Voto: 
6.2 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Island
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Jon Bon Jovi - voce
- Richie Sambora - chitarra
- David Brain - tastiere
- Hugh McDonald - basso
- Tico Torres - batteria

Tracklist: 

1. Lost Highway
2. Summertime
3. (You Want To) Make A Memory
4. Whole Lot Of Leaving
5. We Got It Going On (whit Big & Rich)
6. Any Other Day
7. Seat Next To You
8. Everybody's Broken
9. Till We Ain't Strangers Anymore (feat. Leann Rimes)
10. The Last Night
11. One Step Closer
12. I Love This Town

Bon Jovi

Lost Highway

Se c'è una caratteristica che accomuna tutti quegli album dei Bon Jovi successivi al grande successo mondiale del singolo Always e alla svolta pop-rock di These Days è certamente quella di farsi ascoltare ed al contempo dimenticare con grande celerità, a causa delle sue melodie eccessivamente ruffiane e spesso prevedibili, come se l'ascoltatore ascoltando una qualsiasi di queste release sa già cosa aspettarsi da tutte le altre, e non era del tutto riuscito neanche il maldestro tentativo di ritorno al rock del precedente e modesto Have A Nice Day.
Potrebbe essere stata una buona idea allora quella di registrare questo nuovo Lost Highway a Nashville, patria del country, considerato che la rock band del New Jersey ha deviato proprio verso questa direzione, riuscendo quanto meno ad aggiungere un fattore di moderata novità al proprio sound.

Purtroppo non mancano le solite canzoncine bonjoviane, quelle che molto presumibilmente cadranno nel dimenticatoio già dopo pochi mesi e che contengono la stessa banalità della copertina, come We Got It Going On, che cerca di rifarsi un po' a It's My Life che a sua volta tentava un po' di rifarsi a Livin' On A Prayer, come dire una brutta copia di una brutta copia, o la lenta The Last Night, che evidenzia la grande capacità del gruppo americano di ricamare trame melodiche efficaci e dirette, ma che tendono ormai a ripetersi e quasi infastidire l'ascoltatore, come del resto non può che infastidire l'eccessiva presenza di ballad, in netta predominanza sul presente platter, che oltretutto è alla massima insegna del soft, dalle song alla produzione e agli arrangiamenti, con Sambora che si prodiga quasi costantemente con la sua acustica.
La carina ma sdolcinata (You Want To) Make A Memory è il primo singolo estratto, accompagnato anche dal solito più o meno interessante videoclip, fortunatamente in tal caso meno adolescenziale di una Lie To Me ad esempio, da far girare sugli appositi canali; molto soft e quasi soporifera, specie se calata nel contesto generale del disco, anche Seat Next To You, mentre fortunatamente una convinzione, una dolcezza ed una grinta leggermente maggiori presentano Any Other Day e Everybody's Broken, e poi la dolce pacatezza del piacevole pop di One Step Closer, mentre le melodie continuano sempre ad essere l'unica aspirazione a cui sembra tendere la band, anche quando si cercano soluzioni un po' diverse come nel romanticismo di stampo country di Till We Ain't Strangers Anymore, duettata con Lee Ann Rhymes, autentica reginetta del country americano.

Sorprendentemente alcune delle note più positive dell'ultimo lavoro firmato Bon Jovi vengono proprio da tale direzione, infatti risultano convincenti e piacevoli brani come la title-track posta ad apertura, che rivisita il melodic rock bonjoviano nella nuova veste country, la conclusiva I Love This Town, solare e con un chorus da Bon Jovi vecchia maniera, o il folk/country un po' springsteeniano dell'ottima Whole Lot Of Leaving, mentre sprazzi di pomposità ottantiana vengono da Summertime, che a suo modo contribuisce anch'essa a rendere più varia e vincente una proposta tediosamente dominata da lenti.
In definitiva però Lost Highway è un album che nel bene e nel male niente toglie e niente aggiunge nella carriera di questa band, talvolta sopravvalutata e frequentemente snobbata, spesso per meriti e demeriti che vanno al di là della semplice bontà musicale, una realtà rare volte considerata e valutata nel suo effettivo valore.
Lost Highway ha quantomeno il merito di risultare più piacevole ed interessante di molti suoi predecessori, migliore sia nelle intenzioni che nei risultati, anche se ormai è scontato che chi apprezzava i Bon Jovi degli esordi può abbandonare qualsiasi speranza di un loro ritorno alle origini, che oltretutto dopo così tanti anni e album sarebbe impensabile un po' per tutti.

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