Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Moshi Moshi
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Jonathan Pierce - voce
- Jacob Graham - chitarra
- Adam Kessler - basso
- Connor Hanwick - batteria

Tracklist: 

1. Best Friend
2. Me And The Moon
3. Lets Go Surfing
4. Book Of Stories
5. Skippin' Town
6. Forever And Ever Amen
7. Down By The Water
8. It Will All End In Tears
9. We Tried
10. I Need Fun In My Life
11. I'll Never Drop My Sword
12. The Future

Drums, The

The Drums

Come ogni anno, il calderone indie-rock tira fuori il suo nuovo tormentone pre-estivo, accompagnandolo ovviamente con critiche positive di ogni tipo (spesso esagerazioni) e stendendovi ai piedi il consueto red carpet. Se poi vi si aggiunge una vasta distribuzione sul web e un videoclip - quello di Let's Go Surfing - che oramai spopola in ogni angolo del mondo virtuale, ecco che il prodotto è bello che confezionato.
Loro sono i The Drums, vengono dalla Grande Mela e, come abbozzato in apertura di recensione, sono l'ultimo fenomeno/tormentone dell'indie rock del nuovo millennio. Ora come ora suonare indie rock più che una passione è diventata una moda, riprendere gli anni '80 della new wave un obbligo, copiare e cadere continuamente nel plagio una sua logica conseguenza; evidentemente, però, di critiche del genere i Drums se ne fottono altamente e il perchè di tale attitudine è semplicemente contenuto nel loro omonimo esordio.

Fondere insieme il post-punk ottantiano più dolce e smaliziato con la gioisità del surf rock è l'imperativo che pervade ogni singola nota, ogni fraseggio e ogni atmosfera di The Drums e non è per questo un caso che il sound dei giovani newyorkesi spazi in continazione tra il dolce ondeggiare melodico di Cure e Orange Juice, le ritmiche sviscerate dei Joy Division e il riffing spensierato e le vocalità dei Beach Boys. Seppur privi di qualsiasi fonte di originalità, i Drums riescono a catturare l'ascoltatore con una serie di piccolissime miniature pop, ora più fumose e quasi sognanti (Down By the Water, We Tried ) ora più veloci e ballabili (la simpatica Let's Go Surfing, Me and the Moon, I Need Fun in My Life). Ma nonostante l'album risulti apparentemente piacevole, diretto e disimpegnato, la mancanza di originalità finisce inevitabilmente per prevalere sulle comunque piacevoli atmosfere che i giovani statunitensi ricamano con toccante spensieratezza.
Non vi è traccia di modernità (l'album è volutamente retrò ma finisce per essere null'altro che un mero plagio di surf rock e post-punk), di particolarità stilistiche nemmeno l'ombra e, cosa peggiore, mancano in primis stimoli e personalità anche nell'ispirazione melodica: non è infatti difficile rendersi capaci di quanto le melodie dei Drums risultino più che mai trite e ritrite, e se è vero che è praticamente impossibile evitare di ricalcare una serie melodica in precedenza già creata da altri, è altrettanto vero che di questa situazione i Drums ne fanno uno status quo.
Così l'album scorre e si lascia assaporare senza la minima fatica, ma quando l'ascolto si approfondisce e diventa più razionale, ecco venire fuori una staticità e una mancanza di varietà a tratti insopportabili (solo qualche lieve synth qua e là smussa la rigidità strumentale del disco), il tutto compresso in un riffing molto scarno, con linee ritmiche che seguono sempre gli stessi stilemi e apparizioni chitarristiche quasi insondabili.

Come si sa, la spensieratezza giovanile e la musica pop leggera e disimpegnata hanno da sempre formato un binomio di successo e di sicuro appeal, in special modo in un panorama sempre più trendy e alla costante ricerca delle sue forme più appetibili come l'indie contemporaneo.
Senza ombra di dubbio i Drums ci sanno fare, divertono molto di più di tante altre band dello stesso scenario ma alla fine, sotto una luce puramente critico-investigativa, il loro operato rischia di uscirne con le ossa rotte e con un livello di valore quasi nullo. Un disco estivo, sorridente, disimpegnato, ballabile: guai ad aspettarvi qualcosa di più.
 

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