Voto: 
8.7 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Genere: 
Etichetta: 
Spinefarm
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Alexi Laiho - Voce e chitarra
- Alexander Kuoppala - Chitarra
- Henkka Blacksmith - Basso
- Janne Warman - Tastiera
- Jaska Raatikainen - Batteria

Tracklist: 

1. Needled 24/7
2. Sixpounder
3. Chokehold (Cocked 'n' Loaded)
4. Bodom Beach Terror
5. Angels Don't Kill
6. Triple Corpse Hammerblow
7. You're Better Off Dead
8. Lil' Bloodred Ridin' Hood
9. Hate Crew Deathroll

Children of Bodom

Hate Crew Deathroll

Iniziavano già a girare strane voci sul loro conto, in quanto Follow The Reaper non era stato completamente digerito dai fans piú "tradizionalisti", anche se di tradizionalista nel sound del combo finnico c'è poco. Passano infatti tre lunghi anni di silenzio, interrotti solo dalla Japanese release del Bestbreeder, e i Children Of Bodom tornano con il loro quarto album.
Questo lavoro fin dalle prime note fa capire che non assisteremo ad un prolungamento del precedente, dove i classicismi fanno largo a riff più Thrash e a chitarre più pronunciate.

Needled 24/7 non è solo l'open-track, ma anche killer e secondo singolo estratto dall'album, come fosse riassunto e premessa di ciò che l'opera ci offre, un album non di rabbia, ma decisamente più aggressivo, dal suono urbano, deciso; nonostante i virtuosismi e le tastiere, si sente un inasprimento e una durezza completamente assenti nella precedente release. Sixpounder ha un riff coinvolgente, giro veloce, ottima tecnica di base, raffigurando una canzone molto completa e dall'ottimo risultato finale; ne ricaveranno anche un video, nominandolo in pratica terzo singolo non ufficiale del full. Con Chokehold e Bodom Beach Terror manteniamo la conferma del trend usato per questo prodotto, chitarre Thrash, batteria veloce e martellante (soprattutto nella seconda), tastiera che viene usata leggermente e solo a livello decorativo.
La quinta traccia presenta ciò che non è più una novità, ovvero il mid-tempo, dove tecnica e dedizione sono gli elementi focali del pezzo. Il risultato è buono, ma nulla a che vedere con la inaugurale Everytime I Die. Dopo una Triple Corpse Hammerblow che scorre senza intoppi, dove appunto non si può gridare nè al miracolo nè allo scandalo, giungiamo al singolo che ha aperto l'album, You're Better Off Death (molto curioso per la presnza della cover Somebody Put Something In My Drink dei Ramones). Questa canzone è molto veloce, riprendendo le prime due, e risulta essere un vero proprio fiume di idee che Alexi e soci hanno tramutato in musica, dai riff pesanti stile Slayer alle parti più virtuose, che si concludono con questo effetto caro a Warman, capace di disegnare gocce sonore come in Downfall.
La canzone termina e dieci secondi di drum solo introducono la penultima, Lil' Bloodred Ridin' Hood, episodio eccezionale, dal song-writing lineare e da una base davvero solida.
La title-track chiude l'album in modo molto spontaneo, poiché costruita su tutti gli elementi che hanno partecipato alla realizzazione di Hatecrew Deathroll: tastiera martellante all'inizio, per poi sfociare in un all-instrument davvero amalgamato e sorretto da un giro di basso solido, chitarre completamente Thrash.

Hate Crew Deathroll sembra dunque chiudere la porta al troppo classicismo introdotto da Follow The Reaper, puntando più su una solidità di base, sulla concretezza e la potenza. Ciononostante non potremo mai aspettarci niente di piatto nè di scontato da un gruppo tecnico quale i Children Of Bodom: un nuovo percorso di sound è stato intrapreso, chissà cosa ci riserverà il prossimo.

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