Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Matthieu - chitarra, programmazione, voce

- Flore - voce

- Clément - batteria

- Rémi - basso


Tracklist: 

1. Nocturnes

2. La Demière Chandelle

3. Nature Morte

4. Sous les Etoiles Hurlantes

5. Fleur de Métal

6. Le Soir Gagne

Douce Morphine

Des Mots

I Douce Morphine sono una formazione francese, originaria di Sologne, che propone un Doom atmosferico supportato da una voce femminile non lirica e da un possente growl, grezzo e demoniaco. Dopo aver pubblicato il demo Spleen nel 2003 e il bellissimo album di debutto Du Mal de Vivre nel 2004, il quartetto presenta nuovamente cinque canzoni tratte dal full-lenght appena citato e le modifica stilisticamente, arrangiandole diversamente e discostandosi dai toni ambientali precedenti. L’intenzione dei Douce Morphine è quella di testimoniare al pubblico come si presenta il proprio sound sul palco e durante i live, scelta sì interessante ma alquanto azzardata.
Des Mots contiene inoltre un brano inedito, che colpisce quasi meno delle altre tracce successive e costituisce l’episodio meno riuscito del nuovo demo registrato tra il gennaio e l’aprile 2005.

Nocturnes infatti non convince fondamentalmente per la registrazione troppo poco curata, che evidenzia i suoni distorti senza far emergere le buone soluzioni acustiche e tipicamente Dark della musica dei Douce Morphine. Gli organi sottostanti, che vogliono conferire un alone funebre al pezzo, spesso sorgono con violenza, nascondendo la voce di Flore, melodica e mesta, ma mai acuta e toccante. Nocturnes farà parte del nuovo album Cicatrices, a cui la band sta lavorando sin dall’uscita di Du Mal de Vivre, prima di questo demo di passaggio.

Le altre canzoni invece risultano più melodiche e conservano numerosi elementi collegabili al Doom più classico del nord europa, come Officium Triste o Forest of Shadows, con l’eccezione della voce femminile, che pone un tocco di originalità all’interno di Des Mots. Ottime le parti di tastiera, decadenti e malinconiche, mentre le chitarre si esibiscono in riffs quasi angoscianti, carichi di dolore e di tormento. I testi cercando di descrivere la vita, paragonandola ad una foresta buia, desolata e spoglia e la musica del gruppo esprime il desiderio di allontanarsi da tale bosco, immergendosi in una dimensione migliore.

Ogni brano è piacevole da ascoltare, ma nessuno distingue dagli altri per una particolare melodia ricercata o per un’idea meglio sviluppata: sono tutti allo stesso livello e a volte la composizione cade nella monotonia; gli intrecci vocali sono buoni, ma troppe parti sono parlate con un tono sommesso e gemente.
Perciò Des Mots non costituisce un capitolo fondamentale per il quartetto francese, che probabilmente riuscirà a evolversi con efficacia nella prossima pubblicazione, ma che per ora rimane in bilico tra il passato atmosferico e interiormente Dark e un futuro preannunciato dalla impetuosa Nocturnes. Il song-writing dovrebbe subire ancora numerose variazioni, valorizzando forse l’alternanza tra i temi possenti e gli spunti acustici: perciò lo stile proposto dovrà rientrare in canoni ben più precisi, senza risultare confusionario e mal costruito.

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