Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
Pure Steel Records/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Natasa Pandreia - Voce
- Dimitris Goutziamis - Chitarra
- Chrisafis Tantanozis - Batteria
- Stratos Dionisopolous - Basso


Tracklist: 

1. Alpha And Omega
2. Sworn To Avenge
3. Nightmare Terror
4. Rock Survivors
5. Master Of Deception
6. Megas Alexandros
7. Stealer Of Minds
8. When The Night Is Cold
9. And The Arrows Fall
10. Legends Never Die

Crystal Tears

Choirs Of Immortal

Dopo il discreto successo dei primi tre full-lenght autoprodotti, i Crystal Tears, gruppo greco formatosi nel 1997 a Tessalonica, decidono di cambiare radicalmente la line-up e l’intero sound facendo la scelta davvero molto coraggiosa di sostituire il vecchio frontman George Klokelis con la singer Natasa Pandreia; non si tratta infatti della solita cantante gothic dalla voce potente e melodica, ma di una singer dalla voce grezza, rabbiosa e tagliente.
Questa decisione, che teoricamente dovrebbe dare al gruppo un’immagine molto originale e costituire un segno distintivo della band, non si rivela in realtà molto felice; Natasa infatti, pur avendo una voce indubbiamente molto potente, cerca in misura eccessiva di emulare un cantato maschile senza avere la necessaria estensione vocale, e la sua voce, per quanto sia parecchio azzeccata in alcune parti, più spesso peggiora composizioni già di per sé scontate e banali.
I Crystal Tears vanno infatti a pescare dal calderone ormai pressoché esaurito del Metal classico, producendo un lavoro che sa di già sentito dall’inizio alla fine, ed inoltre non coinvolge emotivamente per nulla ma anzi annoia a causa di melodie statiche e cori ripetuti molto più del dovuto.

Già dall’introduzione strumentale Alpha And Omega traspare un’epicità molto poco originale, ormai proposta e riproposta da migliaia di band fotocopia all’interno del movimento neo-power; quest’impressione permane nella prima canzone vera e propria, Sworn To Avenge, brano cadenzato che dopo una attacco discreto si perde verso la fine in inutili ripetizioni di cori e ritornelli.
Nightmare Terror invece alterna ad una struttura cadenzata simile alla precedente intermezzi speed, anch’essi veramente inutili e scontati, così come l’assolo tanto veloce quanto inespressivo. In Rock Survivors si tocca veramente il fondo della banalità, con un mid-tempo ripieno di un’epicità pacchiana e strabordante, che si sintetizza pienamente nel coro potente ripetuto come di consueto una decina di volte.
Leggermente sopra la media del disco Master Of Deception, dove Natasa si produce in vocalizzi taglienti che per una volta coinvolgono e valorizzano il brano. L’introduzione vibrante della seguente Megas Alexandros sembra far pensare che i Crystal Tears abbiano ingranato la marcia giusta, ma in realtà la song si trasforma presto nell’ennesimo pezzo cadenzato carico di un’epicità veramente poco coinvolgente; anche in questo caso, un lunghissimo ma purtroppo molto freddo assolo di chitarra non fa che appesantire la composizione.
Stealer Of Minds è invece un classico pezzo Speed/Power ultraveloce; anche qui le idee, così come le emozioni provate da chi ascolta, sono davvero poche. Salva in parte questo brano la buona prova di Natasa, che verso la fine del disco comincia ad essere più a suo agio. La successiva When The Night Is Cold è invece caratterizzata da un ritmo lento e melodico e da un’atmosfera struggente anche qui non troppo sentita; a parte questo, alcuni buoni spunti e il primo assolo veramente ispirato dall’inizio dell’album contribuiscono a rendere il brano gradevole.
Con When The Arrows Fall si torna ad una classica epic song cadenzata, mediocre come le altre a causa di melodie insulse e cori ripetuti in misura eccessiva. Migliore invece la conclusiva Legends Never Die, contraddistinta da un ritmo lento ed oscuro; sebbene in alcuni tratti il brano si dilunghi troppo, l’atmosfera è buona e due ottimi assoli contribuiscono a rendere il brano più dinamico.

In conclusione, a differenza di quanto si potrebbe presagire dalla stupenda e molto invitante copertina (opera di Joe Petagno, autore tra le altre cose dello storico logo dei Motorhead) questo Choirs Of Immortal è un disco pressochè privo non solo di innovazioni ma proprio di idee, che si fatica ad ascoltare per intero e una volta terminato non lascia assolutamente niente. Consigliato solo ai fan più appassionati di power e metal classico, che forse, e dico forse, riusciranno a farsi coinvolgere emotivamente; assolutamente sconsigliato a chi considera l’originalità la qualità più importante di una band.


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