Voto: 
4.0 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Locomotive Records/Frontiers
Anno: 
2001
Line-Up: 

- Shawn Hutchins - voce
- Travis Horton - chitarra
- David Ulrich - basso
- Kevin Royer - batteria

Tracklist: 

1. Personality Instability  
2. Don't Wait For Dawn  
3. No Government Cheese For This Cracker  
4. Threshold  
5. Forget The Past  
6. Fleshless Bitch  
7. Misery In Season  
8. Bloodstorm Trilogy  
9. Breaking The Pain Barrier

Distrust

No Good Deed Shall Go Unpunished

Band americana formatasi nel 1995, i Distrust proponevano un hardcore/crossover che pescava a piene mani nel thrash della Bay Area e soprattutto nell'hardcore "old-school" degli anni '80, giungendo tuttavia a risultati non certo eccelsi o memorabili, come dimostra anche il fatto che non siano mai riusciti ad assurgere ad un ruolo di primo piano nell'affollato panorama del rock pesante del Nuovo Continente.
A loro scusante c'è comunque l'attenuante che hanno avuto soltanto il tempo di dare alla luce questo solo - peraltro piuttosto modesto - album, prima dell'inevitabile split a cui giunsero appena un anno dopo il qui presente loro album d'esordio, nonché loro unica testimonianza lasciata nel mondo della musica, ossia No Good Deed Shall Go Unpunished del 2001.

L'album in questione fu originariamente rilasciato dalla Screaming Ferret, etichetta che attualmente orbita intorno alla label spagnola Locomotive Music, che oggi infatti, a ben sette anni di distanza, ne cura la ristampa. Coraggioso il tentativo della suddetta label di rispolverare album del passato che potenzialmente dovrebbero interessare acquirenti differenti rispetto agli standard soliti a cui essa è diretta, e che al contempo le permetterebbero di estendere la propria sfera di competenza anche al di fuori del metal classico, ma in realtà si tratta purtroppo di una riesumazione di cui si sarebbe anche potuto fare a meno, un disco che presumibilmente non avrebbe lasciato rimpianto alcuno se fosse rimasto seppellito in quell'oblio in cui si trovava ormai da anni.
Messa da parte quindi la curiosità per una realtà così sconosciuta e underground del panorama musicale statunitense di altro rimane ben poco, infatti relativamente alle tracce contenute in scaletta, alcune di esse risultano addirittura spossanti e quasi insopportabili, come nel caso delle ambiziose, ma sconclusionate e fin troppo lunghe Fleshless Blitch o Misery Is In Season, mentre va leggermente meglio quando i Distrust mettono da parte ambizioni eccessive e sogni di gloria per fare ciò che sembra loro riuscire meglio, proponendo pezzi veloci ed aggressivi, quali Don't Wait For Dawn o Forget The Past, con risultati decenti ma niente di più.

Una ristampa quindi parecchio inutile, trattandosi di un disco che presumibilmente non attirerà più di tanto neanche gli stessi sostenitori ed amanti dell'hardcore. Operazioni del genere, che intendono riportare alla luce vecchi, misconosciuti e sperduti cimeli (quando di cimeli si tratta!) del passato sono spesso da accogliere a braccia aperte, ma in tal caso purtroppo c'è veramente ben poco per cui potersi ritenere soddisfatti.


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