Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Mattia G. Devecchi - chitarra
- Emanuele Salsa - tastiera
- Simon Byron - voce
- Mateo Avanzo - batteria
- Giorgio Novarino - basso


Tracklist: 


1. Crystal Emprire (05:58)
2. Gladiators (07:43)
3. Lord Of Illusions (07:26)
4. Raise Your Flag (06:05)
5. Masquerade Ball (08:35)

Crystal Empire

Lord of Illusions

Dalla zona di Novara ci giungono i Crystal Empire, band formata da giovani musicisti che esordiscono nel 2005 con il primo demo autoprodotto Lord of Illusions, della lunghezza di 35 minuti. Si tratta di un lavoro ben strutturato in cinque tracce dal sapore prettamente Power Metal, con qualche tono progressivo conferito soprattutto dal pianoforte onnipresente.
Lo stampo dell’opera è tipicamente sinfonico e molti collegamenti possono essere instaurati con il Power più epico come i nostrani Rhapsody, sebbene il sound sia più vario ed articolato, non rimanendo connesso ad un unico filone musicale. Nei testi scritti dai Crystal Empire si possono ritrovare numerose influenze dalla cinematografia o dalla letteratura, che rendono il demo diretto e coinvolgente.

Le tracce sono tutte di media-lunga durata e l’opener Crystal Empire rappresenta forse il capitolo più sognante di Lord of Illusions, in quanto il pianoforte che avvia il brano introduce con efficacia i riffs di chitarra e l’orchestrazione sinfonica: la velocità non è elevata e la voce del cantante è veramente ben studiata, riuscendo a toccare livelli elevati senza perdere in potenza o espressività. E’ il pianoforte a disegnare la melodia nelle strofe che precedono un ritornello corale e maestoso; non mancano ottimi assoli di chitarra e una temporanea distensione sonora in stile progressivo che arricchisce musicalmente il prodotto dei Crystal Empire.
Totalmente differente nell’approccio è la seconda Gladiators, ispirata al celebre film interpretato da Russel Crowe, e intrisa di un ritmo altalenante che cerca di amplificare l’epicità trasmessa dalle diverse sezioni sinfoniche e dai testi storici: tuttavia la canzone è meno competitiva della precedente e abbastanza ripetitiva, raffigurando l’unica pecca riscontrabile in Lord of Illusions. Certamente i musicisti mostrano di essere parecchio dotati tecnicamente nei vorticosi assoli centrali, ma la struttura del brano è alquanto disomogenea e non conserva un andamento lineare: troppe idee sono concentrate sia in quest’episodio, sia nella seguente title-track, di ben sette minuti e mezzo di lunghezza. Rispetto a Gladiators, Lord of Illusions è meglio costruita nella sua atmosfera originale e nell’alternanza di parti più tirate ad altre vellutate. E’ il momento di massimo splendore per il demo, poiché tutti gli strumenti si esibiscono in intricati passaggi e la voce perdura nella sua interezza e compattezza.

Allo stesso modo la raffinata Raise Your Flag si struttura sotto forma di pseudo-ballata che cerca di aprire i suoni in corrispondenza con i ponti che conducono verso il ritornello: basata liricamente su Lord of the Rings, la traccia fugge via veloce nei fugaci assoli che presto abbandonano la composizione per lasciare spazio al tessuto melodico del pianoforte.
Simile alle produzioni di Dark Moor e di altri gruppi sinfonici europei è la finale The Masquerade Ball, dotata di un ritmo particolare che assume rapidità durante i temi contorti e che invece è inframmezzato da diverse pause, come l’oscura centrale veramente innovativa per l’alone misterioso che riesce a infondere.

Essendo il primo lavoro per la band piemontese, Lord of Illusions può essere considerato soddisfacente e ben ideato: il problema che ora affiora è quello di incidere un album e quindi le tracce non dovranno risultare staccate l’una dall’altra per essere unite solo nell’approccio epico delle liriche, ma la formazione dovrà ricercare una certa continuità musicale per legare i vari episodi.
Tuttavia il demo è caratterizzato da un brillante song-writing e i Crystal Empire, se continueranno di questo passo, non faticheranno a raggiungere i livelli nazionali di altre bands italiane quali Rhapsody, Domine, Labyrinth e Vision Divine. Buona prova, consigliata non solo agli amanti delle sonorità Power ma a coloro che vogliono accostarsi ad una realtà un po’ diversa, contraddistinta dalla melodia.

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