Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2008
Line-Up: 

:
- Marco Laudicino - voce e chitarra
- Michele Iorio - chitarra
- Roberto De Rosa - basso e tastiere
- Andrea Migliaccio - batteria e percussioni


Tracklist: 

1. On The Stage
2. Ya’ll Be Fresher To Sing & Play
3. End Of A Faith

Direct Influence, The

Continuous Waiting EP

C’era una volta una band di giovani artisti, di quelli che ascoltano musica rubando il tempo ai libri, di quelli che crescono a forza di pane e rock, di quelli che le note le custodiscono nativamente dentro e che in qualche modo devono permettere che si liberino e divengano forma di espressione. È questo immenso desiderio che permette loro di iniziare a suonare uno strumento e che li spinge fin da giovanissimi a concentrarsi su un’idea di musica che riesca a catalizzare tutte le diverse influenze da loro assorbite negli anni, capitalizzarle, amalgamarle e forgiarle per un nuovo idioma espressivo.
Ma la giovane età, si sa, porta a fare passi affrettati (ma anche sfrontatamente coraggiosi) ed il bisogno di provare nuove esperienze per maturare immobilizza, o meglio mette in “pausa”, l’ultimo tassello della già statuaria idea iniziale, creazione che riprende vita e forma nel nostro caso anni dopo quando la band, ben più matura, riprende le redini della quadriga, pronta a domare i suoi quattro cavalli di razza. 

Pronti ed autoprodotti, tra un live ed una sperimentazione, i nostrani Direct Influence partoriscono questo EP composto da soli tre pezzi dalla struttura tanto semplice quanto affascinante; vediamolo a fondo.

In On The Stage, l’opener, il cantante Marco Laudicino assume le sembianze di Brandon Boyd (toccando alcune melodie che ricordano vagamente Maynard Keenan) mentre tutto il sound gira intorno ai suoi Incubus più intimi ed introspettivi, privi dell'approccio funky degli esordi ma che con stive stracolme di maturità affrontano il mare in tempesta dell’alternative rock. Discorso simile per End Of A Faith, nella quale gli arrangiamenti abbandonano il loro ruolo di elemento aggiuntivo per essere parte integrante di un tessuto che si tinge di grunge.
Grande qualità di ascolto, soprattutto per i suoni che non si accavallano mai tra loro ma che amalgamandosi donano quel senso di essenzialità capace di far emozionare, senza alcun bisogno di tecnicismi e creazioni ricercate; Ya’ll Be Fresher To Sing & Play sembra prendere le distanze ed offrire una nuova interpretazione di “influenza diretta”: pop inglese ma di alto borgo con Oasis, The Verve e Train (Drops Of Jupiter) che svettano su tutti conferendo un approccio easy, più radiofonico e meno sperimentale.
Davvero un peccato che siano solo tre tracce. Un assaggio nella (continua) attesa di qualcosa di più.


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