Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
Big-Wig Enterprises
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Amy Lee - voce, pianoforte
- Ben Moody - chitarra
- David Hodges - tastiera, voce

Guests:
- William Boyd Esquire III - basso in Away From Me
- Bruce Fitzhugh - voce in Lies
- Stephanie Pierce - voce in Lies

Complesso su Field of Innocence:
- Suvi Petrajajrvi
- Sara Moore
- Catherine Harris
- Samantha Strong
 

Tracklist: 

1. Origin
2. Whisper
3. Imaginary
4. My Immortal
5. Where You Will Go
6. Field of Innocence
7. Even in Death
8. Anywhere
9. Lies
10. Away from Me
11. Eternal
12. Listen to the Rain
13. Demise

Evanescence

Origin

Ecco una rarità: si fa sempre un gran parlare di Fallen quando si pensa agli Evanescence, definendolo un debut fantastico o orribile, a seconda se chi lo dice è un fan del tipo duro a morire o uno del tipo duro e puro. Tuttavia, non tutti si ricordano che ben prima di Fallen venne Origin, ma procediamo con ordine dall'inizio: il nucleo iniziale degli Evanescence viene fondato dalla cantante Amy Lee e dal chitarrista Ben Moody in Arkansas nella seconda metà degli anni '90, dopo aver scoperto di avere molti interessi musicali in comune (in particolare Björk e Jimi Hendrix). In questa forma registrano dei brevi EP, un omonimo nel 1998 e Sound Asleep (conosciuto anche come Whisper EP) l'anno seguente, e nel frattempo accolgono nella formazione il tastierista David Hodges. Arrivati nel 2000 pubblicano il primo vero e proprio album, Origin, che però alcuni anni dopo sarà "declassato" da Amy Lee stessa ad una specie di demo a lunga durata. Che lo riteniate o no il primo vero disco degli Evanescence, Origin in ogni caso è un buon debutto, fresco, sentito, anche più del successore. C'è ancora inesperienza, ma questo porta più ad esprimere la voglia di buttare giù le proprie idee che a far sembrare le canzoni inconsistenti.

La disputa più comune riguardo il gruppo è se siano una band Nu Metal o Gothic. La risposta è: nessuno dei due. O meglio, hanno qualcosa di entrambi, ma non sono inseribili del tutto in uno dei due generi. Gli Evanescence in realtà non sono propriamente accostabili ad altri gruppi della scena in tutto e per tutto, ma attingono qualcosa da entrambe per plasmare il proprio stile. Rimane comunque vero che in futuro mostreranno il loro apprezzamento verso alcuni gruppi dei due generi, come gli ultimissimi Korn e soprattutto verso i Lacuna Coil. Amy Lee dimostrando maturità ci tiene sempre a liquidare le discussioni fra chi propende per l'uno o l'altro genere, dicendo che sono solo etichette insignificanti di cui tenere poco conto, mentre al contempo, con non troppa modestia, ritiene che gli Evanescence abbiano un suono unico.
In ogni caso con Origin viene mescolato questo "nu metal" di fattura più alla Papa Roach ad un gothic rock distorto ma molto melodico, quasi pop, con delle influenze di industrial metal alla Rammstein, guizzi vocali che in parte ricordano Tori Amos e in alcune canzoni di ritmi hip hop (niente rap o scratch però). Risalta la figura di Amy Lee che come cantante è molto promettente, esprimendo talento ed una voce molto buona (e qui anche più spontanea che in seguito) ispirata da voci come quella di Tori Amos. Il risultato non è ancora il massimo dell'innovazione, è palpabile la sensazione che ci sia ancora derivazione, ma c'è minore ripetività e maggiore personalità, oltre che molte più idee, che nell'album del 2003; sono i passi che uniscono elementi del battito hip hop con parti più dark, anche pianoforti, ad essere i più interessanti e lo sarebbero stati ancora di più se maggiormente approfonditi. Dall'altra parte, i punti meno originali del disco sono più filtrati dalla loro ottica personale di quanto ci si aspetti e la sensazione è che in ogni caso siano tali più per ancora poca esperienza che per riciclo.

Sono anche presenti alcuni brani che sarebbero stati riregistrati per Fallen, e cioè i primi tre (escludendo la breve intro-titletrack): Whisper è quasi la stessa della versione successiva, così come My Immortal, mentre Imaginary è radicalmente diversa. In Whisper possiamo trovare un arrangiamento più diretto, anche per la rimozione dell'orchestrazione finale, e qualche differenza minore nell'effettistica, mentre My Immortal differisce in quanto affidata solo agli strumenti acustici (pianoforte e chitarra) e non a quelli distorti. Sono in definitiva molto simili alle versioni finali, anche se non identiche. Imaginary concede meno spazio alle distorsioni di chitarra e agli effetti di tastiera, ma trovano meno spazio anche il pianoforte (che fa una breve comparsa) e la chitarra acustica che diventa una chitarra elettrica clean; la batteria è prevalentemente semi-filtrata. Where Will You Go viene introdotta da un affascinante giro di pianoforte che subito lascia spazio ad un repertorio di effetti e di soliti battiti filtrati. Trovano spazio anche un organo di sottofondo che riempie l'atmosfera e la voce di Hodges in stile teen pop che però si limita a qualche breve intervento e a un "duetto" di soli yeah. Peccato perché se sviluppata maggiormente poteva essere ancora più interessante come idea. Field of Innocence è una ballad malinconica che ruota attorno ai veloci arpeggi di chitarra e al battito hip hop, scorrendo leggera e gradevole. Even in Death riparte da questi ultimi, combinandola ad effetti elettronici oscuri, quasi trip hop; ritornano però le chitarre che innalzano brevi, secchi muri sonori di distorsione per il ritornello mentre sostituiscono l'assolo con un riff thrasheggiante. Anywhere ritorna alla forma della ballad, di stampo acustico, e ancora una volta alle vocals c'è anche Hodges che, tornando alle linee vocali di Where Will You Go, questa volta duetta realmente e con buoni risultati. Dopo la canzone viene riproposto lo "yeah yeah" dei due cantanti di WWYG, sopra una tastiera atmosferica che riempie il sottofondo (spiegheremo il perché in seguito). Lies, probabilmente il pezzo migliore del lotto, è un nu metal oscuro e aggressivo. La voce di Amy Lee alterna passi filtrati ad altri glaciali, mentre l'ospite Bruce Fitzhugh passa da un canto sussurrato, cupo, ad urla in stile Slipknot. Subito dopo tocca ad Away From Me che è vicinissima ai Linkin Park, se non fosse per il canto melodico di Amy Lee al posto delle parti rappate; Hodges è presente per le backing vocals, ma niente di più. Dagli effetti elettronici finali si passa al pianoforte pesante della strumentale Eternal, aiutato dagli unici scratch dell'album. E' un lungo brano di sette minuti diviso in tre parti, di cui questa era la prima che infine cede il passo ad una pioggia registrata da cui dopo un po' fuoriescono un pianoforte più malinconico e arpeggi atmosferici in sottofondo. Altra breve parentesi di pioggia (che poi sparisce) e assistiamo alla chiusura di Demise, brano originariamente pensato per essere inserito separato ma alla fine fuso con Eternal.

La tiratura originale di Origin fu di sole 2500 copie, e Amy Lee ha escluso ristampe non sentendosi più legata a questo passato. Perciò in commercio il disco è letteralmente introvabile, a meno di falsi o di aste di qualche collezionista. Quando uscì Fallen, la popolarità crescente della band causò la stampa di alcune copie pirata (sovrapprezzo), a volte addirittura con differente tracklist e cover, spacciate quasi sempre per delle fantomatiche "ristampe dell'edizione russa". L'unica soluzione secondo Amy Lee è quella di scaricare l'album, cosa che ha consigliato e incoraggiato a fare in un'intervista. In questa versione sono disponibili due "bonus track" (le virgolette sono d'obbligo), Listen to the Rain, un brano corale ed atmosferico rimosso prima della stampa, e Demise, che venne fusa con Eternal come detto prima.
Nel caso abbiate il disco, l'unico modo per riconoscere un falso dall'originale è di inserire il CD nel lettore e premere il tasto di riavvolgimento dopo l'avvio. Dovreste iniziare dopo un po' a sentire della musica. Questo è estratto da Anywhere, della durata di circa venticinque secondi. Se non sentite niente al primo tentativo riprovate per qualche altra volta. Se non c'è niente allora non è l'originale.

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