Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
Roadrunner Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

Sean Farber - Voce
Mike Kameron - Tastiere e voce
Eyal Levi - Chitarra e synth
Emil Werstler - Chitarra
Jeremy Creamer - Basso
Kevin Talley - Batteria

Tracklist: 

1. Subterfuge
2. From the Blind
3. Cosmic Forge
4. Sightless
5. Under a Somber Sign
6. Ovum
7. Festival Mass Soulform
8. Above Lucium
9. Who Will Take the Blame
10. War Born (Tri-Adverserenade)
11. Dead on the Dancefloor
12. Blessed Through Misery
13. The Hinderers

Daath

The Hinderers

Gruppo alquanto eclettico e "acculturato" gli americani Daath. Il nuovo arrivo in casa Roadrunner, che probabilmente ha colpito incredibilmente i dirigenti e i talent-scout della nota label dato che il gruppo ha alle spalle solo un full-length, punta subito in alto, con una sorta di concept che va a scomodare perfino la Cabala e le tradizioni filosofiche ebraiche.

Infatti tutto parte da qui: Daath significa in ebraico "conoscenza", quel tipo di conoscenza a cui la massa di persone comuni di solito non ha accesso, e The Hinderers è un viaggio che intende esplorare l'albero della vita (concetto cabalistico) al contrario. Le tredici tracce dell'album rappresentano i tredici punti che caratterizzano questo albero, il tutto attraverso un insieme di visioni autodistruttive che portano le persone ad andare oltre la norma.

Potete quindi ben capire di fronte a che lavoro ci si trovi. Argomenti così profondi e filosofici, magari anche distanti da una cultura cristianizzata come la nostra, non si possono prendere tanto alla leggera. Ma se ancora questo per voi non significa nulla, si può tranquillamente aggiungere che tre componenti (Eyal Levi, Mike Kameron e Sean Farber), oltre ad essere i fondatori della band, hanno frequentato il famoso Berklee College Of Music di Boston, proprio la stessa scuola da dove sono usciti Portnoy, Myung, Petrucci, Steve Vai a tanti altri dotati musicisti.

Per concludere questa lunga introduzione al disco, necessaria per capire al meglio di che cosa si sta parlando, ricordiamo anche che The Hinderers è stato prodotto da James Murphy (Death, Testament, Obituary) e curato con l'aiuto di Andy Sneap. Insomma, un curriculum quasi impressionante a prima vista.

Per quanto riguarda il lato più strettamente musicale, il genere proposto dai Daath raccoglie attorno a se svariate esperienze sonore tipicamente americane: si può parlare di un metal estremo che viaggia sempre con un piede nell'Industrial meno caotico e più espressivo, e con l'altro nel Death metal più southern e ricco di groove. Questa ultima componente ben sottolineata dalla presenza alla batteria di Kevin Talley, ex batterista di Dying Fetus, Misery Index, Chimaira e session man per gli Hate Eternal.
Insomma, un bel mix che spesso può lasciare perplessi, ma che in generale si fa ascoltare e si gusta senza troppi problemi.

Ci sono canzoni ricche di groove pesanti e trascinanti come l'opener Subterfuge, dove appunto le due componenti prima citate si fondono grazie ad una batteria ipnotica e a riff di chitarra evocativi ma al contempo pesanti e veloci, oppure la seguente From Blind, che svela in parte un lato southern e moderno del gruppo, sempre con la voce graffiante di Sean Faber in primo piano (voce che spesso somiglia a quella della bionda Angela Grossow), oppure ancora come Ovum dotata di un buon tiro, conblast beat ed una doppia cassa ben in evidenza, e trascinata da un ritornello facile da ricordare. Dal lato invece più tipicamente industrial non si possono citare Cosmic Forge (con synth a tastiera a far da padrone), Who Will Take The Blame, un tripudio di elettronica difficile da trovare in altri gruppi, o Dead On The Dance Floor, così ricca di campionamenti e elementi elettronici da sfiorare l'EBM. Senza dimenticare le proprie origini ebraiche, leggermente richiamate nella conclusiva title-track The Hinderers.

Cosa dire quindi alla fine? Che questo nuovo disco dei Daath non è sicuramente di facile "digestione": ci vogliono alcuni ascolti prima di entrare per bene negli schemi intricati della band. Elementi magari così distanti come il death metal e l'elettronica al primo impatto possono cozzare, ma piano piano prendono forma e diventano sempre più intriganti. D'altro canto, però, spesso questi accostamenti sono fuorvianti e sembra che il gruppo esca un pò dal suo percorso, per così dire, narrativo. The Hinderers è un disco fortemente consigliato a quei fan di sonorità estreme che amano le band capaci di giocare con le esperienze della scena moderna e che non si spaventano di fronte a trovate sui generis. Per gli altri, meglio prima prepararsi piuttosto che acquistare a scatola chiusa.

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