Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Patrik Rimmerfors - voce, bouzouki, swedish bagpipe, munnharpe, hurdy-gurdie, cow antler, recorder, willow-pipe

- Niklas Rimmerfors - moraharpa, voce

- Lennart Specht - tastiere

- Thomas Antonsson - basso

- Esko Salow – batteria



Tracklist: 

1. Arv (lång version)

2. I En Tid Som Var...

3. Yggdrasil

4. Ryttaren

5. Arv (kort version)

Fejd

I En Tid Som Var


Ho l’onore di presentarvi con questa recensione, la prima in Italia su questo gruppo, la musica del quintetto svedese Fejd, a mio modo di vedere uno dei migliori gruppi di RockFolk sulla piazza scandinava. Incredibile come un gruppo tanto dotato sia ancora a livello underground, ma questa è la situazione: forse anche per motivi logistici [quasi tutti i membri hanno altri progetti principali] il gruppo ha pubblicato finora solo due demotapes, I En Tid Som Var del 2002 e Huldran del 2004: è invece stato reso disponibile pochissimi giorni fa Eld terzo e nuovissimo prodotto della band, che sarà recensito su queste pagine quanto prima, e che ai primi ascolti sembra confermare la grande vena compositiva del gruppo.

Il gruppo è attivo dal 2001, anno in cui i due fratelli Rimmerfors, appassionati fin dal 1995 di musica folkloristica ma dal background Metal, decidono di unirsi a dei loro amici (che suonano anche in un noto gruppo heavy/power svedese, i Pathos) per fondare un progetto che coniughi il fascino delle melodie della propria terra con una potenza di suoni e una ritmica tipica del rock.
Influenzati nella propria idea di base da gruppi quali gli storici Hedningarna o gli eclettici (nonché adorati del sottoscritto) Garmarna, i Fejd propongono in questo primo demo 5 tracce dal grande spirito folk, con sublimi intrecci di voci (in svedese) e strumenti tipici, capaci di rapire l’attenzione dell’appassionato.

Badate bene, non aspettatevi del metal: i Fejd propongono un repertorio acustico, in cui la componente rock è data dal groove di basso e batteria, pesanti quanto basta per dare un tocco più vario alla musica; inoltre le atmosfere epiche possono essere accostate a quelle ricercate da molti gruppi di metal Epic o Folk, e a volte anche a quelle delle colonne sonore di film fantasy quale “Il Signore degli Anelli” e simili.

Per il resto, la musica è guidata dai suoni affascinanti degli strumenti folk, fra cui sono fondamentali il bouzouki di Patrik (una specie di mandolino, originariamente greco ma usato spesso, in una versione differente, nella musica irlandese) e la moraharpa di Niklas (strumento che non conoscevo e si è rivelato essere null’altro che una versione della classica nyckelharpa usatissima nella musica svedese, [Hedningarna e Väsen ne fanno a sempre uso], vale a dire uno strumento dal suono riconducibile ad un violino, ma che è suonato utilizzando anche dei tasti oltre all’archetto).

Questo primo I En Tid Som Var preso per singoli episodi è perfino superiore al successivo Huldran, che però sulla lunga distanza risulta più completo, nonché quantitativamente più ricco: insieme comunque formano una coppia di demos davvero invidiabile.

Ad aprire il disco è Arv, il cui incipit è maestosamente coordinato dalle tastiere di background, su cui sovrasta una batteria pestata e un liuto: la voce potente e particolare del lungocrinito Patrik non esita a farsi sentire e la song è camaleontica nei suoi 7 minuti: stacchi di munnharpe dal grande effetto folk, un refrain perfetto al 100%, momenti atmosferici in cui le percussioni potenti ci tengono col fiato in sospeso fino alla successiva esplosione del chorus. Indubbiamente il brano più riuscito assieme al seguente.

Ed infatti si prosegue con la bellissima e atmosferica titletrack I En Tid Som Var con cui ci si tuffa in quelle melodie degne del “Signore degli Anelli” cui facevo riferimento prima: ed è un piacere perdersi in scenari da sogno, fra prati verdi e colli che spuntano nella bruma mattutina. A dare una scossa all’ambiente sono le successive Yggdrasil e Ryttaren, in cui si viaggia su territori più danzerecci e coinvolgenti. A chiudere troviamo una versione più breve dell’iniziale Arv, sulla quale è inutile soffermarsi.

Si parla di demo dunque, ma la qualità del suono è ottima [adatta quasi per un full], per non parlare della bontà delle composizioni e dell’esecuzione - in più, tutte le songs sono disponibili gratuitamente per il download [clicca QUI] sul sito ufficiale del gruppo, il che rende questo gruppo alla portata di ognuno: da tutto questo deriva il voto relativamente alto.

Passo la palla a voi: se vi piace perdervi fra le magie del Nord-Europa, se sul vostro scaffale non mancano acts quali Otyg, Hoven Droven o Hedningarna, se le contaminazioni del Rock con la musica tradizionale vi affascinano… allora non fateveli scappare, perché questi Fejd meritano davvero.

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