Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Paolo Cazzola
Genere: 
Etichetta: 
Constellation Records
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Charles Spearin - basso, tromba
- Justin Small - chitarra
- James Payment - batteria
- Ohad Benchetrit - chitarra, corni, tastiere
- Jason MacKenzie - tastiere
- Dave Mitchell - batteria

Tracklist: 


1. When Day Chokes the Night (6:38)
2. Minmin (8:23)
3. The Landlord is Dead (5:39)
4. The Apartment Song (3:52)
5. All of This is True (7:46)
6. Bruce E Kinesis (3:39)
7. Goodbye Enemy Airship (12:37)

Do Make Say Think

Goodbye Enemy Airship the Landlord Is Dead

Quando si parla dei Do Make Say Think, non si può non riconoscere che la band canadese, ormai uno dei baluardi post-rock nazionale, non abbia avuto un processo evolutivo e compositivo totalmente in ascesa. Fin dal debut, omonimo, per finire poi con le ultime pubblicazioni discografiche, i Do Make Say Think sono riusciti a costruirsi un suond molto personale, ricco di espressività e sempre alla ricerca di nuove soluzioni. In particolare, il loro secondo full-lenght, Goodbye Enemy Airship the Landlord Is Dead è quello che più di tutti ha segnato una svolta decisiva nello sviluppo musicale del gruppo: dopo un debutto a tratti acerbo ma comunque promettente, la band infatti da alla luce quello che può essere definite come il suo primo masterpiece.

Il titolo del disco è preso pari pari da un opera artistica (anonima) eretta abusivamente in un vicolo di Chinatown, dietro casa di alcuni amici della band. Siamo nell’estate del 1999, e i Do Make Say Think, una volta trovata l’ispirazione per il titolo, terminano di registrare il loro secondo capitolo discografico. La registrazione è alquanto bizzarra: il sestetto canadese infatti si ritira nel fienile dei nonni del tastierista Mackenzie, nei pressi di Port Hope (Ontario), e a scapito della grandissima ruralità del posto, confeziona un album molto ben curato, dai suoni onirici e soffusi.

Si parte con When Day Chokes the Night, e con il suo incipit assonnato e dolce. Per i primi tre minuti e mezzo si odono soltanto dei fraseggi chitarristici, ma successivamente la canzone esplode man mano, diventando una bellissima esperienza psichedelica nella quale si aggiungono alla chitarra anche le percussioni e il sassofono, incastonandosi alla perfezione l’un l’altro. Minmin cambia registro in un lampo, presentandosi molto soffusa e ragionata alle orecchie dell’ascoltatore, incentrata sui fraseggi chitarristici nella prima parte, e sull’accostamento ritmica/effettistica nella seconda. Stesso dicasi per The Landlord Is Dead, climax unico supportato dalle tastiere e agli inserti sassofonistici. Il vortice elettrico qui raggiunge il suo apice, regalandoci una piccola perla nella discografia della band, psichedelica e surreale. Superata la breve ma intensa The Apartment Song, si arriva alla commovente All of This Is True, intrisa di psichedelica e di jazz, piacevole nel suo incedere, sicuramente una delle migliori del lotto. Bruce E Kinesis rappresenta un piccolissimo capitolo di questo mosaico, per poi giungere alla conclusiva Goodbye Enemy Airship. Trattasi della traccia più surreale e onirica di tutto questo Goodbye Enemy Airship The Landlord Is Dead, colpisce soprattutto per l’enorme mole di effettistica presente, data dalla grossa presenza di tastiere e sintetizzatori. Sfumando nel bel mezzo di note di synth, svanisce sia l’ultima canzone che il disco, lasciandoci ben più che soddisfatti.

Goodbye Enemy Airship The Landlord Is Dead è uno dei capitoli più riusciti dell’intera discografia targata Do Make Say Think. Estremamente variegato e d’impatto, il disco diventa una delle perle della produzione del gruppo, aspettando il capolavoro & Yet & Yet. Fatelo vostro e scoprirete, almeno in parte, la grande potenzialità dei Do Make Say Think.

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