Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
Roadrunner Records
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Amy Lee - voce
- Ben Moody - chitarra
- David Hodges - pianoforte, tastiere
- Francesco DiCosmo - basso
- Josh Freese - batteria

 

Tracklist: 

1. Going Under
2. Bring Me to Life
3. Everybody's Fool
4. My Immortal
5. Haunted
6. Tourniquet
7. Imaginary
8.Taking Over Me
9. Hello
10. My Last Breath
11. Whisper
 

Evanescence

Fallen

Prendete le sonorità alla Lacuna Coil, aggiungete le chitarre alla Linkin Park, un pizzico di effettistica sempre dei Linkin Park; mescolare il tutto ed infornare per il mercato di massa. Gli Evanescence di Fallen sono infatti così, un pesante ripescaggio di ciò che era il gothic/alternative dei Lacuna Coil su cui sono completamente impiantati chitarroni in puro stile Linkin Park (cioè parecchio distorti e solitamente usati come basi di sottofondo su cui far poggiare la melodia), oltre che ad una proposta alquanto commercializzata dalla casa discografica, tesi dimostrata dalla brevità generale dei brani per renderli più facilmente proponibili (soluzione che, purtroppo, stempera alquanto la sostanza gothic), culminata nella scelta inutile di un live subito dopo un solo disco pubblicato. Se ci fosse un minimo di originalità in questo l’idea sarebbe pure buona, ma di originale non c'è molto, ridimensionando le potenzialità espresse con il poco conosciuto debutto Origin.

Going Under è pure un buon avvio, nonostante non dica nulla di particolarmente significativo, anche se in realtà a farsi notare ad inizio album, più del brano è la prestazione vocale di Amy Lee che all’esordio si dimostra una voce femminile talentuosa oltre che innovativa nel campo alt-metal. Subito con Bring me to Life si entra in atmosfere ben più cupe anche grazie al pianoforte nell’intro, ma bisognerebbe dire in realtà pseudo-dark, visto che in questo brano risultano un pallido atteggiarsi ben lontano da gruppi realmente tali. Lo stesso discorso influenza i vari strumenti d’arco presenti ogni tanto nell’album, che non sempre persuadono che si sta ascoltando qualcosa di gothic, ma più un esercizio di stile di modo. E poi quando parte la chitarra si perde ciò che di interessante vi era nel brano precedente, visto che si sfocia nel rubacchiare completamente il riffing della band di Shinoda e soci. Questo incide molto nel rendere l’idea di Fallen, ironicamente per un gioco di parole, decadente in senso negativo, senza contare che questo metodo compositivo è già di per sé spesso piatto; la parentesi della ballad My Immortal appare banale e fine a sé stessa. Eppure la commistione con ciò che hanno donato i Lacuna Coil al bagaglio musicale degli Evanescence contribuisce a dare pure un certo spessore ed anche una discreta qualità in tutta la ricetta: dopo Everybody’s Fool, trascurabile e che non aggiunge nulla a quanto già detto, con il trinomio Haunted, Torniquet e Imaginary abbiamo fra le mani dei brani senza infamia (anzi, pure lodevoli) e che riescono ad avere abbastanza originalità, ed una consistenza apprezzabile.
Un po’ meno Taking Over Me, che si lascia lo stesso ascoltare.
Hello si regge su di un pianoforte triste e su effetti ora oscureggianti ora malinconeggianti, risulta poco credibile nelle vesti di quest’album ma bisogna dire che è permeata da un’atmosfera che altrimenti sarebbe convincente.
My Last Breath è un altro brano trascurabile, non rende affatto come il trinomio di prima, con banali chords distorti ripetuti alternati a qualche riff più nu/goth metal e distensioni atmosferiche in downtempo.
Whisper è sulla carta la più concreta di tutti, con riff più consistenti nella struttura della canzone, ma appare appannata nel risultato, e il coro con violini finale è il passo successivo del discorso del non convincere affatto.

Fallen è un’idea potenzialmente interessante, ma vanificata dalla mancanza di materia propria. Ciò ha ad ogni modo datto alla luce dei brani godibili grazie anche alla materia gothic che rende più interessante lo scopiazzato schema monochord dei Linkin Park, ma anche tanto senso di stantio e di monotonia. Abbastanza forse per meritarsi forse ugualmente una sufficienza parecchio tirata, ma con la consapevolezza che sarebbe bastato un soffio per far diventare tutto un mattone più completo.
La buona notizia è che sono presenti abbastanza premesse per un buon prossimo disco (come anche il contrario), che potrebbe dare uno spruzzo di vitalità nella scena nu-metal ormai collassante su sé stessa o al goth-metal melodico sempre più spento e fotocopiato, al punto che anche Fallen diventa molto più fresco e vitale a confronto.
In fondo Origin aveva ottime carte in mano.
 

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