Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Etichetta: 
Maverick
Anno: 
1997
Line-Up: 

- Chino Moreno - voce
- Chi Cheng - basso, voce
- Abe Cunningham - batteria
- Stephen Carpenter - chitarra

Guest:
- Frank Delgado - samples

Tracklist: 

1. My Own Summer (Shove It) (03:35)
2. Lhabia (04:11)
3. Mascara (03:45)
4. Around the Fur (03:31)
5. Rickets (02:42)
6. Be Quiet and Drive (Far Away) (05:08)
7. Lotion (03:57)
8. Dai the Flu (04:36)
9. Headup (05:12)
10. MX (+ Bong Hit + Damone) (37:18)

Deftones

Around the Fur

Adrenaline, partito in sordina, negli anni a seguire diventa un album relativamente molto venduto negli USA, dando ai Deftones il terreno pronto per rivelare al grande pubblico le loro reali velleità stilistiche; nel frattempo escono anche i rivoluzionari album Ænima dei Tool e Roots dei Sepultura (di cui il video promozionale Roots Bloody Roots mostra Max Cavalera con addosso una t-shirt dei Deftones, accrescendone notevolmente la popolarità), oltre al secondo album Life Is Peachy dei Korn, in cui lo stesso Chino Moreno ha una breve apparizione come guest-vocalist.
La band assimilan ulteriori idee anche da questi lavori, e tentandone una sintesi nel 1997 fanno uscire così il loro secondo full-length Around the Fur, destinato a diventare un'influenza fondamentale sui contemporanei filoni del nu-metal e dell'alternative-metal in generale.

L'album sfodera forse il miglior incipit della loro carriera, con l'eccellente My Own Summer (Shove It), uno dei loro pezzi più travolgenti e originali, in equilibrio tra melodie paranoiche, sussurri e violenti scream, con un memorabile chorus dall'alto potenziale emotivo.
La seconda traccia Lhabia, dotata di strofe schizoidi alla Korn, chiare influenze hardcore, e melodie ancora una volta avvolgenti e tese verso l'epico, non è tuttavia da meno.
Lungo il corso del disco svettano inoltre i loro esperimenti sul formato della "power ballad", che, con i desolanti clangori chitarristici di Mascara e l'esplosivo wall of sound di energia ottimista Be Quiet and Drive (Far Away), riescono a sconvolgere e rinnovare: comunicando quello che resta essenzialmente uno stato mentale di dolce quiete, sono tuttavia sostenute per la maggior parte della loro struttura da stratificazioni chitarristiche molto pesanti e da una sezione ritmica furibonda; il canto di Chino Moreno ne approfitta per mostrare così le sue svariate influenze (dark-wave in Mascara, post-grunge in Be Quiet and Drive).
Una sfuriata rabbiosa arriva invece con le abrasiva urla della title-track (una perfetta miscela tra i Korn e l'hardcore più violento), la cui violenza ritorna nella schizofrenica e potente Rickets, mentre Dai the Flu riequilibra i torni grazie ad un contrasto melodico voce-basso da brividi ed un chorus più catchy.
Episodi minori appaiono invece Lotion, chiaramente costruita sulla falsa riga di Lhabia, e MX, che nonostante l'ottima partenza diventa in breve piuttosto ripetitiva.
Poco prima della fine del disco compare anche la mosca bianca Headup, differente rispetto alle altre tracce in quanto testo e musica sono un parto di Max Cavalera, reduce dallo scioglimento dei Sepultura e ormai amico e sostenitore della band; il furioso rap misto ad un monolitico riffing chitarristico e alle straziate urla fanno del pezzo uno dei più violenti mai apparsi su un album dei Deftones. Max collabora a Headup anche come seconda voce, è lui difatti ad urlare "Soul fly, fly high" nel chorus (frase che lo ispirerà a tal punto da riutilizzarla entro breve nel nome della propria nuova band, i Soulfly), mentre il testo è una dedica a Dana Wells, figliastro di Max la cui morte in un incidente ha sensibilmente influenzato il suo percorso; a Dana è anche dedicato l'intero album Around the Fur, è tuttavia da specificare che la persona ritratta in copertina non è Dana Wells, come falsamente riportato da diverse fonti, ma una modella di nome Lisa di cui poco altro si sa.
La conclusione del disco è una sorpresa: dopo MX arriva un lungo vuoto, seguito dal breve e goliardico skit Bong Hit, ed infine dalla traccia nascosta Damone, un altro esempio del nuovo stile Deftones, nel suo riuscire a fondere melodie sognanti e furia chitarristica.

Il disco riesce finalmente a far riconoscere la band come nettamente differente e più ricercata rispetto alla maggior parte dei gruppi nu-metal nati sulla scia dei Korn, facendole guadagnare un più ampio inquadramento nella generale storia dell'alternative-metal.
 

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