Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
Earache Records/Self
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Glen Benton - Voce e basso
- Steve Asheim - Batteria
- Jack Owen - Chitarra
- Ralph Santolla - Chitarra

Tracklist: 

1. The Stench Of Redemption
2. Death To Jesus
3. Desecration
4. Crucified For The Innocence
5. Walk With The Devil In Dreams You Behold
6. Homage For Satan
7. Not Of This Earth
8. Never To Be Seen Again
9. The Lord's Sedition

Deicide

The Stench of Redemption

Alzi la mano chi credeva ancora capaci i Deicide di pubblicare un disco degno di questo nome? Chi non pensava che, dopo lo split coi fratelli Hoffman combattuto a suon di denunce, avvocati, querele e stucchevoli scambi di battute a distanza sui più importanti mezzi di comunicazione metal, il signor Benton avesse ancora le capacità fisiche ed intellettuali per comporre della musica ascoltabile? Infine, si alzi in piedi chi non aveva dato la band floridiana come definitivamente e ineluttabilmente finita, capace solo di continuare a rigirarsi su se stessa in un infinita spirale di negatività.

Ebbene, il buon Glen questa volta l'ha messo allegramente in quel posto a circa il novantanove per cento della critica (compresi i redattori che scrivono su questa webzine) ed ad una buona parte dei fan che sparsi nel mondo ascoltano Death metal in tutte le sue forme. Perchè il sempre discusso cantante si è rimboccato per bene le maniche, si è tenuto ben stretto Steve Asheim, batterista più che dignitoso, si è subito accaparrato il fuggitivo Jack Owen ex Cannibal Corpse (e non un ex qualsiasi, ma uno che ha scritto mezzo The Bleeding) e ha tirato fuori dal cilindro un certo piccoletto di chiare origini italo-latine, tale Ralph Santolla, chitarrista che ha militato, tenetevi forte, nei Death, negli Iced Earth e ultimamente anche nel progetto solista di Sebastian Bach.

Forse era proprio questo ciò che serviva ai Deicide: abbandonare in parte il riffing ormai un pochino stagnante dei fratelli Hoffman, chiamando in soccorso musicisti con altri background ed altre idee, capaci di far sviluppare un suond finalmente diverso e non ripetitivo. E qui la scommessa è stata vinta alla grande, perchè le composizioni sono diventate meno convulsive e più quadrate, quindi con un impatto totalmente differente. Le melodie che Santolla crea e tesse alla perfezione nei suoi assoli, poi, arricchiscono un lavoro già ottimo, rendendo innovativo in generale il prodotto.

Come avrete già capito, si sta parlando un disco coi fiocchi: sembra quasi che la coppia Benton-Asheim abbia deciso di incidere tutte le idee covate in gran segreto negli ultimi anni e accantonate per dare spazio al songwriting più tipico della band. E così si incastrano in maniera lineare ed azzeccata Death old-school, Thrash e sfuriate quasi Grind, con l'aggiunta di una ricerca melodica a volte vicino all'Heavy metal statunitense. Una vera e proprio scarica di potenza in formato growl, che ovviamente rimane sempre ultra gutturale. Da notare anche come Glen Benton abbia in parte lasciato perdere le doppie voci optando per un cantato meno confuso, ma altrettanto violento.

Fantastiche canzoni come Not Of This Earth, con un Asheim esplosivo con le sue sfuriate in blast beat e riff quasi in stile Slayer ma con una marcia in più, oppure Death To Jesus, sparata a mille, arrichita da una melodia malata e accompagnata da alcune trovate al limite del Grind. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Desecration (che stupisce con spunti melodici molto atmosferici), mentre sembra quasi uscire dagli anni ottanta Walk With The Devil In Dreams You Behold, senza però mai veramente abbandonare gli amati blast beat.
L'inizio ed il riff portante di Never To Be Seen Again ricordano invece i Morbid Angel dei tempi migliori. Ci riserva infine una sorpresa la conclusiva The Lord's Sedition, che parte con un bel arpeggio e rispettiva entrata in distorto tanto Bay Area da farci subito pensare ai Testament del primo periodo: la mano "delicata" di Santolla si sente in ogni singola nota. La canzone poi ritorna ai soliti canoni deicidiani, ma un plauso per aver cercato di arricchire una traccia che magari sarebbe passata inosservata.

"Prendetevi questo!", deve aver pensato Glen Benton al momento dell'uscita di The Stench Of Redemption. La puzza della redenzione: non poteva esserci titolo più azzeccato. Che anche lo scorbutico cantante si sia infine pentito di alcune scelte musicali (quelle personali difficilmente saranno messe in discussione anche in futuro) e abbia deciso di redimersi facendoci capire che è ancora un artista e non una barzelletta vivente del Death e del Metal in generale? Speriamo sia così, perchè tra i grandissimi ritorni degli ultimi anni, i Deicide proprio mancavano. Mancava soprattutto un disco da parte della band capace di mettere d'accordo (o zittire, scegliete voi) tutti quanti. Una delle migliori uscite del 2006 senza ombra di dubbio.

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