Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast
Anno: 
2012
Line-Up: 

Mike  Guitars 

Vaaver  Drums 

Schmier  Vocals, Bass 

Tracklist: 

1. Exordium  01:03   instrumental 

2. Cyanide  03:21  

3. Spiritual Genocide  03:39  

4. Renegades  03:55  

6. No Signs of Repentance  03:24  

7. To Dust You Will Decay  04:21  

8. Legacy of the Past  04:50  

9. Carnivore 04:28

10. Riot Squad 04:12

11. Under Violent Sledge  04:09  

Destruction

Spiritual Genocide

Da qualche anno a questa parte ogni uscita dei Destruction viene accolta dal sottoscritto con un leggero timore giacché la qualità degli ultimi album, senza tirare in ballo gli anni 80, non è neanche da mettere in confronto con quella di un lavoro neanche troppo lontano come The Antichrist (2001). Senza chiamare in causa gli inarrivabili capolavori di più di vent’anni fa, posso dire che negli ultimi sei o sette anni, Schmier & Co. hanno dato alle stampe lavori in primis troppo lunghi, caratteristica penalizzante per il thrash metal più intransigente e in secondo luogo, con poche idee veramente esaltanti. Questa combinazione ha fatto sì che il nome Destruction non venisse esaltato  a dovere nel campo thrash metal degli ultimi tempi.

Addentrandoci nell’ultimo lavoro del gruppo, Spiritual Genocide, possiamo notare la mascotte del gruppo, il folle macellaio, sempre in copertina. L’inizio dell’album è nella mani di una breve introduzione dalle influenze Kreatoriane alla quale fa seguito la brutale Cyanide. Tra ritmiche dirette e ruvide, una batteria che non smette di martellare e la solite vocals acide di Schmier tutto sembra lavorare al meglio. Vari stop and go con tanto di ferali rullate di batteria ci introducono ad una title-track che punta maggiormente su tempi medi per dare risalto al ritornello ma senza disdegnare alcuni picchi più impulsivi. La registrazione pulita dona potenza agli strumenti anche se inevitabilmente penalizza la tipica irruenza thrash metal. Ad ogni modo, le prime due tracce del lavoro, seppur differenti in stile, si fanno notare positivamente per le idee discrete e la convinzione giusta.

La cavalcata chitarristica di Renegades colpisce, anche se alcuni momenti su tempi medi trasudano di modernizzazione piuttosto che di purezza. La voce di Schmier a tratti si fa più accessibile, seguendo le sporadiche melodie. Insomma, una traccia bilanciata tra vecchio e nuovo ma che, comunque, non colpisce esattamente nel segno.  L’atmosfera apocalittica City of Doom si arricchisce di un riffing deciso, abbondante e quasi sempre supportato da una batteria che viaggia di doppia cassa. Una delle tracce maggiormente coinvolgenti. No Signs of Repentance e la sua dose di velocità sono più che benvenuti per una composizione in puro Destruction-style e quindi molto piacevole. Le ritmiche incandescenti ed i tempi tirati al limite mi convincono nella loro voglia di apparire palesemente vintage. A smorzare leggermente i toni ci pensa l’oscura To Dusk you will Decay, inizialmente pregna di arpeggi distorti in stile doom per poi proseguire tra tempi medi e sporadiche accelerazioni.

Grazie anche solamente al suo nome, Legacy of the Past ci riporta indietro negli anni. Il testo si compone di nomi di band ed album che hanno fatto la storia del genere per un vero ritorno alle origini. L’oscura, morbosa Carnivore fa la sua apparizione tramite liriche brutali, trame chitarristiche lugubri e la voce indemoniata di Schmier. Sicuramente tra la tracce più riuscite, senza per forza puntare su tempi veloci. Il tocco melodico tipico dello speed metal durante le parti veloci di Riot Squad mi sorprende e mi cattura con il suo ritornello sempre in evidenza. A terminare il lavoro troviamo la tiratissima Under Violent Sledge, carica di aggressività fini all’inverosimile per un finale col botto.

Tirando le somme dell’ascolto, Spiritual Genocide si compone di brani decisamente migliori se confrontati ai lavori precedenti. I Destruction sembrano aver ritrovato la grinta giusta e anche se non ci troviamo per le mani un capolavoro, è giusto premiarli per l’attitudine, il songwriting di nuovo fresco e per la loro brutalità. Il macellaio è sempre vivo e tra di noi.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente