Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Temporary Residence
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Mark Smith - chitarra
- Munaf Rayani - chitarra
- Christopher Hrasky - batteria
- Michael James - basso

Tracklist: 

1. First Breath After Coma (09:33)
2. The Only Moment We Were Alone (10:14)
3. Six Days at the Bottom of the Ocean (08:43)
4. Memorial (08:50)
5. Your Hand in Mine (08:17)

Explosions in the Sky

The Earth Is Not a Cold Dead Place

I texani Explosions In The Sky, dopo aver positivamente stupito il pubblico Post Rock americano con i primi due full-lenghts How Strange, Innocence (2000) e Those Who Tell The Truth Shall Die, Those Who Tell The Truth Shall Live Forever (2001), producono nel 2003 quello che sarà considerato da tutti il loro master-piece, nonché uno degli album fondamentali del Post Rock mondiale, lo splendido e riflessivo The Earth Is Not A Cold Dead Place.
Già il titolo lascia percepire gli aloni sonori ricercati dal quartetto di Austin, magie atmosferiche che vanno a collegarsi con la tradizione dei canadesi Godspeed You Black Emperor! e che si riempiono di venature cromatiche di grande effetto: la terra non è un gelido luogo spento perché ricca dei colori che gli Explosions In The Sky sanno infondere con la propria musica.

Le composizioni, prive di testi perché totalmente strumentali, sanno esprimere attraverso gli intrecci delle chitarre tutte le emozioni e le sensazioni della dimensione Post Rock prodotta dalla formazione. Ciò che ne deriva è una musica ottimamente calibrata in ogni suo elemento, mai scomposta o esagerata, ma capace di coinvolgere nel profondo l’ascoltatore.
Rispetto ai ben più sperimentali Godspeed You Black Emperor! le tracce, seppur lunghissime, non superano i dieci minuti di durata, delineando melodie uniche e meravigliose, leggere e sconfinanti verso l’infinito.
Ciascuno dei cinque brani in cui è strutturato The Earth Is Not A Cold Dead Place è un onirico viaggio che culmina nella nostra introspezione: gli strumenti si aggiungono uno ad uno, con delicatezza, e la magia si ripete ogni volta.
I climax, come nel precedente Those Who Tell The Truth Shall Die, Those Who Tell The Truth Shall Live Forever vengono preparati abilmente e sanno infondere un pathos particolare all’intero album. Unica critica da sottoporre al disco potrebbe essere il ristretto impiego di strumenti durante la fase di registrazione: due chitarre (che poi si dividono in numerose sotto-tracce), un basso e una batteria sono decisamente limitativi per un’opera Post Rock, ma gli Explosions In The Sky da questi riescono a trarre il massimo apporto per le architetture delle canzoni.

Aprendosi con First Breath After Coma, descritta da piacevoli ritmiche di batteria e da psichedelici temi di chitarre clean o distorte con effetti, l’album prosegue attraverso eccezionali capitoli, come The Only Moment We Were Alone o Six Days at the Bottom of the Ocean, i più eleganti e sommessi del platter. Passando per l’avvolgente Memorial si giunge, seppur con lentezza e meditazione, all’episodio finale, il migliore e più commovente, Your Hand in Mine.
Usata, dopo essere stata ridotta e perfezionata con l’aggiunta di una sezione d’archi, anche come colonna sonora del film Friday Nights Lights, essa si presenta come un viaggio contemplativo all’interno delle emozioni umane, mettendo in mostra tutto il bagaglio tecnico-compositivo in possesso del gruppo texano.
Non avendo arrestato il proprio processo evolutivo, gli Explosions In The Sky hanno saputo non solo confermarsi rispetto a Those Who Tell The Truth Shall Die, Those Who Tell The Truth Shall Live Forever, ma andare oltre, raggiungendo lidi mai toccati precedentemente, nonostante due chitarre siano un numero esiguo per costruire un lavoro Post Rock.
Consigliato a tutti gli amanti dei timbri più sperimentali ma all’insegna di una gradevolezza stilistica e di una calma atmosferica difficili da trovare nelle moderne realtà del genere: gli Explosions In The Sky non vi deluderanno in quello che può essere ritenuto come uno dei capolavori del Post Rock del terzo millennio.

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