Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Byelobog Prod.
Anno: 
2011
Line-Up: 

Varg Vikernes – Strumenti e voce

Tracklist: 

1.Fra Verdenstreet
2.Jeg Faller
3.Valen
4.Vanvidd
5.Enhver Til Sitt
6.Budstikken
7.Til Hel Og Tilbake Igjen

Burzum

Fallen

Laddove “Belus” era stato preceduto da mesi e mesi di interviste, traduzioni, annunci, anticipazioni e polemiche che avevano costruito un hype notevole, la presentazione al pubblico del nuovo disco di Burzum, “Fallen”, è stata ben più sbrigativa. Un comunicato stampa breve e conciso a metà Gennaio 2011 ha rivelato l'imminente (7 Marzo) ed inaspettata uscita dell'ottavo full-length del controverso artista norvegese, ad un anno esatto (meno un giorno) di distanza dalla pubblicazione del suo predecessore, che con la sua sorprendente qualità aveva riportato il nome di Vikernes tra quelli più “caldi” del momento. Piccolo cambiamento tematico con le liriche di questo nuovo album, che sono meno esplicitamente mitologiche e più introspettive e personali, fatta eccezione per la battagliera “Budstikken”; musicalmente però “Fallen” non si discosta granché dai sentieri già tracciati da “Belus”, di cui rappresenta una più che discreta appendice senza però raccontare alcunché di nuovo agli aficionados del Conte. Ci sono, ad ogni modo, delle leggere modifiche alle idee che già avevamo apprezzato in “Belus”: in primis, uno spazio sempre più ampio viene concesso al cantato in clean, tanto che addirittura in “Jeg Faller” si può ascoltare un malinconico e melodicissimo coretto di voce pulita nel ritornello, inaspettato al primo ascolto – il “giochetto” verrà ripetuto altre volte nel disco, sebbene meno clamorosamente. Inoltre, abbiamo dei tempi leggermente più veloci e dinamici, sulla falsariga di quelli incontrati nella parte centrale di “Belus” (che aveva invece una parte iniziale e finale nettamente più cadenzate ed ipnotiche). Oltre alla bella, già citata, “Jeg Faller” un altro highlight del disco è la novantiana “Vanvidd”, condotta da un riff affilato come una lama durante le strofe ma smussata da un programmatico coro sussurrato nel refrain (che tradotto in inglese recita “hated by most, loved by the best”: il testo formalmente tratta della pazzia, ma la componente autobiografica è sicuramente forte), succeduto da urla lancinanti che tentano di ritrovare la dannazione vocale dei primi album targati Vikernes. “Enhver til Sitt”, crepuscolare, e “Budstikken”, la più orientata ai miti norreni, tengono su buoni livelli l'album, chiuso però da una raffazzonata outro conclusiva, costituita da battiti casuali di batteria e corde tintinnanti, come sfiorate dal vento, che pare un po' abbozzata e fuori fuoco, e poteva essere sviluppata meglio. Chi non fu stregato dall'album precedente non si perderà alcunché di significativo tralasciando questo nuovo LP dell'artista norvegese, che a conti fatti rimane, tra i dischi Metal pubblicati a nome Burzum, il meno rilevante. Questo però è ben lontano dal voler dire che “Fallen” non abbia dei meriti: si tratta difatti di un buon episodio, che soddisferà pienamente chi ha amato “Belus” e godrebbe volentieri di un suo aggiornamento.

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