Voto: 
8.6 / 10
Autore: 
Marco Lorenzi
Genere: 
Etichetta: 
Interscope
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Jesse Lacey – voce, chitarra, piano
- Garrett Tierney – basso, chitarra
- Vincent Accardi – chitarra, voce
- Brian Lane – batteria
- Derrick Sherman – chitarra ritmica, piano (live)

Tracklist: 

1. Sowing Season (Yeah) (04:30)
2. Millstone (04:16)
3. Jesus Christ (05:18)
4. Degausser (05:32)
5. Limousine (07:42)
6. You Won’t Know (05:42)
7. Welcome to Bankgog (03:05)
8. Not the Sun (03:09)
9. Luca (05:08)
10. Untitled (02:04)
11. The Archer’s Bows Are Broken (04:14)
12. Handcuffs (04:10)
13. Luca (Reprise) (Bonus track) (04:02)

Brand New

The Devil and God Are Raging Inside Me

C’è da rimanere sbigottiti, ascoltanto The Devil and God Are Raging Inside Me. E’ come essere investiti in pieno da una folata di vento che, a 150 chilometri orari, rischia di stendere a terra. Succede qualcosa di simile, immergendosi nell’ascolto di questo nuovo disco dei Brand New, la scorbutica band di Jesse Lacey, nata in un sobborgo di Manhattan quasi per caso.
Deja Entendu aveva sorpreso stampa ed addetti ai lavori tutti. Questo full-lenght, che esce a distanza di tre anni e mezzo dal suo predecessore, riesce addirittura a sconvolgere per la bellezza che in esso è intrisa. E non è cosa da poco per una band come i Brand New che, imperterrita, ha percorso la strada intrapresa con il predecessore, cancellando le reminiscenze Pop/Punk del primo album Your Favorite Weapon.
Chi li aveva prematuramente bollati come “la solita emoband dai suoni riciclati e dalle liriche scontate” s’è dovuto ricredere, perché questo The Devil and God Are Raging Inside Me rappresenta un’esperienza in sé incredibile.

E' l'artwork della confezione a farci sussultare, prima ancora di ascoltare il disco. C’è da rimanere attoniti, di fronte all’immagine che ritroviamo in bella vista. Due maschere di morte si vedono sull’uscio di una casa in legno bianco. Scenario tipicamente americano, questo, è un reale affresco di inquietudine al quale viene affiancato il viso angelico di una bambina dai biondi capelli. Sembra fregarsene, lei, della spaventosa presenza. Non pare esserci un legame particolare con il titolo, né tanto meno con le canzoni che i Brand New hanno scritto ed interpretato, ma l’immagine scelta come emblema del disco rende l’idea di inquietudine e di controverse emozioni che inizieranno a circolare nella mente e nelle membra dell’ascoltatore una volta infilato il cd nel lettore.

Sowing Season è il primo colpo in faccia, che il vento dei Brand New ci dispensa. La canzone fluttua fin dai primi versi in un’atmosfera rarefatta, pronta a precipitare, come effettivamente accadrà. La batteria di Brian Lane e le chitarre di “Vin” Accardi e Lacey iniziano a tessere una tela cupa e minacciosa, un misto di paura e di serenità. Un crogiolo di sconforto e speranza, che i Brand New rappresentano con improvvisi sbalzi di tensione che scuotono, e non poco, l’ascoltatore. Lo stacco da Deja Entendu è di certo meno evidente rispetto a quello che separò dal primordiale Your Favorite Weapon. I Brand New sono l’immagine della maturità. Le doti compositive che già avevano incantato nel predecessore emergono in pompa magna, qui. Millstone sembra riportare la calma. Ma è soltanto apparenza, perché l’angoscia è sempre dietro l’angolo. Il riff della chitarra di Accardi è emblematica. La seconda scossa la regala la ballata Jesus Christ, che rappresenterà anche il primo singolo lanciato dalla band nel 2007. And I will die all alone / And when I arrive I won't know anyone. La sensazione di camminare nel bel mezzo di un deserto di terra bruciata accompagnerà fino in fondo.

Il copione viene ripreso con Degausser, in cui la voce di Lacey si perde, nel finale, in un urlo che sembra sgorgare dal cuore, contornato dai riff di chitarra e dalla batteria di Brian Lane. Prima di Limousine, forse il più scorbutico dei pezzi presenti in questo The Devil and God Are Raging Inside Me.
I Won’t Know si apre con un arpeggio malinconico e dolce nel contempo. Sembra quasi un elogio funebre. Apparenza che presto verrà spazzata via, come spesso accade in questo album. E’ un continuo crescendo verso il delirio, sottolineato dai versi abilmente scritti (con una spruzzata di genio, diciamocelo) dal songwriter Lacey.
I Brand New sono, nella loro essenza, in questi frammenti di instabile equilibrio mentale.
La strana Welcome to Bankgog e l’impeto di Not the Sun scorrono infatti come un fiume in piena. Il momento melodico, che ci porta alla conclusione di questo drammatico film con scene che si accavallano apparentemente senza un filo logico, è rappresentato da Luca, ballata dai toni soffocati. La seconda voce di Accardi completa il già encomiabile lavoro di Lacey.Untitled e The Archer’s Bows are Broken ci conducono dritti all’uscita di un tunnel che parrebbe altrimenti infinito. Handcuffs, ballata dolce e densa con gli archi intrecciati alla chitarra ed alla batteria suonata quasi per non fare rumore, chiude virtualmente questo percorso. E pare di svegliarsi sudati come dopo un sogno in cui la follia si alterna alla lucidità.
La reprise di Luca è l’ultimo omaggio, ancora in salsa semi-acustica, che i Brand New sembrano volerci porgere dopo quasi un'ora di musica.

Verrebbe voglia di urlare, tanta è l’adrenalina che questo disco ha dispensato. The Devil and God Are Raging Inside Me è tutto e niente: è lo scorrere di immagini, è la maschera di morte che impreziosisce la prima di copertina, è il sorriso incurante della bambina dai biondi capelli, è qualunque emozione l’ascoltatore abbia provato ascoltandolo. Dopo Deja Entendu questo disco va molto vicino all'essere un nuovo piccolo, grande capolavoro.

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