Voto: 
8.4 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Oddleif Stensand - chitarra, voce
- Erik Mortensen - basso
- Tor Atle Andersen - batteria


Tracklist: 

1. Under a Luminous Sky (08:22)
2. Frozen Asleep In the Park (08:57)
3. Watching It All Disappear (06:54)
4. Fooled by the Serpent (09:00)
5. Waves of Visual Decay (08:12)
6. My Bleeding Victim (06:42)
7. At Dewy Prime (09:47)

Communic

Waves of Visual Decay

Waves of Visual Decay è un titolo tagliente ed originale che descrive al meglio ciò che la band norvegese Communic è riuscita a concepire a solo un anno di distanza dal buon debutto Conspiracy in Mind: un Progressive Metal estremo fortemente influenzato dai Nevermore di Warrel Dane è la nuova risposta dei Communic, che propongono sette canzoni veramente convincenti e dotate di una potenza unica.
Le complesse architetture musicali ideate dalla mente del cantante/chitarrista Oddleif Stensland costituiscono un impianto innovativo e alquanto inusuale per il periodo che il Progressive sta affrontando: tante influenze Heavy/Power e qualche punta di Thrash rendono Waves of Visual Decay un album completo e sicuramente rivolto ad un pubblico di affezionati delle sonorità pesanti e ben strutturate nel loro tessuto.

Dopo aver ammirato la splendida copertina targata Anthony Clarkson, artista americano che ha tradotto in artwork il concept delle liriche di Oddleif, ci si addentra immediatamente nella prima Under a Luminous Sky, ricchissima di reminescenze alla Nevermore, quali impetuosi riff accompagnati dalla doppia cassa, una voce clean che ricalca l’espressività di Dane e ripartente fulminee di grande fattura. La successiva Frozen Asleep In The Park è altrettanto coinvolgente e scava nel profondo della tradizione Candlemass e Sanctuary, assumendo però un mordente diverso, sempre intriso di elementi Progressive di ottimo spessore: tale commistione di stili genera un sound personale e capace di trascinare qualsiasi ascoltatore.
I Communic però sanno anche testimoniare una ben diversa sensibilità, nella terza splendida semi-ballad Watching It All Disappear, che non stonerebbe nella parte più introspettiva di un Dead Heart in a Dead World (Nevermore); la formazione norvegese è attenta ad inserire suadenti tastiere qua e là, sfruttando con moderazione questo accorgimento strumentale ma contribuendo a creare un’atmosfera magica.

E’ difficile trovare punti deboli nel song-writing sicuro e maturo dei Communic; Fooled by the Serpent è cattivissima nel suo incedere irruente ed aggressivo: una vera esplosione sonora che perdura per nove minuti di follie Progressive spinto all’estrema potenza.
Da sottolineare l’onorevole lavoro svolto alla batteria dall’eccellente Tor Atle Andersen, molto abile a scegliere i patterns adatti alla composizione e precisissimo nel descriverli: proprio in questa sfera si colloca la validissima title-track, un’altra canzone distesa e permeata della melodia delle sognanti chitarre clean unita alla prepotenza dei compatti riff di chitarra distorta e batteria.
Leggermente meno competitiva è My Bleeding Victim, sempre abbastanza complessa nella sua struttura interna, ma meno diretta delle precedenti; per concludere, i Communic si inventano un episodio sorprendente, At Dewy Prime, costituito dalla solita alternanza tra momenti di relativa calma e sezioni più tirate. I temi di chitarra si ergono imperiosi, vero punto di forza dell’opera di Stensland.

Waves of Visual Decay è un lavoro bello perché inaspettato; un gruppo norvegese così di nicchia, partito nel 2004 con la pubblicazione di un demo e conseguentemente approdato alla Nuclear Blast ha sfornato un prodotto discografico di alto profilo musicale che potrà essere apprezzato sia dai cultori del Metal più classico, che dagli amanti delle forme più moderne e sperimentali.

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