Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Lion Music/Frontiers
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Rick Cartey - voce
- Pat Heath - chitarra
- Cris J Playle - tastiere
- Stu Brown - basso
- Tommy Folstadl - batteria


Tracklist: 

1. Knife In My Back (05:15)
2. Arabia (06:37)
3. Strange Days (05:07)
4. I Want You (06:44)
5. Dreams Never Die (06:26)
6. Walls Come Down (06:47)
7. All The Heroes (04:28)
8. The Other Side (06:19)
9. (Into The) Age Of Chaos (06:34)

Brave New World

Monsters

Sedici anni fa usciva Million Miles Away, debutto discografico di una band chiamata Passion Street. L’album ebbe un sorprendente successo in Europa e Giappone e permise ai Passion Street di aprire gli show di complessi ben più importanti come gli Aces High. Da quel momento però il gruppo entrò in una fase di stallo e furono innumerevoli i cambi di line up. Oggi quel complesso si fa chiamare Brave New World e la sua formazione comprende un solo membro presente anche nel 1994: Rick Cartey. Il singer ed indiscusso leader del combo europeo ha lavorato faticosamente durante tutti questi anni e per il grande rientro in scena ha arruolato una serie di musicisti davvero agguerriti: alla chitarra l’abile Pat Heat, pure nei Vaughn, alle tastiere Cris J Playle, al basso Stu Brown e dietro le pelli Tommy Folstadl, già nei Valhalla. Per il l’esplosivo ritorno viene scelto un titolo forse banale ma certamente d’impatto. E’ così che l’11 novembre 2005, fra l’attesa dei pochi nostalgici e lo stupore delle nuove leve, esce Monsters, disco prodotto dalla Lion Music e distribuito in Italia dalla Frontiers.

La proposta musicale del complesso, in parte britannico ed in parte norvegese, ondeggia fra l’Hard Rock e l’Heavy Metal. In ogni caso melodia è la parola d’ordine lungo tutto l’arco di Monsters. La chitarra di Pat punge, tagliente come una lama, e largo spazio viene dato intelligentemente alle tastiere. Si, perché esse danno corposità al sound del gruppo e rendono orecchiabile qualunque melodia, proprio come accadeva nei Passion Street. Si susseguono perciò pezzi gradevoli nonostante l’aggressività dei riff come l’opener Knife In My Back, sostenuta da linee di basso fondamentali. Rick è sicuramente l’asso nella manica dei Brave New World come ben rivela la pacata e romantica I Want You, la quale mette in evidenza la voce a tratti vellutata a tratti energica del singer. La durata media delle canzoni contenute in Monsters è piuttosto alta, tanto che la traccia più breve ha una durata abbondantemente superiore ai quattro minuti. Arabia presenta, come già percettibile dal titolo, curiose sonorità esotiche ed un incedere quasi epico. I refrain appaiono poco impegnativi ed è veramente facile impararli dopo pochi ascolti, al contrario, gli assoli di Pat meritano particolare interesse. Molto moderna viste le tastiere e le chitarre è Strange Days, che però in fin dei conti si rivela un mezzo fiasco. Il ritornello è comunque piacevole, sebbene poco si addica al sound del brano, con il quale non è assolutamente in sintonia. Dreams Never Die ripropone le percussioni di Arabia con un ottimo risultato finale. La canzone in questione può essere tranquillamente classificata come una delle più convincenti del lotto e non soltanto grazie al suo trascinante refrain. Le tastiere creano un’atmosfera rilassante, incantata ed il titolo viene perciò rappresentato alla perfezione.

Walls Come Down
possiede una prima parte maggiormente cupa che si trasforma poi in un discreto, ma forse troppo ripetitivo, brano Hard Rock. Il solo di chitarra risulta chiaramente il passaggio più avvincente della composizione, come quasi sempre accade su Monsters. All The Heroes dà una notevole scossa all’album dato il suo ritmo alquanto serrato. Una parte parlata irrompe tagliando a metà la canzone, cui cori coinvolgono anche l’ascoltatore più distratto. Con The Other Side i Brave New World riprendono le musicalità di All The Heroes e le condiscono con un gli elementi caratteristici di Walls Come Down. Proprio per questo motivo però, la song non incide positivamente sull’esito finale di Monsters, così come la conclusiva (Into The) Age Of Chaos. Questa mostra infatti un calo notevole nelle idee compositive di Rick e compagni. Il fervore iniziale viene meno ed addirittura i ritornelli stessi non riescono ad appassionare più di tanto l’ascoltatore. (Into The) Age Of Chaos vuole denunciare, attraverso estratti sonori di telegiornali inglesi, le violenze che ormai ogni giorno colpiscono persone di tutto il mondo. Tuttavia, proprio a causa dei frammenti audio tratti dai notiziari televisivi, il disco va a chiudersi in maniera terribilmente fastidiosa.

Peccato, Monsters aveva esordito alla grande con canzoni davvero allettanti, ma è terminato nel peggiore dei modi. Di conseguenza il ritorno di Rick Cartey risulta l’ennesima uscita anonima dell’anno, cui acquisto è consigliato solamente agli appassionati del genere. Rimandati al prossimo full length anche questi Brave New World, avanti il prossimo prego.


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