Voto: 
5.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Kitchenware
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Tom Smith - Voce, Piano
- Russell Leetch - Basso, Synth
- Chris Urbanowicz - Chitarra, Synth
- Ed Lay - Batteria, Percussioni

Tracklist: 

1. In This Light And On This Evening
2. Bricks And Mortar
3. Papillon
4. You Don't Know Love
5. The Big Exit
6. The Boxer
7. Like Treasure
8. Eat Raw Meat = Blood Drool
9. Walk The Fleet Road

Editors

In This Light and On This Evening

Anche loro, alla fine, ci sono cascati.
Scalate col tempo tutte le posizioni nelle gerarchie dell'indie rock odierno, gli Editors si sono improvvisamente ritrovati sulla cima del music business a interrogarsi sul come proseguire una carriera ancora giovane ma già matura, valida e di successo. Dopo un esordio più che convincente, cupo e intimista (The Back Room, 2005), e un secondo full-lenght in grado di consolidarne splendidamente idee e stile (An End Has A Start, 2007), la band capitanata da Tom Smith - sempre più mesmerizzata dalla trappola/chimera del grande mercato musicale - ha ben deciso di tornare sulle scene nella maniera più estroversa e shockante possibile, rivoluzionando coordinate stilistiche e sound, trasformando mood ed espressività, evolvendo registri e atmosfere. Il risultato è In This Light And On This Evening, terzo album per l'act britannico ed esperimento che farà non poco discutere critica e fan.

In fondo, un così netto salto stilistico da parte degli Editors non era auspicato nè atteso da nessuno, anche perchè sarebbe stato impensabile (o quasi) passare con tale velocità (e senza alcun processo graduale) da un indie rock profondo e maturo, ancora figlio del revival post-punk, ad un synth pop moderno, sfavillante ed orecchiabile. Che ciò derivi da un profondo bisogno interiore di cambiamento, dalla necessità di ulteriore visibilità o dalle esigenze economiche delle case discografiche solo gli Editors lo sanno, fatto sta che In This Light And On This Evening, a meno che col tempo non produrranno qualcosa di ancor più diverso, rimarrà il loro lavoro più discusso e criticato, nel bene e nel male. Quando l'omonima opener In This Light And On This Evening fa il suo ingresso (stesso effetto sarà provocato dall'onirismo della conclusiva Walk The Fleet Road) ci si ritrova infatti di fronte un gruppo diverso, mutato sin nel profondo, radicalmente proiettato verso nuove soluzioni formali ed espressive: la voce di Smith è greve e oscura, basso e chitarra scompaiono venendo sostituiti da un tappeto di synth e pianoforte, l'atmosfera (priva di riferimenti ritmici per 3/4 di brano) è interamente immersa in un ipnotico flusso sintetico, inaspettato, nuovo, sconosciuto.

Dagli Editors nessuno si sarebbe aspettato una cosa simile, eppure In This Light And On This Evening, canzone dopo canzone, scorre via con una sicurezza impressionante, dimostrandosi un lavoro ben strutturato e sapientemente arrangiato. Ma se la forma è ancora una volta perfetta ed equilibrata non si può dire lo stesso del registro melodico, mai così blando e incapace di trascinare emotivamente: esclusi i toni più cupi e ottantiani della positiva You Don't Know Love, l'avvolgente mood di Eat Raw Meat = Blood Drool e l'atmosfera più seria e riflessiva di The Boxer, In This Light And On This Evening si perde in continuazione nell'autocompiacimento pop e nel refrain ostinatamente orecchiabile, dimostrando l'abilità mutante degli Editors (per organizzazione e produzione sembra che compongano da anni questo tipo di musica) ma sottolineandone anche le palesi lacune ispirative. Ne sono esempio il singolo di lancio Papillon - banale e pacchiano - la più gettonata Bricks And Mortar e soprattutto Like Treasure che, sotto uno spesso mantello di synth e riverberi, nasconde un'evidente mancanza di stimoli melodici, scorrendo via senza lasciare nulla di realmente memorabile se non qualche calibrato richiamo alla musica sintetica di vent'anni fa. Il salto indietro nell'electro pop anni '80 (Ultravox, Depeche Mode, New Order, Orchestral Manoeuvres in the Dark) è di conseguenza ovvio e gli Editors non si vergognano di certo nell'attingere a piene mani da un repertorio storico più che abusato, riassunto (come nel caso di The Big Exit) in un delirio di synth dirompenti, percussioni tipicamente new-wave, voci sommesse e stancanti melodie neo-romantiche notevoli esclusivamente per il loro stucchevole barocchismo e la loro cura estetica.

In This Light And On This Evening è un disco che spazza via in un solo istante tutto ciò che gli Editors sono stati nel recente passato: la malinconia di The Back Room tanto quanto la maturità e l'intensità di An End Has A Start vengono qui bruciate in un solo colpo, soppresse sotto enormi colate di sintetizzatori dance e atmosfere manieristicamente tirate a lucido. Ma, come già detto, non sono la mutazione stilistica e il cambio di prospettiva a non convincere, quanto piuttosto un'enfasi nell'invenzione melodico-armonica che sembra essersi improvvisamente esaurita: noioso ed eccessivamente pacchiano (fin dove l'approdo nel mainstream gioca il suo emblematico e triste ruolo?) In This Light And On This Evening è, nel bene o nel male, destinato a diventare uno dei casi musicali dell'anno. Se non spaccherà critica e pubblico questo disco forse non lo farà più nessun altro nella storia della musica. Ad ogni singolo ascoltatore l'arduo verdetto.


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