Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
K Records/Promorama
Anno: 
2007
Line-Up: 

:
- Khaela Maricich
- Jona Bechtolt

Tracklist: 

:
1. Hey Boy
2. The Sky Opened Wide Like The Tide
3. Knowing The Things That I Know
4. Let’s Play Boys Chase Girls
5. The Love That I Crave
6. Hock It
7. Come On Petunia

8. Begin Remix
9. Hock It (Yacht Remix)
10. The Love That I Crave (Strategy’s Strata Club Remix)
11. The Sky Opened Wide Like The Tide (Lucky Dragons Remix)
12. Hey Hey Hey Boy (K Maricich Remix)
13. Hey Boy (Dj Alan Fortarte remix)
14. We Are Over Here (Lucky Dragons remix)

Blow, The

Poor Aim: Love Songs

Per chi cerca di movimentarsi una bella giornata primaverile potrebbe rivelarsi risolutivo mettere su il disco dei The Blow, moniker per indicare il lavoro di Khaela Maricich e Jona Bechtolt, divenuti collaboratori a partire dal 2004 e dall’idea di regalare alle persone un fresco electro-pop, il più possibile libero da limiti e legami stilistici. Il primo risultato di questo progetto fu nello stesso anno un EP, intitolato Poor Aim: Love Songs, il quale, in un primo momento, rimase limitato a mille copie – presentate lo stesso anno dalle due label di Portland, States Rights e Slender Means Society – evidenziando fin da subito un sostanziale controsenso con la linea idealmente intrapresa dal duo femminile. Da qui ne passa di acqua sotto i ponti: i due americani pubblicano infatti il loro primo lavoro di lunga durata, Paper Television (2005), che segue un’immediata riflessione sulle possibili potenzialità che al loro primo platter vedevano negate. Il risultato è dunque oggi questa re-issuing che assume la forma però di full-lenght, grazie all’aggiunta di sette brani remix, realizzati con la collaborazione di stretti collaboratori delle The Blow (Strategy, Lucky Dragons, White Rainbow).

Stilisticamente quindi si nota una cesura centrale che segna due tipi di approcci differenti; però complessivamente il lavoro risulta godibile perché estremamente dinamico – se non anche da dancefloor in Hey Hey Hey Boy, o in Hock It, con strutture ritmiche di synth molto accentuate – ricco di soluzioni sonore, come una semi-ballad dall’animo irlandese, The Sky Opened Wide Like The Tide (nella versione remixata di Lucky Dragons) o l’esperimento decisamente indie di We Are Over Here. Poi la caratterizzazione intimistica (grazie alle linee vocali morbide di Khaela), quasi familiare, della registrazione facilita l’accostamento dell’ascoltatore che può uscire dall’ascolto più leggero.
E’ un disco insomma per nulla complesso – neanche concettualmente, in quanto predilige strutture armoniche sostanzialmente semplici e ripetitive – che nasconde però in alcuni punti una certa superficialità musicale.

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