Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Filippo Morini
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Cristiano Sapori - voce, chitarra
- Andrea Barlotti - chitarra, cori
- Eulalia Grillo - violino

Tracklist: 

1. 5 Minuti
2. Uscire Di Qui
3. Mia Di Me
4. Ame Dorme
5. Hic Et Nunc (Capo Mannu)
6. Senza Mollica (Herbmate)
7. Cose (La Mia Altalena)
8. Tra Oceano E Cielo Lo Spazio Della Musica
9. L’ Unico Modo Che Ho Di Chiamarti
10. Portami Con Te, Trascinare
11. Incontrastato (3-6-2-5) 

Ear

Asfodeli Da Conservare

“Esprimere in musica i colori segreti dell’estate” sembra essere la missione degli Ear, trio di Faenza che con chitarre acustiche, violini e percussioni celebra con tonalità tanto fresche quanto intimistiche la leggera maestosità della stagione più attesa dell’anno.
Nella loro musica si possono ritrovare scorci di indie folkeggiante, cantabilissimo pop, malinconie degne dei tramonti vissuti in aperta campagna, il tutto raccontato in un italiano sempre ricercato e mai forzatamente poetico. 

Asfodeli da conservare
si dimostra prima di tutto un lavoro uniforme ed equilibrato, che tuttavia si snoda attraverso scorciatoie tribali richiamate all’appello dalle percussioni (i finali di Senza Mollica e Hic Et Nunc) formule dal deciso piglio pop rock (Mia Di Me, L’Unico Modo Che Ho Di Chiamarti), e calde, lente passeggiate lungo percorsi folk (Portami Con Te, Trascinare, Ame Dorme, o ancora gli arrangiamenti bucolici di Cose).
Suoni caldi ed avvolgenti caricano di forza l’intero disco, le chitarre acustiche brillano agili nel bel mezzo di tutto, mentre le vistose cornici (talvolta non essenziali) tracciate da violino e tamburi abbracciano il flusso musicale donandogli ulteriore profondità ed incisività.
Le modalità espressive degli Ear portano subito alla mente alcuni episodi di Marta Sui Tubi e la ricercatezza spensierata di …A Toys Orchestra privati dell’elettronica più invadente.
Un evidente ed ottimo lavoro di arrangiamento è stato svolto ed applicato alle sonorità acustiche ma pulsanti dei pezzi che compongono questo album, riuscendo a donare un alone di trasparenza, organicità e schiettezza assolutamente apprezzabile: la ricchezza di particolari e la cura per il dettaglio che caratterizzano questa autoproduzione la aiutano ad elevarsi al di sopra di una miriade di uscite ben più pubblicizzate e blasonate.
Dall’altra faccia della medaglia, l’uniformità di Asfodeli Da Conservare potrebbe mettere in difficoltà gli ascoltatori che necessitano di eclettismo, eterogeneità, sperimentazione, caratteristiche che non appartengono a questo disco, perfettamente a suo agio entro tematiche agrodolci, sfumature tenui ed uno sfuggente romanticismo mai chiaramente nominato ma sfiorato ed accennato in più di un occasione. 

Un disco sicuramente in grado di mostrare tecnica ed esperienza, capace di stupire in più frangenti rivelandosi a suo modo ricco e ben congeniato.
La musica si muove perfettamente lungo binari solidi e mai proiettati verso direzioni azzardate, ma che avrebbero probabilmente aggiunto nuove dimensioni ad un lavoro comunque piacevole, ben fatto e dalle spiccate doti, soprattutto per gli  amanti del genere.   

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