale così prodotto di venir fuori in quattro minuti veloci, ma eterni rispetto al mondo che ci circonda, il tutto allontanandosi dal classico trademark della band dalla doppia “F”.

Un album importante, per alcuni versi superiore in termini artistici rispetto al predecessore ma che manteniamo con un qualche voto in meno per la minor costanza nello spendere delle sue mutevoli facce. Adesso siamo pronti al prossimo passo.

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