Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Merge
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Alasdair MacLean - Voce
- Mel Dralsey - Piano, Violino
- Louis Philippe - Chitarra

Tracklist: 

1. Here Comes The Phantom
2. I Hope I Know You
3. Isn't Life Strange
4. The Dance Of The Hours
5. From Brighton Beach To Santa Monica
6. Winter On Victoria Street
7. The Queen Of Seville
8. These Days Nothing But Sunshine
9. Somebody Changed
10. No Dreams Last Night
11. Carnival On 7th Street
12. Bookshop Casanova
13. The Garden At Night
14. Dreams Of Leaving

Clientele, The

God Save The Clientele

Attualmente all'interno della sfera pop rock difficilmente si trovano band ancora capaci di emozionare e soprattutto di saper produrre e presentare una musica originale e non come al solito vincolata a strabusati clichè stilistici. Tra queste poche band spuntano indubbiamente i The Clientele, una delle formazioni di punta del panorama pop d'autore di patria britannica che col precedente Strange Geometry (2005) aveva messo dalla sua parte, senza troppe difficoltà, quella critica e quel pubblico affascinati da tale elegante commistione di atmosfere leggere e delicate, tutt'altro che impegnative e di difficile assimilazione. Nel 2007 il gruppo inglese ritorna sulle scene col terzo album della carriera: God Save The Clientele, album che per molti tratti ripercorre le linee già tracciate dalla precedente opera, ripresentando un pop non banale e scontato bensì arioso e "colto", moderato, con quel tocco semplice ed elegante che avvolge la musica in un'atmosfera di estremamente pacata.

Già da Here Comes The Phantom, primo brano del lotto, le coordinate di God Save The Clientele sono evidenti e facili da cogliere con quei leggeri rintocchi di chitarre e quella batteria che quasi non si sente per quanto essa sia leggera e soffice in ogni battito. Stesso discorso vale per l'ariosa From Brighton Beach To Santa Monica, che con i suoi violini pacati e i suoi ritmi lenti e abbandonati si impone come una delle migliori canzoni all'interno del disco che vede anche in No Dreams Last Night e These Days Nothing But Sunshine altri due episodi leggeri e trascinanti nelle proprie melodie lente e cullanti. Su ritmi più veloci scorrono invece Carnival On 7th Street e l'emozionante The Dance Of The Hours, accellerando, almeno in parte, l'andamento di un disco che scorre sempre su toni leggiadri e forse un pò troppo low.
Ma oltre alla leggerezza che i The Clientele ci mostrano in ogni passaggio del disco, sono da apprezzare i riferimenti psichedelici che balzano fuori durante l'ascolto, caratteristica che arricchisce e variega sicuramente l'assetto stilistico del disco: ogni canzone di God Save The Clientele è un'umile fotografia che immortala singoli momenti e li rende musica come la solitudine, la nostalgia, i ricordi, attraverso un sound comunque coloristico ed emotivo, ben architettato nei suoi fraseggi strumentali.

Ciò che convince di meno in questo disco è proprio la sua incapacità a decollare (considerando che sono 14 canzoni dello stesso livello), a prendere il volo emotivo per trascinare con più intensità un ascoltatore che può ritrovarsi incerto e disorientato per la mancanza di spinta (non ritmica, intendiamoci) che si lega come zavorra all'andamento del disco. Aldilà di tutto questo, God Save The Clientele è la conferma che il giovane gruppo inglese rimane una delle realtà pop più creative e peculiari, con quei fraseggi così eterei e primaverili di cui il pop moderno, almeno in parte, necessiterebbe. Se volete un album senza troppe pretese, fresco e non impegnativo, allora questo potrebbe rivelarsi un acquisto più che azzeccato, altrimenti statene lontano, potreste annoiarvi dopo due soli minuti.

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