Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Etichetta: 
Nightmare Records
Anno: 
2009
Line-Up: 

:
- Raphael - batteria
- Guf - chitarra
- Michele - basso
- Giorgia - voce
- Fabio - voce


Tracklist: 

:
1. 10 Years of Denial (04:55)
2. Fork Tongues and Foul Times (05:34)
3. How to Define a Race (05:26)
4. A March for the Dying (06:45)
5. Another Lie to Live in Vain (01:23)
6. Blind Eye Focus (04:46)
7. Dead Eye Dream (05:35)
8. Rise (05:07)
9. Picture Perfect (04:28)
10. Two Shadows (05:51)
11. The Evident (06:24)
12. From the Stare to the Storm (bonus track)

Chaoswave

Dead Eye Dreaming

I mezzi-nostrani Chaoswave sono giunti quest’anno al loro secondo full-lenght, forti dell’esperienza ottenuta con il precedente The White Noise Within, prodotto ben quattro anni or sono. Il moniker sta assumendo sempre più rispetto e la proposta musicale cresce “progressivamente” così come le loro capacità tecniche.
Si avverte fin da subito nel sound della band un approccio heavy molto italiano soprattutto grazie al cantato di Fabio, deciso a riutilizzare le stesse elucubrazioni musicali tipiche del metalcore (10 Years Of Denial) ed a creare un impasto con suoi alla Trivium per intenderci. Ma per fortuna i Chaoswave non sono solo questo. Infatti la loro abilità sta nel mixare sensazioni molto diverse tra loro: basta passare alla seconda traccia Fork Tongues And Foul Times che già il suono inizia a mutare faccia ed assumere la maggiore compostezza del nu-metal insediata da un taglio puramente alternative. È la “solita” diversità di influenze, magari dei singoli musicisti, a colpirci? Be’ in realtà non solo, perché la proposta targata Chaoswave va al di là di un discorso di genere (che, se vogliamo, attinge al termine “generale” e quindi per definizione si intende nulla di specifico) ma vuole mettere a frutto la maturità del combo producendo un suono che esprime la calda intenzione della sua evoluzione fin dal suo primo vagito.

Non a caso già il terzo brano, How To Define A Race (uno dei migliori del lavoro), sembra l’estratto di un album ancora diverso che partendo da un prog sofisticato approda ad un death tecnico ma non meticoloso né indulgente, sfoggiando la caratteristica saliente della superba mutevolezza compositiva. In alcuni casi la produzione non risulta eccelsa ma è ottimamente compensata appunto dalla varietà stilistica, tanto che la successiva A March For The Dying dopo un eco alla Lacuna Coil (e il ruolo della cantante Giorgia non è da poco) ci appare come un parto anticipato di Mudvayne e Stone Sour alternando blast beat a parti lenti e cadenzate.
Another Lie To Live In Vain è solo un passaggio introspettivo che lascia spazio ad una Blind Eye Focus matura e consapevole, un’impronta nel sound della band che vuole assumere una sembianza possibilmente nuova e che pur appiattendo le diversità precedentemente proposte, mostra una luce chiara ed al contempo debole, una luca che come un bisogno essenziale attinge la propria alimentazione anche dalla successiva Dead Eye Dream, la quale purtroppo non si prefigge l’obiettivo di brillare. Il colpo di coda prende il nome di Two Shadows che sapientemente riprende l’anima ribelle dei primi brani e la suddivise salomonicamente tra parti atmosferiche, ai confini con il gothic e l’ambient, ed altre puramente metal, in una tempesta in stile opethiano che si apre a metà traccia. Il resto è puro e regolare caos.

Una ottima scelta quella della Nightmare Records che in concomitanza a delle uscite non di primo livello (69 Chambers solo per citare) ne piazza una di sicuro distinguo nel panorama alternative metal internazionale.


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