Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Frontiers Records
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Gary Cherone - voce
- Nuno Bettencourt - chitarra, backing vocals
- Pat Badger - basso, backing vocals
- Kevin Figueiredo - batteria, percussioni

Tracklist: 

1. Star
2. Comfortably Dumb
3. Learn To Love
4. Take Us Alive
5. Run
6. Last Hour
7. Flower Man
8. King Of The Ladies
9. Ghost
10. Slide
11. Interface
12. Sunrise
13. Peace (Saudade)
14. Americocaine (bonus track - demo 1985)

Extreme

Saudades De Rock

Continua il 2008 dei grandi ritorni! E’ adesso la volta degli americani Extreme, esordienti nel 1988 con il debut self-titled ma impostisi nel 1990 con l’album Pornograffitti e il tormentone More Than Words, per sciogliersi poi nel 1995 dopo il controverso Waiting For The Punchline.
Così in seguito alla recente reunion e forti di nuovo contratto con la sempre attiva Frontiers, tornano, a venti anni di distanza dal loro debutto e a tredici dalla loro ultima release, con Saudades De Rock, il quinto studio album della loro carriera, ed una line up quasi identica a quella originaria, che vede la presenza del nuovo batterista Kevin Figueiredo ad affiancare gli storici membri Pat Bedgar (basso), Gary Cherone (voce) e Nuno Bettencourt (chitarra).

La scelta del titolo è già di per sé emblematica della grande voglia del quartetto di Boston di tornare a calcare le scene mondiali del rock, infatti lo stesso chitarrista Bettencourt aveva spiegato, nel sito ufficiale della band, la valenza e la giusta accezione da loro attribuite al termine Saudades, parola portoghese che si trascina dietro un amaro retrogusto di tristezza e con cui si intende indicare la nostalgia ed il desiderio verso qualcosa che ha rivestito un ruolo fondamentale nella propria esistenza, proprio come il rock nel caso degli Extreme.
Ed il loro rock prosegue quel percorso bruscamente interrotto tredici anni fa, riprendendo quindi quell’hard rock fortemente contaminato da sonorità funk, ma reso adesso più vario e ricco di influenze (evidenti quelle di Queen, Aerosmith, Led Zeppelin e Van Halen) e sfumature, in grado di variare dalle atmosfere vintage e devote ai Queen dell’opener Star agli echi apertamente zeppelin-iani di Sunrise o aerosmith-iani di Run, dal divertentissimo rockabilly di Take Us Alive e dal funk di Slide alle melodie tristi e nostalgiche della più lenta e bluesy Last Hour, in cui meglio si può apprezzare la gustosa performance degli ispirati Cherone e Bettencourt, dalla più orecchiabile e suggestiva Ghost al taglio più moderno dell’altrettanto piacevole e trascinante Flower Man.

Nessuno di questi brani può considerarsi una vera e propria hit, una di quelle canzoni che un ventennio addietro avrebbero facilmente scalato le classifiche, mancano per intenderci le nuove More Than Words o Hole Hearted, e quando gli Extreme provano a piazzare il colpo come avviene con le pur belle ballad acustiche Interface e Peace (Saudade) si rischia di cadere nell’auto-citazione (evidente infatti in entrambi i casi il tentativo di ripetere il successo di More Than Words) e cedere il passo alla nostalgia e ai ricordi di un passato irripetibile, e non solo per meriti o demeriti della stessa band. In compenso però, la band riesce a realizzare una tracklist sostanziosa e completa, mettendo di fila ben tredici brani più una bonus track (Americocaine, dal loro demo del 1985) e mantenendo quasi sempre standard più che accettabili e positivi, tanto che le rarissime cadute di tono si possono riscontrare esclusivamente in corrispondenza delle scialbe velleità un po’ funk ed un po’ moderniste di King Of The Ladies.

Si deve infine sottolineare che nonostante Saudades De Rock risulti piacevole ed intrigante già ai primi ascolti, in realtà si lascia scoprire totalmente in maniera lenta e graduale, facendo pian piano fuoriuscire ogni sfaccettatura ed ogni variazione sia stilistica sia di umore, coinvolgendo ugualmente con l’incontenibile allegria di Take Us Alive come con la triste nostalgia di Last Hour, con la solarità di Star come con le struggenti melodie di Interface o Peace (Saudade) o ancora con le delicate e soffuse suggestioni melodiche di Ghost.
Un gradito come back quindi questo degli Extreme, con la speranza per i loro fan e per tutti gli amanti dell’hard rock che siano tornati per restare, non limitandosi invece alla solita fugace comparsa con cui racimolare quanto possibile.

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