Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Durtro UK
Anno: 
1991
Line-Up: 

- David Tibet – Voce
- HÖH – Tastiera, Chitarra acustica, Basso, Arpa, Percussioni
- Björk Gudmundsdóttir – Coro in Falling
- Akiko Hada – Coro in Falling
- Thór Eldon – Chitarra in Crowleymass
- Godkrist – Chitarra in Passing Horses e Crowleymass
- Liz Aster – Coro in Fields Of Rape e Merry-Go-Round
- Bogomil Font – Coro in Merry-Go-Round
- Ása Hlín Svavarsdóttir – Voce solista in The Dream Of A Shadow Of Smoke
- Birgir Baldursson – Batteria in Paperback Honey
- The Venerable `Chimed Rig'dzin Lama, Rinpoche – Campane, Batteria in Anyway, People Die
- Johnny Triumph – Coro in Merry-Go-Round e Crowleymass
- Joolie Wood – Violino in Anyway, People Die e Merry-Go-Round
- Rose McDowall – Coro in Paperback Honey e Fields Of Rape and Smoke
- Einar Örn – Coro in Fields Of Rape and Smoke e Crowleymass
- Tómas M. Tómasson – Basso in The Dream Of A Shadow Of Smoke, Fields Of Rape and Smoke e To Blackened Earth

Tracklist: 


1.Falling (4:25)
2.The Dream Of A Shadow Of Smoke (5:24)
3.Lament For My Suzanne (4:22)
4.Fields Of Rape (Sightless Return) (2:54)
5.Passing Horses (4:29)
6.Anyway, People Die (7:07)
7.To Blackened Earth (4:17)
8.Oh Merry-Go-Round (3:48)
9.Crowleymass Unveiled (7:41)
10.Paperback Money (4:56)
11.The Fall Of Christopher Robin (4:55)
12.Fields Of Rape And Smoke (2:52)
13.Merry-Go-Round And Around (3:49)

Current 93 / HÖH

Island

Blossomed, Blessed and Blistering...

“Island” è la sintesi di un quinquennio (1986-1991) di lavori e collaborazioni tra l'errabondo spirito musicale di David Tibet e l'artico talento di Hilmar Örn Hilmarsson; interamente registrato in Islanda, non sorprende come questo disco sia un caso più unico che raro all'interno della discografia di Current 93, un po' per la presenza importante di un co-leader accanto a Tibet, un po' per l'aggiunta di un folto gruppo di assistenti, musicisti e ospiti locali che si collega all'assenza di gran parte dei soliti compagnoni inglesi di Tibet: si tratta difatti dell'unico disco importante di quell'epoca a cui né Steven StapletonDoug Pearce misero mano.
Tutte caratteristiche che andarono inevitabilmente a riflettersi sulla musica di questo splendido disco, partorito in un periodo in cui Tibet avanzava nella sua ricerca sonora, tra l'Ambient industriale degli inizi e il Neo Folk che verrà, e mentre HÖH archiviava la sua collaborazione con gli Psychic TV e il suo lavoro di manager e paroliere per la New Wave band locale Þeyr, per iniziare invece ad imporsi come apprezzato compositore di colonne sonore per il cinema: lo stesso “Island” è difatti legato alle musiche di HÖH per il film “Children of Nature” (originariamente “Börn náttúrunnar”) del regista Friðrik Þór Friðriksson – collaborazione che fruttò un premio per Hilmarsson come compositore agli European Film Awards ed addirittura una candidatura all'Oscar per il film di Friðriksson.

Avvolto in una silenziosa, rarefatta e glaciale atmosfera tipicamente nordica, “Island” è un disco di Elettronica dai toni soffusi e conturbanti e dai decisi tratti New Age, con melodie dolci o drammatiche recitate da Tibet con le sue consuete cantilene bisbigliate (non siamo lontani dai toni di “Imperium”) e accompagnate da eterei cori, accennate percussioni e rotondissimi suoni di basso, ma soprattutto da tastiere e sintetizzatori avvolgenti, orchestrati con perizia da Hilmarsson a seconda degli umori dei racconti di David.
E' un sound estremamente descrittivo e paesaggistico, anche molto 4AD per certi versi, un suono la cui purezza spirituale non si fonda sulla chitarra acustica -come negli altri contemporanei esperimenti di Tibet- ma sulla sintesi elettronica degli archi, accompagnati da rintocchi tastieristici e da maree Ambient di sfondo: le percussioni sono assenti o comunque sempre delicate e gentili, con la significativa eccezione dell'etnica e tambureggiante “Falling”, impreziosita dai lontani cori di una giovane ed ancora semisconosciuta (ma inconfondibile!) Björk, all'epoca solo una delle tante collaboratrici chiamate da Hilmarsson per realizzare il disco, ma pochi anni dopo già star planetaria con il suo progetto solista.

In un disco dal passo così calmo e quieto, c'è tutto il tempo di creare l'ennesima versione di “Fields of Rape” (un piano luccicante detta il tempo) e per preannunciare la “Lament for My Suzanne” che ritroveremo poco dopo in versione acustica su “Thunder Perfect Mind” (ma che qui in Islanda è ancora un esoterico collage Dark Ambient), ma ci sono anche tintinnii scintillanti sotto una gelida luce lunare riscaldata dal corposo, lento basso di Tómas Tómasson (“To Blackened Earth”), c'è l'angoscia Imperium-iana di “Anyway, People Die” (i droni di sottofondo si accordano di conseguenza, divenendo minacciosi ed ombrosi) e l'estasi visionaria di “Passing Horses” (i timpani sottolineano le declamazioni mistiche di Tibet, ridondanti di delay), prima di chiudere con la dolcissima melanconia di “Oh Merry-Go-Round”, in cui affiorano perfino le ombre di Enya, con alcuni contro-cori femminili a sovrimporsi al ritornello di questa filastrocca irreale fatta di caroselli avanzanti al lento ondeggiare del violino di Jolie Wood.

The sadness to come
Shall dissolve
The nature of the sky
Is joy
The carousel makes colours
And sounds
The horses' teeth
Chatter and snap


Il vinile originale in edizione limitata (2000 pezzi), oramai pressochè introvabile, terminava difatti dopo soli otto pezzi: è però più facile (si fa per dire, visto che il disco non è mai stato ristampato) recuperare l'edizione in CD, pubblicata anch'essa nel 1991: per valorizzare il nuovo formato Tibet e HÖH decisero di aggiungere cinque canzoni 'bonus' al termine della tracklist.
Sull'aggiunta delle due ultimissime tracce non si può discutere, essendo esse due brevi reprise, ovvero “Fields of Rape and Smoke” (stavolta recitata in islandese, con Rose McDowell come corista di supporto) e “Merry-Go-Round And Around” (una tenerissima strumentale New Age, ora con il violino in primo piano a sostituire il canto), fondamentalmente ridondanti ma perlomeno ottimamente accordate al feeling trasmesso dai brani originali di “Island”.
Purtroppo tra il disco 'vero e proprio' e le ultime reprise, l'operazione di copia-incolla non tenne minimamente conto della continuità atmosferica dell'album, inserendo tre tracce di sintetico Elettro-Pop ballabile, divertente e plasticoso, con batterie campionate da discoteca anni '80 e chitarre Rockeggianti gettate nel mezzo senza troppi perchè (“Crowleymass Unveiled”, un remix di un singolo originariamente già pubblicto da C93/HÖH nel 1987 con liriche sulla massificazione del fenomeno Crowley), improbabili narrazioni sataniche su personaggi per bambini (“The Fall of Christopher Robin”, in cui Tibet fa vendere l'anima a Satana ad un personaggio della serie di Winnie the Pooh) e inascoltabili divagazioni kitsch da latino-americano cantato con seducenti toni zuccherini (“Paperback Honey”): situazioni sonore che a volte presentano anche trovate interessanti, ma che in linea generale si rivelano spesso imbarazzanti e, soprattutto, indiscutibilmente fuori luogo in un album riflessivo e flemmatico come “Island”.

Bonus-tracks a parte (ci prendiamo difatti la libertà di considerarle come una semplice ed ininfluente aggiunta), “Island” rimane un disco sicuramente valido e riuscito, oltreché singolare ed unico se rapportato agli altri lavori di Current 93: questo disco chiude il rapporto di collaborazione tra Tibet e Hilmarsson (apparso come ospite, va ricordato, anche in svariati album di quel periodo di Current 93) nel migliore dei modi, lasciando dietro di sé una scia fumosa, freschissima, boreale, di impressionanti paesaggi senza tempo e volatili atmosfere di rapita contemplazione.
Forse non un episodio fondamentale per capire l'evoluzione di Current 93, ma sicuramente un disco dal fascino superlativo e dall'accessibilità (relativamente) elevata: una piacevolissima anomalia capace di tenere testa anche ai più quotati lavori della ricca discografia Currentiana.

So much silence
Deafens our ears
So much emptiness
Hinders our movements



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