Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Roadrunner Records
Anno: 
1986
Line-Up: 

- Midnight - voce
- Jon Drenning - chitarra
- Ben Jackson - chitarra
- Jeff Lords - basso
- Dana Burnell - batteria

Tracklist: 

1. Valhalla
2. Dragon Lady
3. Heart Of Steel
4. Azrael
5. Mayday
6. Queen Of The Masquerade
7. Angels Of War
8. Lost Reflection

Crimson Glory

Crimson Glory

Geniali ed unici, i Crimson Glory vengono fondati nel 1982 in Florida, nel piccolo centro di Sarasota, dai due chitarristi Ben Jackson e Jon Drenning e dal bassista Jeff Lords, i quali furono in seguito raggiunti dal batterista Dana Burnell e soprattutto dal singer Midnight, personaggio controverso e da sempre circondato da un certo alone di mistero, ma in possesso di alte doti canore e di un indiscutibile carisma. Proprio perché geniali ed unici, risulta veramente difficile intravedere le radici e le influenze di questa band, in grado di spaziare, stazionando su un sottile ed immaginario filo divisorio tra heavy, epic e progressive metal, cosa che un po' li accomuna ai contemporanei Queensryche, e che farebbe pensare ad una miscela di influenze che sembrano maggiormente ritrovarsi nei Rush e nei Judas Priest.

Stranamente ci volle lo spazio di quasi un lustro prima che una grande label si accorgesse delle loro immense potenzialità e li mettesse sotto contratto, a fare ciò fu la Roadrunner Records con la quale esordirono nel 1986 con questo debut self-titled, che rimarrà uno dei loro migliori lavori, in cui l'accoppiata di asce formata da Jackson e Drenning mette in mostra un guitar-work unico ed inconfondibile, che unito all'estro interpretativo ed espressivo, oltre alla sbalorditiva estensione vocale, del frontman Midnight e al loro song-writing variopinto ed estroverso, ritaglia fin da subito un trademark ed uno stile così peculiare da fare dell'ensemble della Florida qualcosa di unico nel sovraffollato panorama metal di metà anni '80.
La loro versatilità e duttilità trova conferma anche nelle otto tracce contenute in questo esordio, che sfoggia un heavy metal d'alta classe, basato appunto sulle molte sfaccettature che non permettono di delineare in maniera rigida il qui discusso lavoro all'interno di un genere specifico, ma assimilano ed amalgamano il tutto in un continuo susseguirsi e convivere di atmosfere heavy, toni tipicamente epic, partiture progressive, innesti melodici, ritmiche ora cadenzate ora al limite dello speed/power. La bellissima art-work mostra quella maschera d'argento con la quale spesso si esibivano, su uno sfondo nero in cui si incrociano due rose, dando subito l'idea delle atmosfere misteriose e decadenti, cupe e romantiche che si stendono sull'intero lavoro.

L'opener Valhalla, e non poteva essere altrimenti con quel titolo, è una song in pieno stile epic, in possesso di un riffing potente ed incalzante e di un drumming particolarmente cadenzato nelle strofe, mentre il singer inizia già a dare un saggio delle sue doti negli accesi refrain, a seguire Dragon Lady, dove le ritmiche si fanno più sostenute ed il fraseggio delle chitarre rappresenta un qualcosa di veramente strepitoso, e la bellissima Heart Of Steel, tra i brani che più li avvicina ai Queensryche, in cui il sublime inizio lento e melodico e la sofferta voce di Midnight lasciano spazio ad un refrain aggressivo e grintoso, dando vita ad una song che solo gruppi di tale classe compositiva potrebbero concepire. Un oscuro rintocco di campane ci immerge nella cupa Azrael, pezzo che sfoggia una linea melodica appunto cupa e spettrale, oltre al solito ottimo lavoro strumentale dei quattro musicisti e lo screaming inquietante del singer, mentre una sezione ritmica in stile speed/power caratterizza la cattiva e veloce Mayday, introdotta da un riff tagliente e geniale posto al termine di un coutdown, si arriva adesso a Queen Of The Masquerade, song che nel suo monumentale refrain contiene toni altamente epici, mentre ancora un pezzo incalzante e potente come Angels Of War mette in evidenza il buon lavoro di Burnell dietro le pelli, prima di giungere alla conclusione con Lost Reflection, anch'essa cupa e spettrale, in grado di ricreare un'atmosfera decadente e romantica, a tratti addirittura commovente ed emozionante, con lo screaming di Midnight che accentra sopra di sé tutte le attenzioni dell'ascoltatore rischiando di mettere in secondo piano tutto il resto.

Peccato solo che in quest'album non sia stato inserito il bellissimo singolo Dream Dancer, che magari avrebbe anche contribuito a rendere più ricco e sostanzioso il piatto, che a causa dei quasi quaranta minuti scarsi lascia un po' d'amaro in bocca, ma Crimson Glory rappresenta un esordio davvero convincente ed inaspettato, che svela al più esigente pubblico metal una formazione che riesce a dire la propria con assoluta originalità e classe. Nonostante tutto però le varie release dei Crimson Glory, nate soprattutto dalla mente del geniale chitarrista Ben Jackson, non ebbero mai il meritato successo di vendite, condannando purtroppo la band ad un ruolo, se non marginale, quanto meno di nicchia, o comunque non di primissimo piano.


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