Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Revelation Records/Goodfellas
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Eric - voce
- Mike - chitarra
- Hans - chitarra
- Andrew - basso
- Patrick - batteria

Tracklist: 

1. The Browns (02:23)
2. Time Shares (02:23)
3. Beleaders (02:39)
4. Darnel (02:21)
5. Harrison... (02:47)
6. Midwest (02:15)
7. Anxiety II (01:15)
8. Bad Lands Deals (02:26)
9. You Better Work (02:28)
10. Escrow (01:52)
11. Above Ground Pools (05:01)

End of a Year

Sincerely

La Revelation Records non sbaglia un colpo e, dopo aver prodotto due album sorprendenti come Disconnecting (Sinking Ships) e Voices Travel (Gracer), si appresta a dare alle stampe un lavoro che, molto probabilmente, lascerà un'impronta notevole nel panorama alternativo statunitense. Stupefacenti davvero questi ragazzi di Albany, cui nome, End Of A Year, suona come qualcosa di volutamente anticommerciale. I cinque americani propongono un Post Hardcore di ottima fattura, intriso di melodia e disperazione, frutto di un disagio interiore comune in ragazzi di una certa età. Sebbene il sound di Sincerely sia caratterizzato da forti venature Punk Rock, si è deciso di classificarlo come Emocore, soprattutto per via dell'attitudine mostrata della band on stage e non solo.

L'approccio con il disco è immediato ed abbastanza distruttivo. Sincerely presenta in apertura un pezzo, The Browns, nel quale non c'è spazio per le mezze misure, per quell'avvicinamento progressivo all'opera che spesso risulta fondamentale. In questo caso, invece, l'ascoltatore potrebbe rimanere letteralmente sbalordito dai cinque ragazzi statunitensi oppure piuttosto schifato da un proposta musicale tutt'altro che ordinaria e quindi difficile da apprezzare. La verità è che gli End Of A Year se la cavano veramente bene, nonostante un cantato molto particolare ed in netta contrapposizione con le parti strumentali. Queste hanno infatti un suono dolce, quasi sognante, simile alla splendida copertina, mentre lo stile vocale di Eric risulta decisamente grezzo e poco curato, adatto probabilmente a generi ben più estremi. Senza la sua presenza Sincerely sarebbe un lavoro raffinato, persino romantico, e lo si capisce ascoltando attentamente le chitarre, vera perla di un disco intenso e suonato con passione da un gruppo davvero promettente.

Gli End Of A Year sanno però essere aggressivi e lo dimostrano in modo magistrale con la rabbiosa Darnel, in cui trova comunque posto una breve ed onirica frazione capace di far tornare alla mente ricordi passati e persone andate per sempre. Un leggero senso di solitudine misto a malinconia sembra accomunare ogni singolo pezzo ed il booklet, curato ed allo stesso tempo singolare, non può che enfatizzare questa sensazione, a cui si ricollega appunto il tema del ricordo e quindi il tempo che fu. Sincerely pare essere stato scritto in un momento difficile pensando a quando invece le cose andavano per il verso giusto. Tutto ciò provoca rabbia ed insieme rassegnazione, rappresentate in maniera perfetta rispettivamente da voce e chitarre. La batteria, dal canto suo, gioca un ruolo fondamentale, essendo il suo incedere perlopiù continuo e regolare proprio come il passare dei secondi. Le due chitarre lavorano in coppia, disegnando intrecci a dir poco sensazionali nonostante la loro semplicità. In You Better Work, ad esempio, paiono due persone che si cercano, tentano di rincorrersi l'un l'altra per poi fondersi in qualcosa di unico. Ad accompagnarle c'è sempre la voce di Eric, il quale, praticamente da solo, regala all'opera originalità e colore, un colore che varia a seconda dello stato d'animo dell'ascoltatore, ma che difficilmente sarà un bianco pulito ed inespressivo.

Sincerely è un album che fa dell'emotività il suo punto di forza e che ha come unico grande difetto la durata, inferiore alla mezz'ora. Un'altra manciata di pezzi avrebbe reso quest'uscita ancor più interessante. Nonostante ciò, Sincerely mantiene un fascino incredibile, del tutto inaspettato, nonché raro, al giorno d'oggi. Da avere.

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