Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Genere: 
Etichetta: 
Relapse Records/Self
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Aaron Wolff - voce
- Steve Watson - chitarra
- Andrew Hercules - chitarra
- Sean Dooley - basso
- Anthony Salajko - batteria


Tracklist: 

1. Dangerous
2. The Never Ever Aftermath
3. Animal
4. The Moth And I
5. Throwing Stones
6. My Abyss
7. Awake?
8. A Fell Wind
9. In Distress
10. And Always...

End, The

Elementary

A tre anni di distanza dall'esordio Within Dividia, i Canadesi The End tornano via Relapse Records con il secondo Elementary, album che riesce a mescolare elementi grind, post-thrash, technical death e hardcore. La band dell'Ontario ha goduto come vedremo di un'ottima produzione, capace di garantire un pulizia sonora invidiabile, e che riesce a risaltare anche le minime sfumature che i cinque ragazzi canadesi riescono a trasmettere per tutta la durata dell'album.

Per venire al disco, pensiamo a cosa James Maynard Keenan e i Meshuggah potrebbero creare insieme. Ora, onestamente i due menzionati sono pezzi da novanta, e un progetto simile sarebbe uno dei prodotti più all'avanguardia in campo post-thrash di tutti i tempi; tuttavia i The End compiono il loro onesto lavoro, cercando in più punti di lavorare minuziosamente su metriche elaborate, e inoltre la duttilità vocalica del singer Aaron concede alla band di poter passare da pezzi hardcore a frangenti più atmosferici e lenti, rievocanti ad esempio in alcuni brani dei Gojira, ma con voce clean. E questa facilità a passare da uno stampo musicale all'altro è ben notabile non solo in fase canora, ma ben rilevata dalle parti strumentali, dove le chitarre di Andrew e Steve riescono a sviluppare una profondità di base notevole, con note allungate e decise, che scalfiscono letteralmente nell'impatto sonoro che la band è in grado di riprodurre.

La stessa strutturazione dell'album è complessa quanto ricercata, le canzoni che si succedono hanno una matrice ben nota fin dal principio e comune tra loro, ciò nonostante traccia dopo traccia alcune caratteristiche mutano, donando alla singola un posto ben specifico nel panorama generale. La furia di Animal e dell'opener Dangerous hanno decisamente un richiamo hardcore più forte della seconda The Never Ever Aftermath, che è molto più placida e riflessiva, nonstante non disdegni elementi più rabbiosi come certi inasprimenti dal clean allo scream del front-man Wolff. Il platter continua nella ricerca di soluzioni alternative, con echi però sempre più palesi a band precursori che fanno della esasperazione la loro principale forma di esistenza; basti ascoltare attentamente Throwing Stones per avere la sensazione di trovarsi di fronte ad una rielaborazione di The Hollow degli A Perfect Circle. Purtroppo la band di Maynard, come i Tool del resto, sono stati talmente precursori e sperimentatori che chiunque cerchi di staccarsi dal "conformismo" incappi inevitabilmente nel paragone.

Album dunque non immediato, ma molto suggestivo, questo lavoro dei The End. Molto più morbido del precursore, Elementary non è decisamente di facile ascolto, ma è sicuramente una bella release; inoltre ogni singola parte è stata suonata e registrata in modo chirurgico, mostrando una cura nel dettaglio davvero impeccabile. Personalmente un disco che apre in modo egregio questo 2007 musicale.


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