Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Cold Spring
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Nola Ranallo - voce, strumenti
- David Bailey - chitarra, noises


Tracklist: 

1. Dying
2. If It Flies, It Dies
3. Cavern
4. Dream Dip Sailor
5. Psalm To Mother
6. Lost Lipids
7. Prisons Of Light
8. The New Forever
9. Approaching White Light

Cages

Folding Space

Originario della regione dei Grandi Laghi e più precisamente di Buffalo, il duo riunito sotto il moniker di Cages giunge alla terza pubblicazione discografica, ottenendo il riscontro positivo della Cold Spring Records, l’etichetta britannica tra le leader della scena Neo Folk/Dark/Industrial.
La cantante e polistrumentista Nola Ranallo e il chitarrista David Bailey, attivi con il progetto Cages sin dal 2004, proseguono il cammino sperimentale intrapreso con i capitoli Our Ears Fell Off And Then Took Fight e Blackhole Telepathy, un cammino sostenuto dalla passione per la destrutturazione timbrica. Quello dei Cages è uno stile tanto ricercato quanto complesso da comprendere in profondità, perché intriso di influenze da svariate tradizioni musicali.


Un tratto comune ai numerosi acts che si sono distinti nel Darkwave di stampo neoclassico è l’impiego della voce femminile, che spesso ricalca i meandri corali solcati da Lisa Gerrard, ma i Cages non rappresentano solo un semplice epigono degli anni Ottanta: in un sublime intreccio tra la cacofonia del Noise, la compostezza del Neo Folk, l’inventiva del Jazz e, appunto, la teatralità del Dark, prende corpo il terzo episodio Folding Space, opera che soddisfa completamente i canoni della filosofia Cold Spring.

A tratti agghiacciante e a tratti suadente, Folding Space si articola attraverso nove tracce, in cui i protagonisti sono raffigurati dalla straziante voce di Nola Ranallo e dagli apparenti silenzi che lasciano trasparire sonorità dimenticate e cariche di desolazione.

Il contesto dell’album risulta funebre e meditativo, come testimonia l’opener Dying, pezzo debitore della scuola dei connazionali Black Tape For A Blue Girl: il gelo che avvolge l’ascoltatore si genera dalle sezioni corali, che desiderano portare all’eccesso le passioni più oscure, costituendo l’antitesi delle dolci o eteree sezioni tessute nella gran parte delle pubblicazioni Dark.

Allo stesso modo If It Flies It Dies vuole collocarsi come un tormentato tributo ai Dead Can Dance, in grado di scuotere interiormente e trasportare verso lidi lontani e apparentemente irraggiungibili: la matrice Neo Folk di fondo viene graffiata dal tagliente tono di Nola Ranallo, strumento capace di proiettare l’atmosfera del disco in una dimensione di malattia e spasimo.

E se l’incipit di Dream Dit Sailor si pone come una rivisitazione in chiave mistica dei più tetri Cocteau Twins, Psalm To Mother ravviva i toni del platter con la sua anima a cavallo tra Noise e Jazz, descrivendo la peculiarità di un sound attentamente calibrato. 
Degno di nota è inoltre Prison Of Light, pezzo in cui le dissonanze si ricombinano in nuove strutture, garantendo un approccio inedito ad una cospicua parte della scena sperimentale; i Cages cercano infatti di elevarsi ad innovatori capaci di condurre ogni timbro verso la sua più innaturale evoluzione, pur traendo origine dal substrato della tradizione Dark europea.



Nel folto sottobosco di realtà che anche la stessa ColdSpring Records sta cercando di promuovere, i Cages spiccano certamente tra gli acts più imprevedibili e “diversamente oltranzisti”, perché capaci di conferire nuova linfa vitale ad un genere estremo al quale risulta spesso difficile accostarsi.
Tuttavia un lavoro come Folding Space potrà essere apprezzato solo da una modesta parte del pubblico europeo, in quanto l’intento dei Cages è quello di plasmare una musica di nicchia, che trae ispirazione da “mostri marini, buchi neri, leggende” e che traduce in musica le sensazioni più buie dell’animo umano.

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