Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Goodfellas
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Simone Tilli - Chitarra Filtrata, Voci
- Alessandro Casini - Chitarra Fuzz
- Vittorio Nistri - Filtraggi, Vocoder, Loops, Electribe
- Carlo Sciannameo - Basso
- Lorenzo Moretto - Batteria
- Vincenzo Vasi - Theremin, Vibrafono
- Jacopo Andreini - Sax Alto

Tracklist: 

1. Permafrost
2. Come ho fatto a finire in questo deserto
3. Personal Titanic
4. Utile idiota
5. Magnesio
6. Un luogo dove non sono mai stato
7. Amber
8. Istruzioni per l'uso della signorina Richmond
9. I veri uomini stanno a Chieti
10. Sedna
11. Nibor dooh
12. S.B.S.
13. Virus inc.
14. Cose che si rompono
15. Come tagliare le mani a un fantasma
16. Deposito 423
17. Anche i bocconiani hanno cominciato da piccoli
18. Wormhole
19. C'è ancora vita su marte
20. Il ciclio r.e.m. di una città stanca (1)
21. Il ciclio r.e.m. di una città stanca (2)
22. Still life

Deadburger

C'è Ancora Vita Su Marte

Se c'è un'osservazione, ovvia e palese, da fare riguardo il panorama musicale italiano, è la sua pressochè totale mancanza di una vera e propria scena d'avanguardia. Bene, perchè i Deadburger ne sono l'esatta controprova: l'avventura del gruppo parte nel 1996 con la partecipazione all'Arezzo Wave e, da lì in poi, i ragazzi toscani si sono spinti, senza mezzi termini, in un'evoluzione musicale ai confini delle sperimentazioni sensoriali, mutando continuamente il registro stilistico attraverso i vari dischi pubblicati, proprio come l'ultimo C'è Ancora Vita Su Marte, uscito il 16 Aprile 2007 per la Goodfellas. L'album è un immenso calderone di influenze che spaziano in tutti i meandri sonori esistenti, per cui non c'è da meravigliarsi se nel corso del disco ci si ritrova dapprima immersi in allucinate cavalcate d'elettronica per poi finire annegati nelle sperimentazioni più complesse e ricercate ai confini del jazz, del cantautorato, del punk, dell'industrial e del più semplice rock.

C'è Ancora Vita Su Marte è un'opera complessa in tutti i sentieri e le minuscole vie che la compongono e che al suo interno si inalberano, sia per quanto riguarda l'assetto musicale che per quello lirico-letterario, sapientemente costruito dai Deadburger e altrettanto bene trasposto musicalmente. Le danze vengono aperte dalla breve intro Permafrost, seguita a ruota da Come Ho Fatto A Finire In Questo Labirinto, costituita da robuste parti strumentali in cui suoni e voci si alternano in trascinanti scosse emotive; particolare e soffusa è invece Wormhole, ricercata ed emozionante nelle sue commistioni di violini e pianoforti che ne allargano evidentemente la portata atmosferica e melodica. Momenti alt-rock a là Afterhours si alternano così alle strutture timbriche complesse e ricercate tipiche dei Quintorigo, passando per gli affascinanti soundscapes elettronici come accade ad esempio nelle brevi Virus Inc., Sedna e Nibor Dooh.

Cacofonica e confusionaria è invece S.B.S (Sandro Bondi Syndrome), costruita da suoni cerebrali e frammentati, diversi invece da quelli che rendono Il Ciclo R.e.m. Di Una Città Stanca 2 (sorella di Il Ciclo R.e.m. Di Una Città Stanca 1) uno degli episodi più convincenti dell'intero lotto con le sue atmosfere psichedeliche e ipnotizzanti. Le sperimentazioni continuano senza tregua e sporadicamente si incontrano cali compositivi. E' pressapoco inutile descrivere l'album attraverso le singole canzoni, perchè sentendo tutto d'un fiato C'è Ancora Vita Su Marte allora l'ascolto risulterà decisamente più convincente di quello che già è. Basti pensare a questa musica come ad un continuo flusso di follia urbana e cerebralismo onirico intervallato da quiete aperture e attimi di studiata meditazione (il passaggio dalla malattia effettistica di Come Tagliare Le Mani A Un Fantasma ai refrain psichedelici di Deposito 423): C'è Ancora Vita su Marte è questo e nient'altro che questo.
Prendere o lasciare. Soddisfatti o.. cazzi vostri, insomma.

Detto questo, i Deadburger rimangono una delle più sconvolgenti realtà del panorama italiano, grazie alla particolarità del loro registro sperimentativo/compositivo: come già detto rimane impossibile catalogare questo disco per le innumerevoli influenze stilistiche che lo compongono, per questo motivo l'unica cosa da fare è lasciarsi avvolgere dall'atmosfera insana e squilibrata di questo piccolo gioiellino di ricerca sonora e concettuale. Consigliatissimo a chiunque abbia necessità di evadere dal normale e dal reale, sperando che C'è Ancora Vita Su Marte possa concretamente rivitalizzare lo stantio panorama sperimentale-alternativo nostrano.

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