Voto: 
5.2 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Etichetta: 
Peaceville
Anno: 
2010
Line-Up: 

Fenriz - Drums, Vocals, Bass, Rhythm Guitar (on "Bränn Inte Slottet")
Nocturno Culto - Guitar, Vocals, Bass  
 

Tracklist: 




1. Those Treasures Will Never Befall You 04:21
2. Running for Borders 04:04
3. I Am the Graves of the 80s 03:07
4. Stylized Corpse 07:33
5. Circle the Wagons 02:46
6. Black Mountain Totem 05:36
7. I Am the Working Class 05:08
8. Eyes Burst At Dawn 03:49
9. Bränn Inte Slottet 04:37

Darkthrone

Circle the Wagons

Il viramento stilistico avvenuto per i DarkThrone all’incirca da Too Old, Too Cold è continuato per tutti questi quattro anni attraverso album decenti ma sicuramente da non sottovalutare. Certo, ormai i DarkThrone sono quanto di più distante si possa immaginare da quel genere che loro stessi hanno creato, il black metal. Gli album più recenti erano concentrati di un black ‘n’ roll dalle chiare influenze punk, tutto condito da un’attitudine 80s che raramente avevamo sentito ai giorni nostri e che persino i DarkThrone stessi non avevano mai proposto, forse fatta eccezione per i loro primissimi demotapes degli anni 80. Ad ogni modo, dicevamo prima che la loro evoluzione non accennava a svanire ed ecco che con questo nuovo lavoro, Circle the Wagons, Fenriz e Nocturno Culto si spingono su lidi che raramente hanno a che fare con il black e spesso ci si ritrova ascoltare partiture persino al limite dell’heavy classico o dell’epic anni 80. Bands black/thrash come Sodom e Hellhammer spesso e volentieri vengono chiamate in causa anche se una certa riverenza per i Bathory epici non viene mai nascosta.

Da subito chiare le influenze punk della canzone posta in apertura, Those Treasures Will Never Befall You, mentre la voce è chiaramente ispirata a Tom G. Warrior con alcune virate quasi su toni epici. Le produzione è sporca ma leggermente più graffiante e meno impastata di quella degli album precedenti. Il minimalismo sonoro che il nostro storico duo ci propone ora è abbastanza lontano da quello in stile black del passato ma l’attitudine è la stessa. Generalmente non si va oltre ai semplici up tempo anche se alcune partiture più estreme per quanto riguarda le chitarre sono da segnalare al fine di donare il giusto mood ad un disco che prosegue la sua marcia tra riffs di chiara matrice classica misti a sterzate di thrash più rozzo che viaggia su tempi medi; caratteristiche ben esemplificate da Running for Borders. Si ritorna al più grezzo punk/thrash/black con I Am the Graves of the 80s, la quale tra l’altro si fa notare per alcuni cori in voce pulita tra vocals che generalmente sono appunto un’estremizzazione/miscuglio  dei generi succitati. I riffs non mostrano idee particolarmente elettrizzanti e spesso non catturano come dovrebbero fare, nonostante alcune buone aperture “melodiche” in fase solista.

La lunga e doomeggiante Stylized Corpse prende notevolmente spunto dai vecchi Samael o Hellhammer ma senza nulla di elettrizzante; quando invece  le influenze punk ci danno uno scossone in occasione della title-track. La voce si trasforma in una tonalità maggiormente pulita e alcuni spunti speed si fanno largo al fine di creare una canzone maggiormente godibile e varia. Si ritorna sul classico thrash sporco con i riffs di Black Mountain Totem anche se la proposta comincia a risultare indigesta per la mancanza di parti veramente esaltanti e non tanto per lo stile proposto. La veloce, tagliente e sempre ispirata al punk I Am the Working Class scorre via senza infamia e senza lode con la voce influenzata tantissimo da Paul Speckmann (Death Strike, Master) per poi venire assaliti nuovamente da riffs speed/thrash di Eyes Burst At Dawn e terminare con la strumentale Bränn Inte Slottet, quasi interamente composta dal titolo cantato in coro e la lenta marcia degli strumenti.

I DarkThrone hanno sfornato ancora una volta un prodotto discutibile per quanto riguarda il genere prodotto ma ancora di più per quanto riguarda la mera qualità dei pezzi. Album del genere di band underground vengono stroncati ovunque su fanzine, ogni giorno e non vedo perché salvare Fenriz e Nocturno Culto. Solo perché scrissero pagine importanti del black metal?  Il passato non deve mai intaccare il presente in questi casi.    

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