Voto: 
8.4 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Misanthropy Records
Anno: 
1994
Line-Up: 

- Varg Vikernes - tutti gli strumenti


Tracklist: 

1. Det Som En Gang Var (14:21)
2. Hvis Lyset Tar Oss (08:05)
3. Inn I Slottet fra Drommen (07:52)
4. Tomhet (Strumentale)(14:12)

Burzum

Hvis Lyset Tar Oss

1994, anno dell'uscita di questa opera che diventa uno dei capostipiti del Black Metal mondiale. Varg Vikernes, già processato e condannato a ventuno anni di carcere per l'omicidio di Euronymous, fa uscire con la Misanthropy Records questo album che segue l'altro grande successo che lo aveva preceduto di un anno, Det Som Engang Var. Ormai la strada intrapresa dal singolare artista norvegese è ben nota, un Black Metal estremo unito all'atmosfera evocativa dell'ambient che porta l'ascoltatore direttamente nelle lande desolate nordiche.

Questo album infatti contiene entrambi questi fattori caratterizzanti, la furia scatenata, la violenza pura unita a pezzi ossessivi, molto introspettivi che stordiscono l'ascoltatore. In questi termini inizia l'album con "Det Som En Gang Var", una track lunghissima, ben quattordici minuti e ventuno secondi, la quale è caratterizzata da un ritmo ossessivo della batteria, altamente martellante, monotono, classico del Black. La voce imperiosa del "Count" è urlata come non mai, screaming in modo inquietante, con annessi un riff di chitarra macabro e una registrazione che aumentano nettamente il clima di terrore dell'album. Un continuo ronzio, uno sconvolgimento del sound di sottofondo disturbano la chitarra. Per la voce poi in questo prologo dell'opera viene messa l'anima, emerge una disperazione senza pari, che non può far altro che inquietare e allo stesso tempo deprimere l'ascoltatore.

La successiva track è l'omonima dell'album ed è un puro e violentissimo sfogo di perfidia, crudeltà e odio contro la società. Più limitata, nonostante sia sempre otto minuti, è la classica canzone Black nordica che esprime tutto il disdegno verso ciò che è umano e cristiano. E la voce, un lamento disumano in sottofondo rispetto alla batteria e a un sound sempre oscuro, un urlo sinistro che predica la caduta del cristianesimo. Particolare invece è "Inn I Slottet Fra Drommen", da quasi otto minuti che inizia con un ritmo furioso di batteria che precede una voce che è si, come sempre in un clima tenebroso, ma decisamente più violento che si integra perfettamente con la chitarra agghiacciante. Un motivo, costituito da tutti gli strumenti e la voce, continuamente ripetuto fino ad abbondanti quattro minuti dove una svolta, segnata da chitarra aggressiva, batteria violenta, precede un gemito disumano. Nella parte finale poi un nuovo riff di chitarra, come spesso accade nelle canzoni di Varg, conduce alla fine della track.

Dopo questa tempesta d'odio, disperazione, furore e malvagità, l'album si chiude con un altro colosso di quattordici minuti, Tomhet, track solo instrumental, Ambient che ridimensiona il complesso e conferisce una nota rilassante, sognante. L'ascoltatore è isolato e trasportato inevitabilmente in qualche paesaggio tipicamente nordico, come ad esempio viene raffigurato sulla stessa copertina dell'album, riproduzione di un quadro del rinomato pittore Kittelsen, le cui opere vengono spesso utilizzate da gruppi Black per le copertine di cd. Una canzone particolarissima che come ogni brano Ambient prevede la ripetizione di uno stesso motivo composto in questo caso esclusivamente da cinque note di tastiera, con altrettanti suoni elettronici ad accompagnare. Strutturata in due parti, la seconda cambia riff rispetto alla prima e aggiunge anche un effetto assimilabile a un flauto; effetto che pervade l'ascoltatore.

Un insieme che stordisce e "droga" con un effetto immediato e molto efficace. Il sistema del Count Grishnackh funziona perfettamente un contrasto tra la furia del black e la misticità dell'ambient che ottiene i risultati voluti. Si rimane meravigliati, affascinati o anche perplessi su un'opera tale. Di sicuro un grande successo dal quale trarranno ispirazione molte band in seguito.

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