Voto: 
5.8 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Il Male Production
Anno: 
2004
Line-Up: 



Conte Buzzum (Porz) – Chitarra Elettrica, Synth, Tastiere



Tracklist: 



1. Piano(forte) svanisco

2. La tensione superficiale dell'acqua parte I

3. La tensione superficiale dell'acqua parte II

4. Entra nel mio mondo e ammazzati

5. In attesa che il troll mi divori

6. La ciclicità del vinile

7. La Norvegia è un bel posto (Bonus Track)

Buzzum

Sto Svanendo Ma Nessuno Se Ne Accorge...

Rispolveriamo questo disco del 2004, visto che per l’anno corrente è prevista la pubblicazione del secondo disco dei Buzzum, intitolato “Fading to Black”. I Buzzum non sono altro che l’ennesima incarnazione di Porz, leader dei bolognesi Malnàtt e gestore della sorprendente Il Male Production, tanto varia nei contenuti quanto geniale in certe sue trovate.
I Buzzum propongono un Ambient oscuro che si rifà parecchio a quanto fatto dagli scandinavi nell’ultimo decennio: i dischi ambient di Mortiis, quelli di Vikernes, o di Fenriz (con i suoi Neptune Towers) sono d’ispirazione al musicista italiano per la creazione d iquesto suo primo “Sto Svanendo ma Nessuno Se Ne Accorge”. Oltre ad echi di Ulver (non vi aspettate però l’eclettica genialità di Garm & Co., il prodotto in questione è più “standard”) o Ildjarn (nella sua fase ambient, chiaramente) qui e là, si sente comunque una buona mano nella composizione dei brani.
Qualitativamente siamo su uno standard medio/discreto, ma mi sento comunque di consigliare un ascolto del disco a chi apprezza le sperimentazioni elettroniche ed ambient dei succitati “grandi” del black norvegese, o chi apprezza le atmosfere di certi gruppi della Cold Meat Industry (Raison D’Etre e compagnia) o che a essa si rifanno. Oltretutto i Buzzum sono un progetto molto personale, forse quello più “individualistico” del bolognese, nel senso che è un lavoro costruito molto come “valvola di sfogo” per sé stessi, e si sente: difficile quindi inquadrarlo in un ottica più generale.
Molto presente anche un intento parodistico e provocatorio (tipico di Porz) chiaro fin dal nome (e da alcuni titoli), seppure questa goliardia non si rifletta poi nella musica: occhio quindi a non considerare il progetto come una semplice "buffonata"

“Piano (forte) Svanisco”
è una introduzione di oltre tre minuti in cui la musica classica ci da il benvenuto con un pianoforte dolce e gentile, che culla l’ascoltatore prospettandogli un viaggio onirico decisamente piacevole. Lo scenario però cambia con la seguente “La Tensione Superficiale dell’Acqua”, divisa in due parti: il disco si rivela per quello che è: ambient di discreta fattura, non eccelsa ma nemmeno scadente, con alcune sonorità richiamanti l’industrial, specie nei campionamenti di batteria, che costituiscono l’ossatura di questo brano.
Se la prima parte gode di buoni arpeggi di chitarra che spezzano un poco l’altrimenti pesante atmosfera elettronica, la seconda parte ha dalla sua delle tastiere inquietanti, maggiormente protagoniste.
La quarta traccia “Entra nel mio mondo e ammazzati” ricorda da vicino il suono usato da Ildjarn sul suo lunghissimo Landscapes, molto etereo e “naturalistico”, e si segnala come un buon brano – nulla che faccia gridare al miracolo ma decisamente piacevole.

“In attesa che il troll mi divori”
è leggermente inferiore ed è caratterizzata nel finale da un accentuato aumentare del volume delle percussioni, che diventano sempre più ossessive fino a rimanere l’unico strumento in gioco.
Con la sesta ed ultima “La Ciclicità del Vinile” tornano alcuni accordi di pianoforte classico che riprendono l’idea d’inizio disco: i suoni sono però presto interrotti dal ruvido e gracchiante suono della puntina del giradischi.
C’è spazio anche per una bonustrack, costituita dai due minuti e quindici di Ambient/Folk de “La Norvegia è un Bel Posto”. Il brano ha poco da spartire con quelli che l’hanno preceduto, ed è il più vario del cd, nonché il più facile da seguire per il suo gusto a volte etnico (interessante il violino), classico (sempre il violino, in altri momenti) a volte profondamente rock (vedi potenti intermezzi di basso).

A conclusione posso solo riassumere quanto già detto, chiarendo che quella contenuta in questo cd è una mezz’oretta interessante, ma che mi sento di consigliare a chi già apprezza il genere o è incuriosito dal personaggio; gli altri comincino dai grandi nomi.

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