Voto: 
8.1 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
NoEvDia
Anno: 
2008
Line-Up: 

“Veritas Diaboli Manet in Aeternum” è uno split tra i Deathspell Omega e i connazionali S.V.E.S.T., pubblicato (chissà quanto casualmente in data 8 Dicembre) dalla NoEvDia sia come gatefold LP contenente materiale di entrambi i gruppi sia come due mini-cd separati, ognuno dei quali focalizzato esclusivamente su una delle due band. I due gruppi si sono divisi equamente il minutaggio (quarantacinque minuti, in totale), con gli S.V.E.S.T. a proporre una suite in tre parti ("Le Diable Est Ma Raison") e i Deathspell Omega impegnati invece in una sola traccia di ventidue minuti, intitolata “Chaining the Katechon”.

L'estensione notevole del nuovo brano non deve sorprendere, visto che il gruppo francese si era già misurato in passato con composizioni di durata considerevole: ma il risultato raggiunto da “Chaining the Katechon” è assolutamente straordinario e superbo, e pertanto di caratatura nettamente superiore rispetto agli episodi passati in cui i DsO si erano cimentati sulla lunghissima distanza, ad esempio in pezzi come l'interessante “Diabolus Absconditus” (2005, inserito nella compilation della Northern Heritage “Crushing the Holy Trinity”) o il solamente discreto “Mass Grave Aesthetics” (presente sullo split a quattro mani “From the Entrails to the Dirt”).

Rispetto al densissimo, intricato e compatto caos sonoro dell'ultimo full-length “Fas – Ite, Maledicti, In Ignem Aeternum” (2007), la nuova traccia dei Deathspell Omega ritrova un'attitudine melodica più accentuata (per certi versi risalente addirittura ai vecchi classici contenuti in “Si Monumentum Requires, Circumspice”), combinata ovviamente con l'intricata propensione 'progressiva' delle loro più recenti composizioni.
Chitarre meno dissonanti e dall'incedere maggiormente ponderato ed armonicamente godibile caratterizzano i minuti più occulti e tenebrosi di “Chaining the Katechon”, che però ha tempo e modo di esplodere in sezioni più soffocanti e claustrofobiche (pur raggiungendo solo sporadicamente la violenza terrificante di “Fas”): la principale qualità del brano è difatti quella di cambiare orientamento non appena si viene a correre il rischio di andare a indebolirsi languendo in una sola, prefissata direzione. A livello ritmico si avranno quindi momenti caratterizzati da un drumming matematico e contorto inframmezzati da altri più spediti e diretti, così come a livello melodico ci si troverà ad apprezzare non solo spiazzanti e feroci attacchi di Black Metal progressivo, cacofonico ed impetuoso ma anche situazioni dove appaiono riff dalla sorprendente musicalità, capaci di esprimere in modo diverso l'oscurità imperiosa e sacrale che da sempre caratterizza le atmosfere del gruppo francese; e non solo questo, ma ci sarà tempo anche per cerimoniosi cori puliti e narrazioni gutturali, per fiati trionfali o formidabili progressioni degne del miglior Avant-Black Metal.

Una vena melodica decisamente ispirata supportata da un'immediatezza sorprendente rispetto alle contorsioni devastanti di “Fas” è dunque una delle novità proposte da questa “Chaining the Katechon” che aggiunge nuovi spunti al suono già pressochè perfetto sviluppato in opere magnifiche quali "Kénôse" o "Fas": la completezza e la qualità del prodotto rendono "Chaining the Katechon" quanto di più bello (a livello di singoli brani, ovviamente) sia mai stato registrato dai Deathspell Omega – e non è cosa da poco, considerato il trend qualitativo terrificante che contraddistingue le pubblicazioni del progetto francese da un lustro a questa parte.
Miglior canzone (ed EP) Black Metal dell'anno.

Tracklist: 

1. Chaining the Katechon (22:12)

Deathspell Omega

Veritas Diaboli Manet in Aeternum

“Veritas Diaboli Manet in Aeternum” è uno split tra i Deathspell Omega e i connazionali S.V.E.S.T., pubblicato (chissà quanto casualmente in data 8 Dicembre) dalla NoEvDia sia come gatefold LP contenente materiale di entrambi i gruppi sia come due mini-cd separati, ognuno dei quali focalizzato esclusivamente su una delle due band. I due gruppi si sono divisi equamente il minutaggio (quarantacinque minuti, in totale), con gli S.V.E.S.T. a proporre una suite in tre parti ("Le Diable Est Ma Raison") e i Deathspell Omega impegnati invece in una sola traccia di ventidue minuti, intitolata “Chaining the Katechon”.

L'estensione notevole del nuovo brano non deve sorprendere, visto che il gruppo francese si era già misurato in passato con composizioni di durata considerevole: ma il risultato raggiunto da “Chaining the Katechon” è assolutamente straordinario e superbo, e pertanto di caratatura nettamente superiore rispetto agli episodi passati in cui i DsO si erano cimentati sulla lunghissima distanza, ad esempio in pezzi come l'interessante “Diabolus Absconditus” (2005, inserito nella compilation della Northern Heritage “Crushing the Holy Trinity”) o il solamente discreto “Mass Grave Aesthetics” (presente sullo split a quattro mani “From the Entrails to the Dirt”).

Rispetto al densissimo, intricato e compatto caos sonoro dell'ultimo full-length “Fas – Ite, Maledicti, In Ignem Aeternum” (2007), la nuova traccia dei Deathspell Omega ritrova un'attitudine melodica più accentuata (per certi versi risalente addirittura ai vecchi classici contenuti in “Si Monumentum Requires, Circumspice”), combinata ovviamente con l'intricata propensione 'progressiva' delle loro più recenti composizioni.
Chitarre meno dissonanti e dall'incedere maggiormente ponderato ed armonicamente godibile caratterizzano i minuti più occulti e tenebrosi di “Chaining the Katechon”, che però ha tempo e modo di esplodere in sezioni più soffocanti e claustrofobiche (pur raggiungendo solo sporadicamente la violenza terrificante di “Fas”): la principale qualità del brano è difatti quella di cambiare orientamento non appena si viene a correre il rischio di andare a indebolirsi languendo in una sola, prefissata direzione. A livello ritmico si avranno quindi momenti caratterizzati da un drumming matematico e contorto inframmezzati da altri più spediti e diretti, così come a livello melodico ci si troverà ad apprezzare non solo spiazzanti e feroci attacchi di Black Metal progressivo, cacofonico ed impetuoso ma anche situazioni dove appaiono riff dalla sorprendente musicalità, capaci di esprimere in modo diverso l'oscurità imperiosa e sacrale che da sempre caratterizza le atmosfere del gruppo francese; e non solo questo, ma ci sarà tempo anche per cerimoniosi cori puliti e narrazioni gutturali, per fiati trionfali o formidabili progressioni degne del miglior Avant-Black Metal.

Una vena melodica decisamente ispirata supportata da un'immediatezza sorprendente rispetto alle contorsioni devastanti di “Fas” è dunque una delle novità proposte da questa “Chaining the Katechon” che aggiunge nuovi spunti al suono già pressochè perfetto sviluppato in opere magnifiche quali "Kénôse" o "Fas": la completezza e la qualità del prodotto rendono "Chaining the Katechon" quanto di più bello (a livello di singoli brani, ovviamente) sia mai stato registrato dai Deathspell Omega – e non è cosa da poco, considerato il trend qualitativo terrificante che contraddistingue le pubblicazioni del progetto francese da un lustro a questa parte.
Miglior canzone (ed EP) Black Metal dell'anno.

TRACKLIST
1. Chaining the Katechon (22:12)

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