Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Glitterhouse
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Chris Hooson & Danny Buxton - Tutte le musiche

Tracklist: 

1. Never Much To Say
2. A Darkness Of Moons
3. Uw Wanhopige Vrees
4. Because Our Lie Breathes Differently
5. I Don't Understand Your Medicine
6. Early Century Maple
7. All Your Hopes Gone Cold
8. I'm Leaving You
9. Over A Loveless Winter
10. Brittle With Sorrow
11. All That I Can Hold Near

Dakota Suite

Waiting For The Dawn To Crawl Through And Take Away Your Life

Poetico, struggente ed estremamente intenso. Sto parlando di Waiting For The Dawn To Crawl Through And Take Away Your Life, ultimo lavoro dei Dakota Suite di Chris Hooson e del suo braccio destro Danny Buxton, disco che segue di ben quattro anni il precedente (bello, ma non altrettanto valido) This River Only Brings Poison, e che si pone indubbiamente tra le migliori uscite di questo 2007 ricco di sorprese, anche se in questo caso bisognerebbe parlare di una conferma, nonostante i Dakota Suite siano passati per lo più inosservati alla maggior parte del pubblico e della critica di nicchia.
E tale è un peccato, di dimensioni di certo non apocalittiche, ma un piccolo peccato rimane: Hooson ha infatti dipinto un piccolo capolavoro di emozioni e amosfere dal sapore unico e imperdibile, un mite vagabondare negli antri e nei segreti più nascosti dell'anima e del pensiero. E' questa una via desolata circondata da alberi senza foglie che noi camminiamo a passo lento e senza far rumore, perchè non si potrebbe fare altrimenti.
I lenti andamenti slowcore e le struggenti cornici melanconiche sono infatti i saldi punti di riferimento attorno cui il disco gira: ritmi sempre soffici e rallentati, chitarre acustiche e pianoforti che sembrano quasi dei pennelli impegnati nell'impossibile ritratto delle nostre emozioni, contorni elettronici mai ingombranti e sempre levigati con cura estrema.

Hoogan riesce perfettamente nella commistione di un rock acustico a tinte profondamente malinconiche e di riferimenti post rock, sfiorando le radici moderne del folk e arenandosi nelle più soffici baie della musica atmosferica e ambientale.
Anche se i refrain scorrono sempre con pacata eleganza e con assoluta delicatezza, il più profondo cuore dei Dakota Suite è votato a descrivere l'amarezza, gli effimeri dolori e le illusioni di felicità che sfiorano l'uomo lungo il suo cammino, e quando anche noi ci apprestiamo a compiere tale cammino, prendiamo le sembianze di note disperse su di uno spartito che lentamente inizia a consumarsi bruciando quando i lenti arpeggi di Never Much To Say aprono questo sipario attraverso atmosfere lievi e passaggi molto cantautorali, nonostante il brano non brilli tra i migliori. Perchè basta infatti andare leggermente più avanti con l'ascolto e lasciarsi accogliere dalle cascate emotive di A Darkness Of Moon e Uw Wanhopige Vrees, brano che, con Early Century Maple (perla assoluta del disco), rappresenta il volto più "classical" del disco con violini e violoncelli a descrivere fraseggi dalla struggente carica melodica.
Because Our Lie Breathes Differently non è da meno, anzi, sovrasta l'atmosfera dell'album con una raffinatezza esecutiva abbagliante: la canzone è intensa e adornata da una struggente poetica della perdita e dell'abbandono che si scioglie nell'andamento di un lento pianoforte, a scandire il ritmo di questa triste ballata, cupa e straziante, estremamente sommessa ma capace di spaccare in due il cuore.
Con I Don't Understand Your Medicine, come del resto anche nella magnifica e introspettiva All Your Hopes Gone Cold, i riferimenti post rock sembrano invece prendere una più importante fetta di scena, anche grazie ad un arrangiamento mobile e fluido che permette agli strumenti di legarsi liberamente, dapprima all'interno di uno schema chitarra acustica-elettrica/pianoforte/elettronica che tanto ricorda i Tortoise di Millions Now Living Will Never Die, poi seguendo le coordinate che la tromba solista impone al resto dell'ensamble che la segue in maniera impeccabile.

Il disco non presenta cali evidenti, al massimo la mancanza d'impatto e di un ritmo incalzante può man mano allentare l'attenzione, come nel caso della più folkeggiante I'm Leaving You, in cui la prestazione vocale di Hoogan alterna momenti di purezza a stonature evitabili, come del resto la struttura compositiva che alterna attimi di pathos (soprattutto quando fa ingresso la chitarra elettrica) ad aperture sicuramente più noiose.
L'abbandono, la malinconia, il vedere ricordi frantumarsi come foglie schiacciate dai nostri stessi passi, la difficoltà, o meglio, l'impossibilità di essere felici, l'illusione che il dolore possa andarsene e la felicità per sempre giungere: Hoogan si traveste da poeta dell'animo umano, abbinando alle sue musiche intrise di emozione versi poetici e altrettanto struggenti, formando una struttura testo/suono, o meglio, musical-letteraria, incredibilmente efficace.
La lentezza ritmica e la penetrante profondità delle note continua instancabile fino alla fine dell'album, ovvero quando fanno ingresso Brittle With Sorrow (lacerante danza di violini e pianoforti) e la conclusiva All That I Can Hold Near, emblema del sound Dakota Suite con il suo andamento inamovibilmente lento e le sue melodie pacate che si protraggono come se spinte da un vento leggero di cui però non si capisce la provenienza. Tutto questo è Waiting For The Dawn To Crawl Through And Take Away Your Life; il resto verrà fuori soltanto dopo il suo ascolto, e, probabilmente, se farà lo stesso effetto che ha fatto a me, ne rimarrete affascinati, perchè è rara questa musica e rari sono questi momenti. Incantevole.

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