Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Trutzburg Thule
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Dennis Raymond Plummer - tutti gli strumenti

Guests:
- Sagittarius - tema di pianoforte in End Times
- Troy Southgate - voce in End Times
- Vera DeBaillou - voce in Lame Du Temps e in End Times

Tracklist: 

DISCO 1:
1. Trost der Welt
2. I Saw No Temple in the City
3. Die Sehnsucht So Gross
4. O Tiefe Ohne Grund
5. Bereit zum Fluge in die Sterne
6. In Demut, in Ewigkeit
7. Epilog

DISCO 2:
1. Kleine Odyssee
2. Rendezvous
3. Das Ewige Begräbnis
4. Viriatio
5. The Rainbow (Pre-Version)
6. Honour
7. Satans Trick
8. Lebendige Menschen
9. Wonders (Version 2008)
10. Power & Dignity
11. Dying Alone
12. The Masters of Decay
13. Lame Du Temps (Wellen der Zeit, 2008 Version)
14. End Times (Bonus Track)

Days of the Trumpet Call

I Saw No Temple in the City

La maestosità del Dark-Ambient dalle tinte neoclassiche e la fermezza dell’avanguardia marziale Industrial si fondono insieme per creare il sound del progetto Days Of The Trumpet Call, uno degli innumerevoli esponenti della scena tedesca maggiormente legata al recupero dell’immaginario medievale e del simbolismo religioso. I Saw No Temple In The City, pubblicato nel 2001, rappresenta il secondo album di studio dell’act nato dalla mente del polistrumentista bavarese Raymond Plummer, che propone a distanza di sette anni dalla loro genesi una rimasterizzazione dei pezzi tessuti in quell’oscuro picture-disc in formato 10 pollici.

Per coronare la riedizione del capitolo discografico, l’etichetta Trutzburg Thule, da sempre attenta a raccogliere tutte le realtà connesse alle leggende templari, ha desiderato affiancare il disco vero e proprio con una raccolta dei brani più validi prodotti da Plummer nel periodo 1999-2006. 



La minacciosa copertina che raffigura l’arcangelo Michele pronto a colpire l’umanità peccatrice con la sua spada appartiene a quel contesto apocalittico tipico di gran parte delle realtà che fanno capo alla celebre etichetta Cold Spring Records, anch’essa legata al progetto Days Of The Trumpet Call.
 Composto da sette episodi largamente strumentali, I Saw No Temple In The City avvolge l’ascoltatore per circa una mezz’ora di musica cupa, tragica e desolata, delineando un’effigie a cavallo tra le tradizioni Neo Folk/Industrial e Dark/Ambient; la voce narrante, tipica dei lavori di matrice Martial, accompagna l’intero viaggio fino all’epilogo finale, in cui raggiunge l’apice del suo approccio gelido ed inquietante.
Vere protagoniste del platter, le tastiere scandiscono con regolarità il ritmo di ogni brano, alternando mesti temi di pianoforte a partiture d’organo dal sapore barocco e seicentesco; immancabile poi il suono vacuo delle trombe apocalittiche che consentono di stabilire il collegamento tra l’ambito musicale e quello visuale, costituito dall’immagine di una Parigi distrutta e ferita all’interno del booklet.

La pecca principale che si può riscontrare nell'album è costituita dall'impiego di suoni troppo sintetici, perché anche la stessa chitarra acustica assume un timbro piatto e poco realistico.


Il disco aggiuntivo Reminiszenz 1999-2006 offre invece una panoramica sull'operato del progetto Days Of The Trumpet Call negli anni: il genere proposto non assume toni così lontani da quello espresso in I Saw No Temple In The City, ma riesce comunque a spaziare in modo variegato attraverso tutti i registri stilistici della musica d'atmosfera. Rendezvous (pubblicato nel 2004) ritrae uno degli episodi più efficaci, strutturato in un climax in equilibrio fra gli archi Dark-Ambient e le ritmiche da marce Industrial.

A completare Reminiszenz interviene la bonus track End Times, registrata appositamente nel 2008 con la collaborazione dei Sagittarius, autori del tema di pianoforte che conduce la traccia, e delle voci di Troy Southgate (famoso in ambito Neo Folk con il suo progetto H.E.R.R.) e di Vera DeBaillou.



Si deve sottolineare che il Dark-Ambient nell'ultimo decennio non ha subito un'intensa evoluzione, poiché le varie realtà che lo rappresentano sono rimaste ancorate a stilemi ormai consolidati da tempo. Days Of The Trumpet Call si colloca all'interno di questa canonica tradizione, senza spaziare attraverso sperimentazioni eteree, elettroniche, noise o minimaliste, ma comunque potrà essere apprezzato sia dai cultori del genere, sia da coloro che desiderano essere circondati da un alone tenebroso, non diametralmente opposto rispetto all'ambito delle soundtracks.

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