Voto: 
3.5 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
Fat Lenny Priduction
Anno: 
2006
Line-Up: 


- Padja Fitenish - Chitarra
- Dmitri Cerny - Batteria
- Eddie Nado - Voce
- Pos Nado - Basso


Tracklist: 


1. Fentanyl
2. Deep Shit
3. Sectarian Slaughter
4. Bhopal
5. Point Blank Range
6. Children of a Lesser God
7. Chernobyl
8. Gazzattack
9. Last Amputated Memoirs
10. Sarin
11. Kitchen Knife Crusade

Fentanyl

Feeble Existence

Arrivano da quello strano paese chiamato Olanda, ma le loro origini spaziano dalla Slovenia fino all'Australia passando per la Russia. I Fentanyl però, a discapito delle loro variopinte etnie, si danno da fare per rendere il più old school possibile il proprio suono. Uno Speed-thrash metal che sembra tornare indietro di una ventina d'anni, fortemente debitore del suond bay area del primo periodo (Slayer su tutti) e anche in parte ai gruppi più tipicamente europei come Kreator e Sodom.

E fin qui niente di particolare. Anzi magari la descrizione può aprire nella nostra mente scenari alquanto affascinanti, pregustando un assaggio di passato, stanchi della modernità di molti dischi usciti negli ultimi mesi. Ma un primo ostacolo è superare la diffidenza nei confronti della copertina del disco, raffigurante quella che sembra essere una nave da guerra e dominata da tonalità di viola abbastanza fastidiose. Tutto fuorchè "speed", soprattutto per il cattivo gusto e per la domanda che sorge spontanea: che diavolo ci fa un'anatra li in mezzo, squallidamente aggiunta con un qualsiasi programma di foto-ritocco mal usato?

Ma di copertine ignobili ne abbiamo già viste tante, come di mancanza di gusto nel metal in generale, e questo non ci ha mai fermati dandoci più volte la possibilità di conoscere un gruppo veramente valido. Il problema è che qui l'equazione "brutta immagine uguale buon album" non sussiste neanche se fossimo sotto l'effetto di un qualche strano e potente allucinogeno.
Più volte è capitato di ascoltare dischi pessimi, ma qui si rasenta spesso il ridicolo, in particolar modo perchè il tutto è confezionato con una professionalità elevata, a dimostrazione che il gruppo ci crede veramente ma che senza ombra di dubbio non si è mai fermato ad ascoltarsi bene.

La cosa più disarmante è la voce del cantante Eddie Nado: mai sentito niente di peggio. Stonata all'inverosimile, senza il ben che minimo accenno di personalità, registrata in maniera pietosa (probabilmente nel garage di casa con un microfono del "Canta tu") tant'è che spesso sembra di avere nel proprio lettore le registrazioni dello zio ubriacone all'ultima festa di compleanno di vostro cugino. Sconvolgente come qualcuno abbia permesso tutto questo.

A dir la verità, i riff dal punto di vistra strumentale non sarebbero neanche tanto male, troppo legati ai canoni e difficilmente innovativi, ma comunque decenti anche se dimostrano delle lacune tecniche allarmanti (soprattutto nelle parti di batteria). Soltanto che la produzione scandalosa e le linee vocali (se così si possono definire) rovinano il poco di buono fatto.
Con tutta la buona volontà, è impossibile sottolineare qualche pezzo tra gli altri: sono tutti di una qualità infima. Forse, il consiglio è di provare a sentire Fentanyl oppure l'ultima Kitchen Knife Crusade oppure nessuna, data l'inutilità e lo squallore del prodotto in se.

Non consigliato neanche al peggior nemico. Qualcosa di così brutto non si sentiva da tanto tempo. La domanda da porsi è come questi personaggi siano arrivati a solo pensare di registrare un disco di questo tipo. Insomma una cosa da evitare come la peste, oppure da ascoltare per farsi quattro grasse risate (sul sito ufficiale sono presenti alcuni mp3 da scaricare). Disgustoso.

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