Voto: 
6.2 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Undergroove Records/Andromeda
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Ives  voce
- Leslie - chitarra
- Palmer - chitarra
- Sanderson - batteria
- Woodroffe - basso


Tracklist: 

1. This Is Our Black Sabbath         
2. Cult Verses Cunt
3. Shake! Baby! Shake!    
4. The Pride Of Essex
5. For All Intents And Purposes (You Are Already Dead)    
6. The Amputee
7. This Is Not A Song About Vampires   
8. The Bereavement Dividend   
9. Inducing The Gag Reflex

Charger

Spill Your Guts

Sludge lento ed estenuante unito a follie vorticose e rapidissime in stile Converge: questi sono i Charger, gruppo inglese che con il secondo album Spill Your Guts, pubblicato sotto la Undergroove Records, porta a limiti estremi il sound già proposto nel debutto The Foul Year Of Our Lord. Nelle nove tracce di Spill Your Guts, che garantiscono più di un’ora di musica, si percepisce l’influenza dei Neurosis più massicci e granitici ma la vera anima che permea le composizioni è il timbro Converge, che si ripercuote anche su una voce schizoide ed ansimante.

Dopo l’inizio This Is Our Black Sabbath, soporifero nei suoi disegni Sludge, si passa alla velocissima Cult Verses Cunt, dove si intravedono le eccellenti doti tecniche del quintetto britannico, cacofonico e travolgente nella sua grinta. Più elaborata è Shake! Baby! Shake! dove il tessuto musicale si fa contorto e la voce sempre più malata nel suo acido approccio; tempi dispari e sezioni che si avvicinano al NoiseCore si alternano con l’alone soffocante e malsano dello Sludge, come dimostrano The Pride Of Essex e soprattutto For All Intents And Purposes (You Are Already Dead), dense nelle linee di basso e davvero opprimenti.
Già la copertina e il logo dei Charger sono esplicativi della ricerca musicale del folle quintetto britannico, che comunque adotta scelte non sempre coinvolgenti o condivisibili, tra cui la voce simil-Converge.
Gli intrecci sono portati all’estremo e lo spazio per la melodia è scarso, poiché i Charger prediligono la brutalità di certi fraseggi, costante di tutto Spill Your Guts; basti ascoltare This Is Not A Song About Vampires per comprendere le pazzie sonore a cui si spinge la formazione, che conserva ancora tratti Doom simili ai Cult Of Luna più grezzi.

In definitiva, per chi intende accostarsi al genere si consigliano altri dischi come i capolavori dei Converge che mantengono una certa integrità strutturale anche dopo numerosi ascolti. I Charger non costituiscono certamente una realtà significativa o originale e per questo motivo il loro song-writing dovrà migliorare, trovando una linearità che su Spill Your Guts è pressoché assente: i margini di crescita tuttavia ci sono, come testimoniano i tour condotti in supporto di Morbid Angel, Napalm Death e Cathedral.

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