Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Etichetta: 
Jagjaguwar
Anno: 
2009
Line-Up: 

J Mascis - chitarra, voce
Lou Barlow - basso, voce
Murph - batteria

Tracklist: 

1. Pieces - 4:34
2. I Want You to Know – 4:32
3. Ocean in the Way – 4:22
4. Plans – 6:43
5. Your Weather – 3:08
6. Over It – 3:49
7. Friends – 4:34
8. Said the People – 7:43
9. There's No Here – 3:41
10. See You – 5:49
11. I Don't Wanna Go There – 8:45
12. Imagination Blind – 3:21

Dinosaur Jr.

Farm

Nel 2005 la line-up originale dei Dinosaur Jr., la stessa dei loro capolavori pubblicati nel periodo 1985-1988, composta quindi da J Mascis, Lou Barlow e Murph, si riunì a sorpresa dopo quasi vent'anni, pubblicando poi nel 2007 il full-length Beyond.
Palese fu una ritrovata verve creativa e melodica, messa a disposizione di un nuovo sound diviso tra hard-rock e alternative-rock, nel quale le chitarre "noise" di un tempo erano diventate più che altro un'avvolgente ovatta attorno ai pezzi.
Relegata la violenza sonora a morbido accompagnamento distorto per le melodie portanti, trasformato il disagio esistenziale in malinconia semi-sorridente, rallentati i ritmi, ciò che restava era soprattutto il talento di Mascis e Barlow nello scrivere melodie catchy ed emozionanti, spesso non deludendo affatto le aspettative.

Da Beyond al successivo Farm il trio non cambia quello stile complessivo, ma riesce a migliorare alcuni importanti dettagli: in primis la produzione (opera dello stesso Mascis, come nel precedente disco), che azzecca una maggior fragorosità chitarristica, in secondo luogo il talento e gusto per le melodie, che favorisce una maggior enfasi emotiva e complessivamente pare anche nettamente migliorato, raggiungendo i livelli degli ormai classici Green Mind o Where You Been, ed infine un approccio molto più slegato dai cliché delle power-ballad hard-rock alla 1980s (riff e assoli sono stavolta più sfumati verso contaminazioni dinamiche tra post-grunge, hardcore melodico e vecchia scuola alternative-rock).

La migliorata sensibilità per melodie, suoni e coinvolgimento emotivo caratterizza l'intera ottima prima metà dell'album, con un susseguirsi di accattivanti ed evocativi rock melodici come Pieces, I Want You to Know, Ocean in the Way, Plans, Your Weather (scritta da Barlow), Over It e Friends, power-ballad tanto vivaci quanto pervase da un costante senso di nostalgia malinconica, con vertice emozionale toccato forse dalla successione di Ocean in the Way e Plans, vertice di "sound" toccato da Your Weather (con un impenetrabile muro di stratificazioni tra chitarra e voce, al quale si aggiunge un riverberato pulsare di basso), e vertice "hardcore" toccato da Over It e Friends.

Lungo la seconda metà arriva un lieve calo d'ispirazione, particolarmente evidente nelle più anonime There's No Here, See You (il momento più "clean" e radio-friendly), Imagination Blind (una nenia alla R.E.M. imbottita di chitarre distorte) e Said the People (una sorta di ripresa non dichiarata della precedente Pieces, con una parte iniziale quasi rasentante l'auto-plagio, poi bilanciata da un più ispirato sviluppo), ma i buoni momenti sono ancora presenti grazie ai quasi 9 minuti di I Don't Wanna Go There, lungo i quali la chitarra di Mascis diventa protagonista indiscussa tramite uno dei suoi più memorabili assoli.

Il principale rimprovero che si possa fare a Mascis non è tanto quello di aver abbandonato i rumorismi lancinanti e i vocalizzi malati, cosa ovvia vista la maturazione anagrafica e quindi le differenti esigenze espressive, ma piuttosto il tentativo di rincorrere, specie nella seconda metà del disco, la tipica timbrica e modulazione vocale di Eddie Vedder; l'ombra dei Pearl Jam, che già aveva avuto il suo peso su dischi come Where You Been, suona piuttosto fuori posto nel repertorio di una band che ha ispirato e forse proprio inventato l'intero movimento grunge.
Tolto questo difetto, il disco resta una buona uscita pop-rock/alternative-rock, caratterizzata da un Mascis che non ha affatto perso talento e sensibilità melodica, non arrivando più all'altezza dei grandi classici del periodo 1985-1988 ma sicuramente superando il precedente Beyond, album che ora, alla luce di Farm, ne sembra più che altro una prova generale.
 

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