Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Metal Blade Records/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Federico Carminitana - voce
- Greg Mäder - chitarra
- Tom Kuzmic - chitarra
- Nico Schläpfer - basso
- Ricky Dürst - batteria


Tracklist: 

1. The Separation Of Life And Time (04:40)
2. Blackest Hour (06:41)
3. Snake Skin (04:12)
4. Choke Down (04:31)
5. Deathwish (05:06)
6. Burn At The Stake (04:37)
7. Tonight We Dine In Hell (03:24)
8. Breeze Of The Kings (04:25)
9. Doomed Steps (03:59)
10. In Ashes (04:54)

Cataract

Cataract

Pur non essendo conosciuti al pari di altre band del panorama europeo, gli elvetici Cataract possono già vantare, all’interno della propria discografia, qualcosa come cinque full lenght. Nati esattamente dieci anni fa nella piccola Zug, i cinque svizzeri hanno subito nel tempo un progressivo mutamento stilistico, mutamento ha portato la band ad abbracciare musicalità sempre più aggressive e metalliche. Il lavoro più rappresentativo dei Cataract è, ad oggi, sicuramente Kingdom, album che ha proiettato il gruppo verso scenari ben diversi rispetto a quelli degli esordi, come testimoniano i numerosi concerti in compagnia di importanti formazioni della scena Metalcore. A due anni di distanza dal disco della consacrazione, i Cataract tornano in studio per registrarne il successore, forti del solido legame contrattuale con la Metal Blade Records. Il titolo scelto per l’opera è semplicemente Cataract, forse a voler testimoniare il desiderio di affermarsi a livelli persino superiori rispetto a quanto già espresso con il più che valido Kingdom. Cataract esce dunque il venti marzo nei negozi, dove è disponibile in due diverse versioni: una standard ed una speciale, accompagnata da un secondo disco ricco di interessanti cover.

Il panorama internazionale Metalcore ha espresso negli ultimi tempi, anche se con le dovute eccezioni, un timido spirito di innovazione, il quale ha portato poi i singoli complessi a modificare lievemente il proprio sound. Ci si chiedeva, di conseguenza, come avrebbero agito dal canto loro i Cataract, nati originariamente come un gruppo Hardcore ed ora alfieri di un Deathcore senza compromessi. Per scoprirlo occorre ascoltare attentamente l’ultimo full lenght pubblicato dai cinque elvetici. Cataract è innanzitutto un disco suonato in maniera impeccabile, frutto di un costante miglioramento a livello tecnico. Il cantato di Federico Carminitana, vero leader della formazione, risulta più graffiante rispetto al passato, anche se per alcuni potrebbe rivelarsi piuttosto difficile da digerire. Le chitarre, con il loro timbro freddo e tagliente, contribuiscono alla creazione di un muro sonoro granitico e devastante, ideale per l’intensità di un vibrante live show. Buono inoltre il lavoro svolto dai nuovi arrivati in casa Cataract, vale a dire Tom Kuzmic alla sei corde e Nico Schläpfer al basso.

Le ritmiche di Cataract si rifanno alla tradizione Newschool, la cui componente pervade l’album nella sua totalità. Sembrerà sorprendente, ma, proprio quando l’intera scena Metalcore sembra muovere in territori sempre più Death, i Cataract optano per una ripresa degli stilemi cari alla scena Hardcore degli anni novanta. Il disco qui recensito appare infatti - e in più di un’occasione - la naturale prosecuzione di un discorso aperto molti anni fa da Earth Crisis e Snapcase. Non mancano comunque gli elementi marcatamente Metal, di cui Cataract è intriso fino al midollo. Ad ogni modo, vengono preferiti mid tempo alle classiche cavalcate (che comunque non mancano) ed anche quando il ritmo si fa incalzante ben presto esso rallenta per dare spazio ai tradizionali breakdown, presenti qui fortunatamente in numero limitato rispetto agli standard del momento. Dagli spunti melodici dell’iniziale The Separation Of Life And Time fino ai riff di matrice tutta europea caratterizzanti Doomed Steps, Cataract è un album che ha nell’aggressività la sua carta migliore ed è adatto pertanto ad un pubblico abbastanza ristretto. Tutti i singoli brani hanno però qualcosa da offrire all’ascoltatore, pur non riuscendo a trasmettere quella vena di passione che fa del Metalcore un genere straordinario.

Nonostante il suo indiscutibile valore tecnico, Cataract non è in grado di suscitare nell’ascoltatore le stesse sensazioni che altri lavori del genere invece provocano, ottenendo quindi un risultato finale migliore. Il disco dà comunque la netta impressione di poter esprimere il meglio di sé nella dimensione live, quando non ci saranno produzioni stellari né effetti artificiosi a condizionare l’interazione fra la band ed il suo pubblico.

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