Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Genere: 
Etichetta: 
Domino Records
Anno: 
2010
Line-Up: 

Kieran Hebden - tutti gli strumenti

Tracklist: 

1. Angel Echoes (4:00)
2. Love Cry (9:13)
3. Circling (5:17)
4. Pablo's Heart (0:12)
5. Sing (6:49)
6. This Unfolds (7:55)
7. Reversing (2:40)
8. Plastic People (6:34)
9. She Just Likes To Fight (4:34)

Four Tet

There Is Love in You

Dopo ben 5 anni dal suo ultimo full-length Everything Ecstatic, durante i quali ha intrattenuto i fan con una raccolta di remix, un EP con 4 inediti, una collaborazione con il guru del dubstep Burial (uscita solo in versione vinile 12") e addirittura un nuovo album della sua prima formazione Fridge, Kieran Hebden torna con un nuovo album a nome Four Tet, il quinto, There Is Love in You (Domino Records, 2010).
Immediatamente riconoscibile fin dalle prime note una nuova veste stilistica per il progetto, che ora, dopo il non troppo convincente detour del disco precedente, lascia perdere le influenze breakcore per assimilare, piuttosto, alcune soluzioni tipiche della microhouse e della minimal-techno di The Field, Pantha du Prince e Gas, ma anche dell'atmosferico dubstep di Burial.

L'opener Angel Echoes è solo un'introduzione al nuovo sound: battito minimale e pulsante, ripescaggio dei classici arrangiamenti metallici e ambientali alla Four Tet sul fondale, seminascosti accompagnamenti drone, e soprattutto un ripetuto campionamento di melodia vocale femminile dai toni angelici.
Il climax conduce alla successiva magistrale Love Cry (9 minuti), introdotta da fruscii di puntina su vinile, lontani rintocchi metallici e glitch, sui quali a breve irrompe un drumming a metà tra la pulsazione techno ed il dubstep in stile Burial; verso il giro di boa della traccia entrano un nuovo campionamento di voce femminile ed un nuovo layer ritmico sovrapposto al battito, ma il pezzo raggiunge l'apice quando entra anche un'irresistibile e graffiante tappeto synth distorto, sul quale Hebden si diverte a manipolare e mixare sprazzi vocali e arrangiamenti di ogni tipo, raggiungendo presto un'intensità ed una stratificazione ipnotiche, prima di una coda affidata a sample di chitarra riverberati e glitch.
Circling riprende verso la fine alcuni sound tipici di Four Tet (arpeggiati celestiali, pioggerelle di note metalliche), ma solo dopo aver curato un tappeto molto più simile ad un incrocio tra i synth glaciali di Fever Ray e l'IDM ambientale dei Boards of Canada, elevando a paesaggio sonoro positivo e solare delle premesse alienanti, ed utilizzando ancora una volta lontane voci femminili eteree.
I sound da videogame già sentiti distrattamente in intermezzi come Turtle Turtle Up diventano in Sing ossatura principale, mentre attorno ad essi rotea un turbinio di glitch, droni e lamenti vocali, il tutto al ritmo di un'altra pulsazione microhouse alla The Field.
Hebden non accantona tuttavia il proprio lato più incline alla folktronica, e prosegue quel discorso nei quasi 8 minuti di This Unfolds, traccia che nella prima estatica metà pare uscire direttamente da Rounds, per poi cambiare faccia con l'ingresso di un battito techno e una cascata di glitch, che confondono il paesaggio.
Il breve intermezzo Reversing, immerso in un'avvolgente drone glitch-pop, termina con un pattern ritmico al contrario che si spegne e lascia spazio ai 6 minuti e mezzo di Plastic People, altro esempio dell'aggiornamento ritmico microhouse applicato alle idee melodiche di tradizione Four Tet (compare anche un carillon).
L'arpeggio chitarristico della conclusiva She Just Likes to Fight viene salutato da una sarabanda di bizzarre percussioni metalliche, per poi costruire e rilasciare climax (con anche ingressi di altri battiti minimal-techno) che, date le sonorità vagamente più post-rock rispetto al resto del disco, paiono incarnare una nuova Slow Jam, traccia che chiudeva Rounds.

Composizioni più lunghe ed articolate, inedito utilizzo di voci, e soprattutto assorbimento nel proprio stile di influenze decisamente lontane rispetto a quelle degli esordi hanno, in conclusione, saputo dare al sound di Four Tet una nuova luce.
 

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