Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Genere: 
Etichetta: 
Prophecy Production/Audioglobe
Anno: 
1999
Line-Up: 

- Ulf Theodor Schwadorf (Markus Stock) - chitarra acustica, basso, melltron, batteria, percussioni
- Thomas Helm (Andreas Bach) - voce, piano


Tracklist: 


1. Where At Night The Wood Grouse Plays (05:34)
2. Dying Brokenhearted (05:39)
3. The Shepherd And The Maiden Ghost (03:26)
4. The Sad Song Of The Wind (02:56)
5. Wehmut (03:04)
6. A Pastoral Theme (01:59)
7. Abendrot (02:10)
8. Many Moons Ago... (04:25)
9. When Shadows Grow Longer '99 (03:14)

Empyrium

Where at Night the Wood Grouse Plays

Trentadue minuti di solo folk acustico, intramezzato solo da sporadici strumenti a fiato e alcune parti cantate. Where at Night the Wood Grouse Plays è un album ricco di melodie malinconiche e sentite, timidi accordi danno il via a susseguirsi di arpeggi ora struggenti, ora dolci, ora più iniziativi, il tutto in brani quasi interamente solo strumentali (compresi i brani in cui sono presenti soli cori evocativi o effetti vocali di sottofondo come in Dying Broken Hearted). Non aspettatevi strumenti esotici come nei gruppi metal o canti popolari ad ogni modo. Difficile dire come sarebbero risultati se fossero stati tutti cantati, la cosa più vaga ma corretta possibile è il classico, banale “sicuramente ce ne sarebbe stato qualcuno anche più bello ed altri che invece erano meglio prima”. Le traccie migliori però probabilmente sono quelle cantate come la titletrack, non tanto perché vi è il canto, piuttosto perché intraprese con un approccio leggermente sfumato in modo diverso e quindi più in risalto; oppure le ultime due canzoni che rievocheggiano il mondo anglosassone medievale. Ma ogni pezzo potrebbe venire menzionato fra i più belli.

Una sensazione di tristezza e di solutidine si innalza da ogni giro di note, da ogni pennata acustica, da ogni comparsa del flauto, da ogni canto che va a comporre quest’album, ma al tempo stesso si avverte anche una sensazione di pace e di tranquillità, si ha voglia di sedersi e di meditare su ogni nota percepita, ci si rilassa ad ascoltare ogni brano proposto che scaccia via il nervosismo e il malumore; i testi quando presenti sono semplicemente fini a sé stessi e funzionali all’ambiente folk, non è su di essi che si basa la musica di quest’album comunque. Non è un disco per ogni occasione, sicuramente. Ha i suoi momenti più adatti in cui va contemplato e assaporato, e che possono variare a seconda della personalità e dell’umore (ma una bella serata è quasi sempre l’ideale), altrimenti non si recepirebbe al meglio.
La cosa più pregevole è che ogni brano è suonabilissimo, e farlo in compagnia di amici, soprattutto se siete in grado di avere l’accompagnamento completo, sarebbe davvero fattibile oltre che soddisfacente e gradevole.

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