Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Island
Anno: 
1977
Line-Up: 

- Brian Eno - Voce, Chitarra, Tastiere, Percussioni, Basso

Musicisti:
- Paul Rudolph - Basso, Chitarra
- Brian Turrington - Basso
- Percy Jones - Fretless
- Phil Collins - Batteria
- Phil Manzanera - Chitarra
- Fred Frith - Chitarra
- Robert Fripp - Chitarra
- Hans Joachim Roedelius - Piano
- Dieter Moebius - Piano
- Rhett Davies - Percussioni

Tracklist: 

1. No One Receiving (3:52)
2. Backwater (3:43)
3. Kurt's Rejoinder (2:55)
4. Energy Fools the Magician (2:04)
5. King's Lead Hat (3:56)
6. Here He Comes (5:38)
7. Julie With... (6:19)
8. By This River (3:03)
9. Through Hollow Lands (3:56)
10. Spider and I (4:10)

Brian Eno

Before and After Science

Ci sono dischi che col tempo finiscono per essere dimenticati, altri che più passa il tempo più diventano immortali, dischi che divorano il tempo e lo superano, vi si mettono al di sopra e rimangono entità intoccabili al di fuori di qualsiasi concezione umana. Che poi tali dischi piacciano o meno, il loro valore va sempre riconosciuto perchè se un'opera musicale continua a vivere nel suo splendore dopo decenni di cambiamenti e rivoluzioni stilistiche, allora vuol dire che in essa germoglia il seme del capolavoro, la radice della meraviglia che mai si stacca dalla terra in cui è affondata. Discorso che calza a pennello con quella perla che porta il nome di Before and After Science che l'immenso produttore Brian Eno compose nel lontano 1977. Si, esatto: produttore prima che musicista e polistrumentista. Sono state infatti moltissime le band passate sotto il suo controllo in fase di registrazione, basta pensare solamente a due nomi come U2 e Talking Heads per capire le eccellenti doti di mister Brian Peter George St. Jean le Baptiste de la Salle Eno (suo nome originale). Ma ritorniamo sotto l'aspetto musicale tralasciando per un momento la sua comunque fondamentale attività di produttore per cui è principalmente famoso: Eno comincia a comporre agli inizi dei '70, giungendo nel 1973 alla pubblicazione del suo primo lavoro Here Come the Warm Jets, giungendo al vero salto di qualità nella seconda metà del decennio, prima con lo sperimentale Another Green World del 1975, e poi con l'immortale capolavoro prima citato, ovvero quel Before and After Science che ha per sempre segnato il mondo della musica e i suoi segreti, le sue strutture, le sue forme e i suoi colori. Da qui in poi la carriera di Eno è un continuo susseguirsi di esperienze nuove ed interessantissime, a partire dalla collaborazione con Robert Fripp (già presente su questo disco) da cui uscirono Air Structures e The Equatorial Stars, due raffinate perle ambient, fino a quella con Moebius e Roedelius, a loro volta già impegnati su Before and After Science, passando per i suoi altri lavori accompagnato da personaggi del calibro di David Byrne, Harold Budd o ancora Jon Hassell.

Ciò che realmente colpisce in profondità se si parla di Brian Eno, è la sua grandissima capacità di adattarsi a qualsiasi superficie stilistica, sfornando parti che vanno dal funk all'elettronica, passando per atmosfere dal retrogusto molto ethno fino ad approdare ad eccellenti soluzioni in pieno stile progressive. Ma Eno non si limita assolutamente a questo, progettando strutture che ci mettono davanti ad una concezione del pop originale e soprattutto rinnovata, come nel caso dell'irresistibile Backwater, uno dei più celebri pezzi di Eno. La canzone ruota infatti attorno lidi pop orecchiabili ma non per questo da scartare: Backwater è infatti un brano semplice ma allo stesso tempo particolare e raffinato, arrangiato con una precisione chimica e con un gusto sempre equilibrato che non cade mai nella prolissità nè tantomeno nella banalità. Più o meno sullo stesso stile è Here He Comes, altra straordinaria canzone pop, perfetta per la sua struttura lineare e dinamica e penetrante nelle sue morbide melodie, caratteristiche che hanno influenzato e continuano ad influenzare l'intero mondo del pop moderno che tanto sembra figlio "adottato" del compositore inglese. Quelle che invece sono le sue pulsazioni più ambient vengono fuori con due eccellenti episodi: la meravigliosa Julie With..., in cui la voce di Eno si raccoglie soffice ed intensa all'interno di una struttura morbida e levigata, e la lenta e malinconica Through Hollow Lands, resa meravigliosa dalle tastiere e dai rintocchi elettronici che la immergono in un'atmosfera quasi nuvolosa e densa di abbandono.
L'anima rock del disco esce fuori con la curiosa e bizzarra King's Lead Hat, una danza sfrenata e movimentata, arrangiata in maniera eccezionale, dissonante per il gustoso utilizzo dell'elettronica, ballabile, scherzosa, estremamente trascinante per i suoi ritmi veloci e le chitarre sempre pronte ad accendere il brano nei suoi meandri più progressive. Esatto: progressive, non tanto per le armonie e o per le scale, nè per quanto riguarda la fase ritmica o il sound, ma l'attitudine progressive (o più precisamente art rock) sta proprio all'interno della musica stessa, risiede proprio nella concezione di ogni singola nota e di come essa possa svilupparsi e legarsi alle altre. Gli arrangiamenti esprimono infatti al meglio tale aspetto della composizione di Eno, sempre particolare e variegata, mai banale anche quando si cammina sui semplici terreni del pop, capace di fare salti spaziali senza la minima difficoltà, sperimentando sonorità e melodie con classe egregia come in Energy Fools the Magician (in cui Phil Collins fa da protagonista), accostando il calore della musica tribale etnica (Kurt's Rejoinder) alla freddezza di quella elettronica, ipnotizzandoci nelle narcotizzanti atmosfere ambient o nella quiete suprema (la meravigliosa Spider and I, giusto per fare un esempio) per poi risvegliarci con la carica del suo rock unico e inimitabile per stile e gusto compositivo, come per No One Receiving, misteriosa nei suoi arrangiamenti in cui funk ed elettronica convivono col rock che ne fa da base .

Qualsiasi sia la sfera musicale attraverso cui Eno esprima le proprie emozioni, l'ascoltatore viene comunque avvolto e spinto verso un viaggio senza termine lungo atmosfere sempre diverse, in un continuo mutamento che ci lascia storditi, o meglio persi in questo incantesimo di profumata bellezza, proprio come quella che scorre nelle vene di un altro capolavoro di Before and After Science: By This River. Un pianoforte lento dà inizio alla canzone col suo tocco morbido e silenzioso, proprio come se non volesse disturbare e rompere la quiete, ma quello che Eno ci offre nei 3 minuti che compongo la canzone, è a sua volta una totale tranquillità interiore che massaggia cuore e anima in un sogno malinconico e commovente, in cui i ricordi si legano l'un l'altro per poi lasciarsi trasportare dal corso di questo fiume che ognuno ha dentro di se.
Before and After Science, come dice giustamente il titolo, è il prima e il dopo di una gran fetta di quella che oggi viene considerata musica moderna. E' infatti a Brian Eno che va ricondotta gran parte del pop attuale, soprattutto quello di stampo britannico, senza pensare a quanto poi l'elettronica e l'ambient si siano basati sui suoi insegnamenti (e su quelli dei Kraftwerk) e su quanto anche il rock degli ultimi venti anni gli sia in qualche modo debitore. Before and After Science è per questo motivo il vero disco Rock, non inteso come stile musicale ma come genere universale, perchè nelle dieci canzoni che lo compongono, il produttore inglese ha saputo raccogliere ciò che la musica aveva già fatto, rimescolarlo con le emozioni e lo spirito innovativo della sua anima compositrice, ed elevarlo a quel "futuro" che non sarebbe stato tale senza l'impronta che il leggendario maestro di Woodbridge ci ha lasciato, un'orma che mai si dissolverà perché immortale.
 

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