Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Metal Blade/Audioglobe
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Travis Ryan - voce
- Josh Elmore - chitarra
- Troy Oftedal - basso
- Michael Laughlin - batteria


Tracklist: 


1. Scatology Domine (Intro)
2. Humanure
3. Reduced To Paste
4. Bukkake Tsunami
5. Cloacula: The Anthropophagic Copromantik
6. Chummified
7. Applied Human Defragmentation
8. The Earthling
9. Polyps
10. Lips And Assholes
11. Men Before Swine (Outro)

Cattle Decapitation

Humanure

Humanure rappresenta il secondo full-lenght dei Cattle Decapitation, band nata a San Diego nel 1996, che in soli otto anni di attività ha rilasciato ben diciasette prodotti tra cui EP, un DVD e varie compilation che li vedevano come partecipanti di spicco. Questo è forse il loro album meno rappresentativo, risalente al 2004 e basta ascoltarlo per rendersene conto immediatamente. Quella band che agli inizi diceva (o almeno così faceva capire la critica specializzata del settore) di ispirarsi a Carcass e Cannibal Corpse pare scomparire nel nulla non appena ci si rende conto della pochezza e delle poche motivazioni su cui quest album si basa interamente.

Al di là di buoni esperimenti come la straziante Scatology Domine (miglior brano del lotto, nonostante rimanga un intro di un minuto), e l'omonima Humanure (sporca e marcia come la tradizione death-grind insegna), il disco fatica infatti a proporre buona musica, arenandosi sovente in momenti insignificanti, mal costruiti e decisamente confusionari (Reduced To Paste, Bukkake Tsunami). Man mano che si va avanti con canzoni come Cloacula, Chummified, Applied Human Defragmentation e The Earthling, quello di chi ascolta diventa (ed è così sino alla fine) una vera e propria caccia al tesoro nel tentativo di trovare qualcosa di significativo in questo disco banale, che nasconde dietro al marciume e la violenza degli arrangiamenti (quasi sempre pessimi) idee stantie e mal rappresentate. Se questi devono essere gli eredi di Carcass e Cannibal Corpse, allora mi sa che c'è qualcosa di veramente grosso che non quadra, dal momento che si sta parlando di una band che non ha mai presentato nulla di innovativo, o almeno di veramente convincente, e che con questo album continua ad emulare i fasti storici del passato di un genere che per rivivere ha bisogno di stimoli e capacità completamente diverse da queste.

Quando l’originalità scompare nel nulla si sente il risultato, e Humanure è l’esempio di quello che si è appena detto: un prodotto di scarsa qualità (anche per quanto riguarda il livello di registrazione e di sound) che scaglia violentemente questa band agli ultimi gradini della musica estrema moderna. Sarete ovviamente liberi di provarlo; non si può far altro che dire 'buona fortuna', a questo punto. Insufficiente.

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